Caffe' Europa  
 

 



Subject: snail-mail vs e-mail (corsera, 981221*)

R. S.

 

 

 


Mettendovi nei panni di un postino, regalereste a vostro figlio un abbonamento a Internet questo Natale? L'indecisione sta nel capire se una scelta del genere sia tanto autolesionista quanto, per un macellaio, comprare alla prole un abbonamento per un corso di alimentazione vegetariana: se i piccoli - e i loro amici e i genitori dei loro amici - si appassionassero alla nuova condotta di vita, il papa' non farebbe piu' affari. Nel caso del portalettere, pero', l'esito finale e' molto piu' incerto. Se/quando la rete diventera' un fenomeno di massa come la televisione si avranno almeno due ricadute, importanti e antitetiche, sul sistema postale: in primo luogo la posta elettronica fara', in buona misura, le scarpe a quella ordinaria (meno posti di lavoro per i dipendenti del Ministero Pt) ma il fiorire del commercio elettronico aumentera' il bisogno di qualcuno che consegni le merci acquistate sul Web (nuove assunzioni per i post-telegrafonici).
Cosi' come e' successo per le telecom di tutto il mondo - che hanno cercato di ridicolizzare l'idea di telefonare via Internet, salvo poi cominciare a vendere, da At&t a Deutsche Telekom, i deprecati servizi - anche le poste hanno capito che, piuttosto che dargli battaglia, era meglio allearsi con il Futuro. Il caso statunitense illustra bene la situazione. L'anno scorso i postini americani hanno recapitato, in media, 630 milioni di lettere al giorno contro 100/150 milioni di e-mail scambiate ogni 24 ore. La contabilita' di quanto fax e posta elettronica abbiano gia' eroso il volume di quella tradizionale e' ardua, ma studi citati dal gestore pubblico statunitense parlano di un calo dal 64,4 per cento del 1987 al 60,2 del 1996. E da allora la diffusione dell'e-mail e' letteralmente esplosa. Al glorioso United States Postal Service non e' rimasto che attrezzarsi con varie contromisure.
Dal momento che l'affidabilita' e', allo stesso tempo, uno dei maggiori punti forti delle poste americane e uno dei principali punti deboli dell'e-mail, l'Usps si e' offerto come "certificatore" della corrispondenza elettronica. Se il contenuto del messaggio e' importante, quindi, si puo' mandare prima a un indirizzo apposito che gli imprimera' una specie di sigillo telematico, (electronic postamark) che fara' fede sulla data, sul mittente e, tramite crittazioni particolari, proteggera' il testo da manomissioni informatiche.
Un altro vantaggio della posta fisica nei confronti di quella virtuale e' la capillarita'. La percentuale di popolazione online e' ancora minima, percio' Usps ha pensato di colmare il divario tra chi vorrebbe comunicare in e-mail anche con chi non ha accesso a Internet. La sperimentazione e' in corso in Florida e in Connecticut: si manda il messaggio elettronico a uno specifico ufficio postale che lo stampa lo imbusta e lo consegna prontamente a domicilio. Dal sito www.usps.gov, poi, si puo' seguire anche l'iter degli "espressi": basta avere il numero di spedizione e, digitandolo in una mascherina, si scopre a che punto sia la lettera o il pacco. E anche il francobollo elettronico e' una novita' sempre piu' verosimile. Chi deve spedire missive o plichi potra' scaricarsi l'affrancatura in rete, evitando code e perdite di tempo relative.
Lettere e testi vari, quindi, viaggeranno sempre piu' sotto forma digitale: si passera' - recuperando una dicotomia cara a Nicholas Negroponte - dai loro "atomi" ai loro "bit" e i postini avranno meno da fare. Allo stesso tempo, pero', lo sviluppo dell'economia digitale potra' restituire loro una seconda giovinezza. Nel commercio elettronico infatti la promozione del prodotto e la transazione per la sua compravendita avverranno online, ma a tutti coloro che acquistano senza muoversi da casa qualcuno i prodotti dovra' pure portarli. "Sino a quando non si arrivera' al teletrasporto tipo "Star Trek" dove un oggetto scompare e si materializza in un altro luogo, beh, sino ad allora ci sara' bisogno di spostare fisicamente delle merci e in questo vediamo una fenomenale opportunita' di crescita". Susan Rosenberg, portavoce di United Parcel Service (www.ups.com), colosso mondiale delle spedizioni private, argomenta e sorride, non riuscendo a scorgere, nemmeno in lontananza, le orecchie a punta del Dottor Spock.

box - Europa

Le nuove tecnologie, nella Scandinavia Felix delle telecomunicazioni, non distruggono le vecchie ma ad esse si integrano, quasi in armonia. E cosi' i sistemi postali di Svezia e Finlandia - gli unici al mondo, oltre a quello argentino, a non funzionare in regime di monopolio pubblico - stanno facendo un "upgrade" sufficientemente indolore alla loro versione digitale. "Nella nuova economia - sostiene Eric Wickström, titolare della compagnia che ha realizzato il sito delle poste svedesi - l'ufficio postale si occupa di telecomunicazioni in senso molto ampio. Gestisce transazioni, e' una banca, recapita pacchi, e' un posto per fare chat, una destinazione per lo shopping e una fonte di notizie". "Torget", "mercato" e' quindi il nome che segue le tre "w", nell'indirizzo telematico svedese (www.torget.se): lanciato nel '96, ospita svariate decine di negozi elettronici e, con circa 2000 nuovi clienti ogni settimana e qualcosa come 240 mila visitatori giornalieri, si inserisce nella classifica dei siti europei super-trafficati. Un successo che suggerisce a Bengr Norin, vice presidente del settore "affari" di Swedish Post (una delle maggiori tra le 90 compagnie che si spartiscono il mercato nazionale), una profezia inaudita: "In dieci anni a partire da ora, la posta tradizionale scomparira'". Le prime lettere a essere rimpiazzate da operazioni digitali - nella sua visione - saranno le bollette, gli estratti conto e tutto il classico carteggio commerciale.

Il modello finlandese, piu' che puntare a fornire l'ambiente del commercio elettronico, mira a garantirne la sua sicurezza (polverizzando le resistenze psicologiche dei cittadini che tremano all'idea di digitare online il codice delloro carta di credito). E cosi' Finland Post (www.postfi.fi) ha in programma il rilascio di certificati digitali su smart card che serviranno per identificare il consumatore nelle sua transazioni online. Ma tra le applicazioni di maggior successo utilizzate da tempo dai cyber-cittadini finlandesi c'e' ePost - in fase sperimentale anche negli Stati Uniti e prossimamente in Francia e Italia - : il mittente spedisce un'e-mail a un apposito indirizzo che fa capo a un ufficio postale dove qualcuno stampa il messaggio e poi lo consegna a destinazione. Oltre ai privati cittadini, molte compagnie finlandesi stanno utilizzando massiciamente questo sistema anche in uno slancio di outsourcing, ovvero spostare fuori alcune incombenze fastidiose e onerose in termini di tempo: stampa, imbustatura e spedizione avverranno nei locali delle poste, ad opera di dipendenti che quello fanno di professione. In ogni modo solo nell'anno scorso ben 31 milioni di ePost sono state spedite in Finlandia, un paese di appena 5 milioni di abitanti (di cui circa 800 mila, pero', utilizzano la rete abitualmente: la penetrazione internettiana piu' alta del mondo).

Piu' vicina a noi, geograficamente e dal punto di vista della diffusione telematica, anche la Francia ha annunciato progetti ambiziosi. Le poste d'Oltralpe, per bocca del segretario di stato all'industria Christian Pierret, hanno annunciato molti mesi fa che avrebbero istallato 1000 postazioni Internet negli uffici postali del paese entro la fine dell'anno. Ma non solo. Il suggerimento del deputato neogollista Patrice Martin-Lalande - autore di un libro bianco sullo stato della cultura telematica nel suo paese, pubblicato in aprile - che "i poteri pubblici attribuissero un indirizzo elettronico a tutti i francesi" e' stato preso sul serio da Claude Bourmaud, presidente di "La Poste" (www.laposte.fr) : "Se ogni francese deve essere equipaggiato di un indirizzo e di una casella postale elettronici - sia che abbiano o no un abbonamento a Internet - noi siamo senza dubbio l'operatore meglio piazzato per assicurare un servizio del genere". La sua idea sarebbe inoltre di pubblicare un elenco universale, con tutti gli indirizzi fisici e virtuali. In piu' c'e', anche a Parigi, si parla di adottare la formula ibrida - l'ePost finlandese - dell'e-mail che, per strada, subisce la metamorfosi in lettera cartacea per raggiungere il destinatario non collegato online. "Rinasce il telegramma!" ha ironizzato qualcuno, incontentabile.

box - Italia

Il manager sapiente non cade nel tranello: "L'avvento di Internet e della posta elettronica e' una minaccia o un'opportunita' per le poste tradizionali?". Romano De Carlo, direttore della divisione processi e tecnologie delle Poste Italiane, non ci pensa un attimo: "E' un'opportunita': il commercio elettronico ci apre grandi prospettive. Ci vorra' pur qualcuno che consegni le merci comprate online! Se penso all'organizzazione delle Poste di anni fa, o solo di pochi mesi fa, i nuovi scenari sarebbero sembrati una minaccia, ma non e' piu' cosi'". Il suo discrimine temporale coincide con l'insediamento del nuovo amministratore delegato Corrado Passera (della cui squadra lo stesso De Carlo fa parte). "Nella nostra nuova realta' tutto ruotera' intorno al cliente che sara' presto in grado di seguire tutte le fasi della "lavorazione" postale" e' la mission ripetuta a oltranza.
Nessun timore di aver accumulato un ritardo troppo ampio nei confronti dei corrieri privati ai quali le compagnie dell'e-commerce si affidano? "Se Amazon.com, per dire, ha fatto un contratto con Ups o FedEx, non credo si trattera' di un accordo superiore a un anno. Dopo la scadenza la partita si riapre, per tutti i concorrenti. Tutto sta a meritare la fiducia delle aziende e dei consumatori e noi esibiremo dati, qualita' e prezzi competitivi".
Per prima cosa c'e' lo sforzo titanico di aggiornare l'infrastruttura tecnologica e l'alfabetizzazione informatica dei dipendenti: "A fine '97 solo 2000 dei 14.500 uffici postali avevano un sistema di telecomunicazioni decente: oggi stiamo mettendo in rete, attraverso canali Isdn, tutti gli uffici e, di pari passo, istalleremo 20.000 nuove postazioni informatiche entro il '99". E poi si potranno realizzare i nuovi servizi: "Penso ad accordi simili a quelli siglati tra Microsoft e la britannica Royal Mail per dare la possibilita' di spedire e-mail a un ufficio postale che la stampera' e la recapitera' a destinazione" (D'altronde gia' il Postel e' un esempio di posta ibrida di genere analogo che l'utenza professionale usa sempre di piu').
Come fanno ormai da tempo gli spedizionieri privati, anche le poste stanno lavorando a un sistema di tracciamento degli oggetti affidati loro: "Il sistema di tracking, a livello di infrastruttura, sara' pronto nei prossimi mesi - l'introduzione nel nostro gruppo del corriere Sda (www.sda.it) e' servita per mettere in circolo questo know-how - mentre sara' disponibile ai cittadini nel corso del '99, per quanto riguarda pacchi, raccomandate e assicurate". E anche il "francobollo elettronico", ovvero un'affrancatura da stampare autonomamente sulle cose da spedire e' in una fase di studio avanzata: "L'anno prossimo saremo pronti, bisogna vedere se ce lo permetteranno dal punto di vista normativo".
A dare ulteriore credibilita' a questa volonta' di svecchiamento dell'azienda postale e' arrivato, il 2 dicembre scorso, Marco Barbuti, gia' amministratore delegato di Italia OnLine, che sara' il responsabile del gruppo di lavoro con la delega a scorciare la distanza di anni-luce tra snail-mail ed e-mail.



Copyright © Riccardo Stagliano' 1999

 

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