315 - 16.02.07


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Tutti i vantaggi della moneta unica

Alberto Alesina con
Daniele Castellani Perelli


Abbandonare la lira ci è convenuto o no? “I vantaggi hanno superato gli svantaggi” dice Alberto Alesina. L’euro ha creato più concorrenza e, per l’Italia, ha ridotto di moltissimo i tassi di interesse sul debito pubblico. “Gran parte di quelli che sembrano ‘costi’ dell’euro, invece, sono in realtà dovuti alla mancanza di quelle riforme strutturali necessarie a far funzionare meglio un’area di mercato unico, e mi riferisco alla liberalizzazione dei mercati dei servizi (compresi quelli finanziari) e all’introduzione di più mobilità e più flessibilità nel mercato del lavoro – ci spiega il professore di Harvard, commentatore del Sole 24 Ore e autore, con Francesco Gavazzi, del recente Goodbye Europa (Rizzoli 2006) – Secondo me, poi, sono aumentati molto i prezzi che i consumatori vedono ogni giorno (bar, ristoranti, negozietti vari), ma quelli degli ipermercati e dei beni durevoli non sono aumentati. Anzi alcuni sono scesi”.

Una recente ricerca del Cnr è intitolata “L’euro? Conviene, ma nessuno lo sa”. Cominciamo dalla prima affermazione. Quali sono stati, secondo lei, i vantaggi dell’introduzione dell’euro?

Per l’Italia i vantaggi sono stati una fortissima riduzione dei tassi di interesse sul debito pubblico portati dall’eliminazione del rischio di cambio, e un “committment” a una inflazione bassa e stabile garantita dall’ottima Bce. Più in generale, per tutti i paesi si è avuta una facilitazione degli scambi commerciali e finanziari intra-europei, e una facilitazione della concorrenza e del mercato unico.

E i costi?

Gran parte di quelli che sembrano “costi” dell’euro sono in realtà dovuti alla mancanza di quelle riforme strutturali necessarie a far funzionare meglio un’area di mercato unico, e mi riferisco alla liberalizzazione dei mercati dei servizi (compresi quelli finanziari) e all’introduzione di più mobilità e più flessibilità nel mercato del lavoro. Un altro costo è rappresentato dalla perdita di una politica monetaria indipendente per ogni paese, che spesso è stata però abusata dai governi (e le svalutazioni competitive non hanno rappresentato che una droga temporanea per l’economia italiana).

La prima ragione dell’impopolarità dell’euro è rappresentata dall’aumento dei prezzi che ha accompagnato la sua introduzione. Ma di chi è stata la colpa di quei rincari, e perché la politica non ha spiegato mai bene chi fossero i “colpevoli”?

I dati non riscontrano questo straordinario aumento dei prezzi. Secondo me sono aumentati molto i prezzi che i consumatori vedono ogni giorno: bar, ristoranti, negozietti vari. I prezzi negli ipermercati e quelli dei beni durevoli non sono aumentati. Anzi certi sono scesi, come quelli dei computer o delle apparecchiature elettroniche. C’e una forte differenza tra inflazione percepita e inflazione reale.

Molti esponenti del centrodestra italiano, negli anni scorsi, hanno duramente attaccato l’euro. I loro argomenti erano condivisibili (l’euro troppo forte svantaggerebbe le esportazioni, ad esempio) o si è trattato soprattutto di un tentativo (propagandistico) di attaccare Prodi, simbolo dell’introduzione dell’euro?

Spesso l’euro e la Bce sono stati usati come una scusa per giustificare la pessima situazione dell’economia italiana. Anche in altri paesi la Bce è stata
(ingiustamente) attaccata. Il fatto che il leader del centrosinistra fosse l’ex Presidente della Commissione ha reso ancora più facili gli attacchi del
centrodestra all’Europa. Intendiamoci. Certe critiche su certi aspetti della politica europea e della commissione Prodi erano perfettamente giustificate, ma certo un po’ di strumentalizzazione c’e stata.

In cinque anni gli euro hanno battuto i dollari come banconote più usate al mondo, e l’Iran ha recentemente annunciato che sostituirà il dollaro con l’euro per le transazioni internazionali. Qual è il futuro globale della nostra moneta, anche in riferimento al rapporto con la Cina?

L’Iran lo fa solo per motivi politici, perché l’Europa è molto più “soft” nei negoziati sul nucleare di Teheran, e l’Europa in questo sbaglia, a mio avviso). L’Ue dovrebbe “vergognarsi” che la sua moneta sia stata scelta per motivi politici da un regime come quello iraniano. Quanto alle banche centrali asiatiche, credo che cominceranno a diversificare verso l’euro.

Cosa direbbe ai paesi nordici (Gran Bretagna, Svezia, Danimarca) e a quelli orientali che ancora non hanno adottato l’euro? Glielo consiglierebbe?

A Danimarca e Svezia sì. La Gran Bretagna non aderirà mai, perché teme (a ragione) che aderire all’euro implicherebbe in qualche modo ricevere pressioni per adottare un welfare state di tipo continentale, molto diverso da quello adottato da Londra.

 



 

 

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