Abbandonare
la lira ci è convenuto o no? “I vantaggi
hanno superato gli svantaggi” dice Alberto Alesina.
L’euro ha creato più concorrenza e, per
l’Italia, ha ridotto di moltissimo i tassi di
interesse sul debito pubblico. “Gran parte di
quelli che sembrano ‘costi’ dell’euro,
invece, sono in realtà dovuti alla mancanza di
quelle riforme strutturali necessarie a far funzionare
meglio un’area di mercato unico, e mi riferisco
alla liberalizzazione dei mercati dei servizi (compresi
quelli finanziari) e all’introduzione di più
mobilità e più flessibilità nel
mercato del lavoro – ci spiega il professore di
Harvard, commentatore del Sole 24 Ore e autore, con
Francesco Gavazzi, del recente Goodbye Europa (Rizzoli
2006) – Secondo me, poi, sono aumentati molto
i prezzi che i consumatori vedono ogni giorno (bar,
ristoranti, negozietti vari), ma quelli degli ipermercati
e dei beni durevoli non sono aumentati. Anzi alcuni
sono scesi”.
Una recente ricerca del Cnr è intitolata
“L’euro? Conviene, ma nessuno lo sa”.
Cominciamo dalla prima affermazione. Quali sono stati,
secondo lei, i vantaggi dell’introduzione dell’euro?
Per l’Italia i vantaggi sono stati una fortissima
riduzione dei tassi di interesse sul debito pubblico
portati dall’eliminazione del rischio di cambio,
e un “committment” a una inflazione bassa
e stabile garantita dall’ottima Bce. Più
in generale, per tutti i paesi si è avuta una
facilitazione degli scambi commerciali e finanziari
intra-europei, e una facilitazione della concorrenza
e del mercato unico.
E i costi?
Gran parte di quelli che sembrano “costi”
dell’euro sono in realtà dovuti alla mancanza
di quelle riforme strutturali necessarie a far funzionare
meglio un’area di mercato unico, e mi riferisco
alla liberalizzazione dei mercati dei servizi (compresi
quelli finanziari) e all’introduzione di più
mobilità e più flessibilità nel
mercato del lavoro. Un altro costo è rappresentato
dalla perdita di una politica monetaria indipendente
per ogni paese, che spesso è stata però
abusata dai governi (e le svalutazioni competitive non
hanno rappresentato che una droga temporanea per l’economia
italiana).
La prima ragione dell’impopolarità
dell’euro è rappresentata dall’aumento
dei prezzi che ha accompagnato la sua introduzione.
Ma di chi è stata la colpa di quei rincari, e
perché la politica non ha spiegato mai bene chi
fossero i “colpevoli”?
I dati non riscontrano questo straordinario aumento
dei prezzi. Secondo me sono aumentati molto i prezzi
che i consumatori vedono ogni giorno: bar, ristoranti,
negozietti vari. I prezzi negli ipermercati e quelli
dei beni durevoli non sono aumentati. Anzi certi sono
scesi, come quelli dei computer o delle apparecchiature
elettroniche. C’e una forte differenza tra inflazione
percepita e inflazione reale.
Molti esponenti del centrodestra italiano,
negli anni scorsi, hanno duramente attaccato l’euro.
I loro argomenti erano condivisibili (l’euro troppo
forte svantaggerebbe le esportazioni, ad esempio) o
si è trattato soprattutto di un tentativo (propagandistico)
di attaccare Prodi, simbolo dell’introduzione
dell’euro?
Spesso l’euro e la Bce sono stati usati come
una scusa per giustificare la pessima situazione dell’economia
italiana. Anche in altri paesi la Bce è stata
(ingiustamente) attaccata. Il fatto che il leader del
centrosinistra fosse l’ex Presidente della Commissione
ha reso ancora più facili gli attacchi del
centrodestra all’Europa. Intendiamoci. Certe critiche
su certi aspetti della politica europea e della commissione
Prodi erano perfettamente giustificate, ma certo un
po’ di strumentalizzazione c’e stata.
In cinque anni gli euro hanno battuto i dollari
come banconote più usate al mondo, e l’Iran
ha recentemente annunciato che sostituirà il
dollaro con l’euro per le transazioni internazionali.
Qual è il futuro globale della nostra moneta,
anche in riferimento al rapporto con la Cina?
L’Iran lo fa solo per motivi politici, perché
l’Europa è molto più “soft”
nei negoziati sul nucleare di Teheran, e l’Europa
in questo sbaglia, a mio avviso). L’Ue dovrebbe
“vergognarsi” che la sua moneta sia stata
scelta per motivi politici da un regime come quello
iraniano. Quanto alle banche centrali asiatiche, credo
che cominceranno a diversificare verso l’euro.
Cosa direbbe ai paesi nordici (Gran Bretagna,
Svezia, Danimarca) e a quelli orientali che ancora non
hanno adottato l’euro? Glielo consiglierebbe?
A Danimarca e Svezia sì. La Gran Bretagna non
aderirà mai, perché teme (a ragione) che
aderire all’euro implicherebbe in qualche modo
ricevere pressioni per adottare un welfare state
di tipo continentale, molto diverso da quello adottato
da Londra.
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