314 - 02.02.07


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Pöttering: il presidente
della larga intesa

Daniele Castellani Perelli


E’ un cristianodemocratico tedesco, proprio come Angela Merkel, il nuovo presidente del Parlamento Europeo. Hans-Gert Pöttering, da sette anni capogruppo del Partito popolare europeo, è stato eletto martedì 16 gennaio scorso, e nei prossimi sei mesi rappresenterà una sponda importante per la sua collega di partito Merkel, presidente di turno dell’Ue, che come lui crede fortemente nel progetto della Costituzione europea. La sua elezione è frutto dell’accordo tra i due maggiori partiti dell’emiciclo di Strasburgo, i socialisti del Pse e appunto i popolari del Ppe, che dopo le elezioni del 2004 hanno programmato una staffetta: per metà mandato la presidenza del Parlamento sarebbe toccata al socialista spagnolo Josep Borrell, e poi a Pöttering.

Nato nel 1945 a Bersenbrück (Bassa Sassonia), Pöttering è deputato europeo dal 1979, anno delle prime elezioni dirette. Cattolico, due figli, ha studiato legge, politica e storia a Bonn, Ginevra e New York. Ha già affermato che la sua priorità sarà il rilancio della costituzione europea, su cui l’Europa sta prendendo una lunga pausa di riflessione dopo la vittoria del no nei referendum francese e olandese del 2005. In una recente intervista all’agenzia Reuters ha espresso l’intenzione di fare del parlamento dell’Ue “la più rinomata assemblea del mondo” proprio grazie alla ratifica della costituzione: “E’ importante che si realizzi la sostanza della costituzione – ha aggiunto – il che significa più potere per il parlamento europeo: mi piacerebbe che entro la fine del mio mandato come presidente il parlamento europeo raggiungesse quasi il 100% di potere di co-decisione in aree come l’immigrazione, in cui oggi non ne ha affatto. Tutto ciò è nell’interesse della popolazione del continente”.

Altre due grandi sfide saranno rappresentate dal rapporto col mondo islamico e dal tentativo di avvicinare l’Ue ai cittadini: in questo senso Pöttering ha detto che cercherà di fare una campagna affinché i partiti europei non mandino politici “anziani”, in età da prepensionamento, a Strasburgo: “In Germania abbiamo un detto: ‘Se hai un nonno, mandalo in Europa’. Questo modo di pensare deve finire”. Potrebbe avere conseguenze delicate, per il Parlamento, la recente adesione di Romania e Bulgaria, membri dell’Ue dallo scorso primo gennaio. Con il loro ingresso, infatti, si è potuto formare un nuovo gruppo parlamentare di estrema destra (i cui partiti rumeni e bulgari hanno apportato ora i numeri decisivi per la formazione): l’IST (Identità, Tradizione e Sovranità) si oppone fermamente all’immigrazione, all’ingresso della Turchia e alla costituzione. Il nuovo presidente non ha nascosto la sua preoccupazione, ammettendo che così oggi l’estrema destra è più forte: “Tuttavia – ha aggiunto – Starà agli altri gruppi impegnarsi in un intenso dibattito con l’IST e convincere gli elettori a non rieleggerne i rappresentanti la prossima volta”.

Pöttering è stato eletto al primo turno, con 450 voti favorevoli (65,31% dei voti validi) contro i 145 della sua prima sfidante, la verde italiana Monica Frassoni. Congratulazioni sono arrivate anche dagli altri gruppi parlamentari. Il leader del Pse, Martin Schulz, ha ricordato come Pöttering abbia perso il padre alla fine della seconda guerra mondiale e come ciò l’abbia spinto a battersi sempre per la riunificazione europea. “Sa che il mio gruppo si è opposto al metodo con cui i popolari e i socialisti si sono spartiti il Parlamento in questa legislatura – si è rivolto al nuovo presidente il carismatico leader dei liberali (Alde) Graham Watson – Tuttavia credo che la maggioranza del mio gruppo abbia votato per lei, riconoscendo la sua esperienza, ammirando il suo lavoro politico e convinta della sua capacità di essere un presidente oggettivo e giusto”. Parole di stima anche da parte del presidente della Commissione José Manuel Barroso (anch’egli un popolare) e da parte del leader dei Verdi Daniel Cohn-Bendit, che ha lo invitato ad aprire il dibattito sulla sede unica dell’assemblea e ha così concluso: “Il luogo per risolvere l’impasse della costituzione è il Parlamento europeo, non una conferenza intergovernativa”.

Una figura che unisce, dunque, e che incontra l’apprezzamento anche degli avversari. “Qualunque siano le nostre visioni politiche, qualunque siano i nostri ideali politici, il nostro comune volere è quello di creare una Unione Europea sempre più unita. Voglio servire con tutte le mie forze i cittadini d’Europa, la democrazia europea e il parlamentarismo”. Oggi può insomma sentirsi in buone mani, chi crede nell’Europa e nel ruolo del Parlamento europeo.


 

 

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