E’
un cristianodemocratico tedesco, proprio come Angela
Merkel, il nuovo presidente del Parlamento Europeo.
Hans-Gert Pöttering, da sette anni capogruppo del
Partito popolare europeo, è stato eletto martedì
16 gennaio scorso, e nei prossimi sei mesi rappresenterà
una sponda importante per la sua collega di partito
Merkel, presidente di turno dell’Ue, che come
lui crede fortemente nel progetto della Costituzione
europea. La sua elezione è frutto dell’accordo
tra i due maggiori partiti dell’emiciclo di Strasburgo,
i socialisti del Pse e appunto i popolari del Ppe, che
dopo le elezioni del 2004 hanno programmato una staffetta:
per metà mandato la presidenza del Parlamento
sarebbe toccata al socialista spagnolo Josep Borrell,
e poi a Pöttering.
Nato nel 1945 a Bersenbrück (Bassa Sassonia),
Pöttering è deputato europeo dal 1979, anno
delle prime elezioni dirette. Cattolico, due figli,
ha studiato legge, politica e storia a Bonn, Ginevra
e New York. Ha già affermato che la sua priorità
sarà il rilancio della costituzione europea,
su cui l’Europa sta prendendo una lunga pausa
di riflessione dopo la vittoria del no nei referendum
francese e olandese del 2005. In una recente intervista
all’agenzia Reuters ha espresso l’intenzione
di fare del parlamento dell’Ue “la più
rinomata assemblea del mondo” proprio grazie alla
ratifica della costituzione: “E’ importante
che si realizzi la sostanza della costituzione –
ha aggiunto – il che significa più potere
per il parlamento europeo: mi piacerebbe che entro la
fine del mio mandato come presidente il parlamento europeo
raggiungesse quasi il 100% di potere di co-decisione
in aree come l’immigrazione, in cui oggi non ne
ha affatto. Tutto ciò è nell’interesse
della popolazione del continente”.
Altre due grandi sfide saranno rappresentate dal rapporto
col mondo islamico e dal tentativo di avvicinare l’Ue
ai cittadini: in questo senso Pöttering ha detto
che cercherà di fare una campagna affinché
i partiti europei non mandino politici “anziani”,
in età da prepensionamento, a Strasburgo: “In
Germania abbiamo un detto: ‘Se hai un nonno, mandalo
in Europa’. Questo modo di pensare deve finire”.
Potrebbe avere conseguenze delicate, per il Parlamento,
la recente adesione di Romania e Bulgaria, membri dell’Ue
dallo scorso primo gennaio. Con il loro ingresso, infatti,
si è potuto formare un nuovo gruppo parlamentare
di estrema destra (i cui partiti rumeni e bulgari hanno
apportato ora i numeri decisivi per la formazione):
l’IST (Identità, Tradizione e Sovranità)
si oppone fermamente all’immigrazione, all’ingresso
della Turchia e alla costituzione. Il nuovo presidente
non ha nascosto la sua preoccupazione, ammettendo che
così oggi l’estrema destra è più
forte: “Tuttavia – ha aggiunto – Starà
agli altri gruppi impegnarsi in un intenso dibattito
con l’IST e convincere gli elettori a non rieleggerne
i rappresentanti la prossima volta”.
Pöttering è stato eletto al primo turno,
con 450 voti favorevoli (65,31% dei voti validi) contro
i 145 della sua prima sfidante, la verde italiana Monica
Frassoni. Congratulazioni sono arrivate anche dagli
altri gruppi parlamentari. Il leader del Pse, Martin
Schulz, ha ricordato come Pöttering abbia perso
il padre alla fine della seconda guerra mondiale e come
ciò l’abbia spinto a battersi sempre per
la riunificazione europea. “Sa che il mio gruppo
si è opposto al metodo con cui i popolari e i
socialisti si sono spartiti il Parlamento in questa
legislatura – si è rivolto al nuovo presidente
il carismatico leader dei liberali (Alde) Graham Watson
– Tuttavia credo che la maggioranza del mio gruppo
abbia votato per lei, riconoscendo la sua esperienza,
ammirando il suo lavoro politico e convinta della sua
capacità di essere un presidente oggettivo e
giusto”. Parole di stima anche da parte del presidente
della Commissione José Manuel Barroso (anch’egli
un popolare) e da parte del leader dei Verdi Daniel
Cohn-Bendit, che ha lo invitato ad aprire il dibattito
sulla sede unica dell’assemblea e ha così
concluso: “Il luogo per risolvere l’impasse
della costituzione è il Parlamento europeo, non
una conferenza intergovernativa”.
Una figura che unisce, dunque, e che incontra l’apprezzamento
anche degli avversari. “Qualunque siano le nostre
visioni politiche, qualunque siano i nostri ideali politici,
il nostro comune volere è quello di creare una
Unione Europea sempre più unita. Voglio servire
con tutte le mie forze i cittadini d’Europa, la
democrazia europea e il parlamentarismo”. Oggi
può insomma sentirsi in buone mani, chi crede
nell’Europa e nel ruolo del Parlamento europeo.
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