La provincia
ha sofferto 29 anni per una guerra civile che ha opposto
le truppe indonesiane ai ribelli separatisti del Movimento
per Aceh libera (GAM), che ha fatto più di 15mila
vittime (molte delle quali civili) e che si è
conclusa solo con la firma dell’accordo di pace
del 15 agosto 2005, con cui i ribelli hanno abbandonato
la lotta armata e le loro richieste separatiste in cambio
dell’amnistia, di un ruolo politico nella provincia,
del parziale ritiro delle truppe governative e di una
forte autonomia (la maggiore dall’Indonesia concessa
oggi a una sua regione, con il diritto di formare partiti
locali e di gestire il 70% delle entrate del petrolio
e del gas).
La missione europea ha vigilato sugli accordi, e ha
incontrato il favore esplicito della popolazione locale.
Malik Mahmud, l’ex primo ministro del movimento
ribelle, si è detto “triste” quando,
concluso il suo incarico, è dovuto tornare in
Europa il capo della missione dell’Ue, il diplomatico
olandese Pieter Feith: “Quello che avete fatto
qui rimarrà sempre nei nostri cuori – lo
ha salutato Mahmud – ed è già diventato
parte della lunga storia di Aceh”. Feith, assicurando
alla stampa che la comunità internazionale continuerà
a vigilare sul rispetto dei diritti umani nella regione
e sul reintegro degli ex combattenti all’interno
della società, ha sottolineato come questa storia
sia un esempio del soft power dell’Europa, costruito
intorno al commercio e agli aiuti, in opposizione all’approccio
militare degli Stati Uniti: “Questa missione mostra
che l’Ue ha dei vantaggi incomparabili rispetto
agli altri”.
La missione, durata un anno, era composta di 200 osservatori
europei ed è costata 15 milioni di euro: “Non
so quanto spendano al giorno gli americani nello stabilizzare
l’Iraq – ha rimarcato Feith – ma credo
sia di più”. L’Europa, per tradizione
poco influente nella regione, vede ora rilanciato il
proprio ruolo, anche come contrappeso al potere di Washington.
Feith ha dichiarato che altri paesi del sud-est asiatico
potrebbero seguire lo stesso modello di autonomia per
risolvere i propri problemi interni, e ha suggerito
al governo indonesiano di avvalersi del sostegno dell’Ue
anche per altri due conflitti regionali, nelle province
di Poso e della Papua Occidentale.
L’accordo di pace è giudicato “irreversibile”
dagli analisti, e l’11 dicembre la provincia di
Aceh ha tenuto le sue prime elezioni dirette per la
carica di governatore. Voto pacifico, e vittoria di
un ex capo ribelle, Irwandi Yusuf.
Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti
da fare? Scriveteci il vostro punto di vista a
redazione@caffeeuropa.it
|