“Se
devo scegliere tra l’ottimismo e il pessimismo
preferisco la determinazione”. Emma Bonino cita
Jean Monnet per aprire il suo intervento al convegno
“Costituzione europea. Dal progetto Spinelli del
1984 alle prospettive della fase attuale”, svoltosi
il 5 ottobre a Roma per iniziativa dell’Università
la Sapienza e il Cime (Consiglio Italiano del Movimento
Europeo).
La determinazione di cui parla il ministro per le politiche
europee è quella che appartiene a tante persone
della società civile che cercano di muovere l’opinione
pubblica, di organizzare discussioni, di portare l’attenzione
verso quell’impasse cronica che sta diventando
la costituzione europea, soffocata da una pesante nube
di attendismo politico, ammantata da una coltre di immobilismo
che pare rendere eterna quella che Barroso aveva annunciato
poco meno di un anno e mezzo fa come una pausa di riflessione.
Quella determinazione, insomma, che manca a un’Unione
europea che, più che mai, si mostra con l’immagine
del gigante lento e pesante e pigro quando si tratta
di mettere a mano alla ratifica del Trattato e sancire
stabilmente, e finalmente, per iscritto con il formale
appoggio di tutti i membri le basi sovranazionali del
governo dell’Unione.
Già: lenta pesante pigra ci appare l’Ue
quando si parla di Costituzione, si prende tempo, ma,
fissato nella fine del secondo semestre 2008 che vedrà
la presidenza della Francia, il momento in cui una decisione
concreta dovrà concludere le revisioni del trattato
non è poi così lontano. Eallora. l’Europa
può permettersi di andare così piano per
ratificare la costituzione?
“Il lento pede dell’Unione europea
– ha detto Emma Bonino – rischia di essere
assolutamente inadeguato alla velocità del mondo
che ci circonda”.
“Che cos’è l’adeguatezza?”
si è chiesta il ministro: “È la
capacità di dare risposte efficaci ai problemi
dei cittadini. La lentezza europea può apparire
pragmatica alla classe politica, ma è assolutamente
inadeguata alla velocità con cui il mondo ci
pone problemi a cui dobbiamo trovare risposta”.
Se è vero, come ha sostenuto nel suo intervento
Andrea Manzella, che la realtà delle cose ci
dimostra che l’Unione europea sta andando avanti
e progredisce, se è vero che la crisi libanese
ci ha mostrato un’Europa estremamente dinamica
e protagonista sul piano diplomatico, se è vero
che
sul piano del diritto l’Ue latita un po’
ma “essa esiste nei fatti delle politiche che
vanno avanti”, come ha affermato il presidente
della Commissione sulle Politiche dell’Ue del
Senato, su questi avanzamenti pesa come un macigno,
ha sottolineato la Bonino, il fatto che i cittadini
non se ne rendano affatto conto.
“Quello che temo di più – ha continuato
il ministro – è un progressivo allontanamento
dei cittadini non tanto dall’idea dell’Europa,
ma dalle istituzioni europee”. In altre parole,
l’Unione non arriva alle persone, i suoi passi
avanti non sono riconoscibili con gli occhi degli europei
e il rischio più grande è che questi si
all0ntanino dall’idea di approvare qualsiasi trattato
e qualsiasi costituzione con piede assai più
veloce e determinato di quello che detta la marcia dell’Europa
verso di loro.
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