308 - 26.10.06


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Bonino: “Europa vai troppo piano”



“Se devo scegliere tra l’ottimismo e il pessimismo preferisco la determinazione”. Emma Bonino cita Jean Monnet per aprire il suo intervento al convegno “Costituzione europea. Dal progetto Spinelli del 1984 alle prospettive della fase attuale”, svoltosi il 5 ottobre a Roma per iniziativa dell’Università la Sapienza e il Cime (Consiglio Italiano del Movimento Europeo).
La determinazione di cui parla il ministro per le politiche europee è quella che appartiene a tante persone della società civile che cercano di muovere l’opinione pubblica, di organizzare discussioni, di portare l’attenzione verso quell’impasse cronica che sta diventando la costituzione europea, soffocata da una pesante nube di attendismo politico, ammantata da una coltre di immobilismo che pare rendere eterna quella che Barroso aveva annunciato poco meno di un anno e mezzo fa come una pausa di riflessione.
Quella determinazione, insomma, che manca a un’Unione europea che, più che mai, si mostra con l’immagine del gigante lento e pesante e pigro quando si tratta di mettere a mano alla ratifica del Trattato e sancire stabilmente, e finalmente, per iscritto con il formale appoggio di tutti i membri le basi sovranazionali del governo dell’Unione.

Già: lenta pesante pigra ci appare l’Ue quando si parla di Costituzione, si prende tempo, ma, fissato nella fine del secondo semestre 2008 che vedrà la presidenza della Francia, il momento in cui una decisione concreta dovrà concludere le revisioni del trattato non è poi così lontano. Eallora. l’Europa può permettersi di andare così piano per ratificare la costituzione?
“Il lento pede dell’Unione europea – ha detto Emma Bonino – rischia di essere assolutamente inadeguato alla velocità del mondo che ci circonda”.
“Che cos’è l’adeguatezza?” si è chiesta il ministro: “È la capacità di dare risposte efficaci ai problemi dei cittadini. La lentezza europea può apparire pragmatica alla classe politica, ma è assolutamente inadeguata alla velocità con cui il mondo ci pone problemi a cui dobbiamo trovare risposta”.

Se è vero, come ha sostenuto nel suo intervento Andrea Manzella, che la realtà delle cose ci dimostra che l’Unione europea sta andando avanti e progredisce, se è vero che la crisi libanese ci ha mostrato un’Europa estremamente dinamica e protagonista sul piano diplomatico, se è vero che
sul piano del diritto l’Ue latita un po’ ma “essa esiste nei fatti delle politiche che vanno avanti”, come ha affermato il presidente della Commissione sulle Politiche dell’Ue del Senato, su questi avanzamenti pesa come un macigno, ha sottolineato la Bonino, il fatto che i cittadini non se ne rendano affatto conto.
“Quello che temo di più – ha continuato il ministro – è un progressivo allontanamento dei cittadini non tanto dall’idea dell’Europa, ma dalle istituzioni europee”. In altre parole, l’Unione non arriva alle persone, i suoi passi avanti non sono riconoscibili con gli occhi degli europei e il rischio più grande è che questi si all0ntanino dall’idea di approvare qualsiasi trattato e qualsiasi costituzione con piede assai più veloce e determinato di quello che detta la marcia dell’Europa verso di loro.


 


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