307 - 12.10.06


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Da gennaio saremo 27
Irene Impelluso

1 gennaio 2007: Romania e Bulgaria entreranno a far parte dell’Ue.
Il 26 settembre la Commissione Ue ha dato il via libera e il processo di ratifica prevede alcuni passaggi. Innanzitutto il rapporto dell'eurogoverno contiene una raccomandazione che sarà ratificata dai Venticinque, prima che Sofia e Bucarest possano indicare a Bruxelles i nomi dei rispettivi candidati commissari, che verranno poi ascoltati dal Parlamento europeo. Al termine delle audizioni, il Parlamento dovrà votare la fiducia al collegio europeo affinché la Commissione possa cominciare a lavorare fin dal primo gennaio.

Entrare a far parte dell’Unione significa soddisfare alcune condizioni politiche ed economiche e, nonostante i passi in avanti compiuti dai due paesi in diversi settori, rimangono alcune riserve da parte della Commissione, soprattutto in materia di giustizia e di lotta alla criminalità. In particolare, si chiede alla Bulgaria di garantire l’imparzialità del proprio sistema giudiziario e di portare a termine le indagini su scandali di corruzione politica e amministrativa. E lo stesso vale per la Romania: procedure giudiziarie più trasparenti e una seria lotta al crimine organizzato sono presupposti indispensabili per l’ingresso nell’Ue.

A preoccupare Bruxelles sono anche la gestione dei fondi agricoli e strutturali e la sicurezza aerea. Per quel che riguarda il primo settore, c’è il timore che i due nuovi membri non sappiano gestire la gran quantità di denaro che entrerà nel paese subito dopo l’adesione. Per questo motivo la Commissione ha adottato un regolamento speciale per i fondi agricoli e ha chiesto il rispetto per le norme in vigore per quelli strutturali con la possibilità, tuttavia, di sospendere il pagamento dei fondi qualora venissero riscontrate delle irregolarità.

Infine, Bruxelles teme per la sicurezza dei voli aerei e la Bulgaria potrebbe ritrovarsi in cima ad una lista nera se non adeguerà la propria compagnia di bandiera agli standard europei.
Superati questi ostacoli è necessario passare alle riforme istituzionali e dotarsi di meccanismi decisionali trasparenti e democratici, senza dimenticare, ha aggiunto il presidente della commissione europea Jose Manule Barroso, che esiste un senso di “fatica da allargamento” dei cittadini, problema da non sottovalutare affinché si arrivi ad un futuro d’unità europea.

Altre notizie dall’Unione

Nuove leggi anti-terrorismo?
Quali regole comuni per combattere il terrorismo? La discussione europea oscilla tra chi vuole nuove e severe leggi comuni e chi invece, pur ammettendo la necessità di nuove regole e di collaborazione tra apparati di polizia dei diversi stati membri, insiste sul principio di salvaguardare le libertà dei cittadini.
Secondo quanto si apprende in un comunicato stampa da euObserver, il Commissario europeo Franco Frattini propone nuove leggi per combattere il terrorismo ma ha incontrato tuttavia l’ostacolo della Danimarca e, in particolare, del Ministro della Giustizia danese Lene Espersen la quale teme che vengano lesi i diritti dei cittadini. Secondo il Commissario Frattini, gli stati europei sono ancora molto lontani dall’acquisire una linea comune per combattere il terrorismo; manca, sostiene il commissario italiano, una definizione dei diritti dei sospettati mentre lo scambio di dati personali degli indiziati tra forze di polizia degli stati membri è ancora scarsamente efficiente.

La grande coalizione slovacca e i suoi limiti
Il Primo Ministro slovacco Robert Fico, leader del partito socialdemocratico Smer, si difende a Bruxelles cercando di giustificare l’azione e la composizione del suo governo. La critica che gli viene rivolta riguarda la sua coalizione con l'ultranazionalista Sns; inoltre il Primo Ministro è stato esortato ad attenuare le tensioni che si sono accese nei confronti delle minoranze presenti nel Paese. Fico, però, nega qualsiasi violazione dei diritti umani nel trattamento delle minoranze e chiede che il suo governo non venga giudicato sulla base della sua composizione ma sul programma portato avanti.
Il Partito dei Socialisti Europei (Pes) deciderà se allontanare i partners del partito di Fico poiché la loro presenza scoraggia i tentativi del Pes di combattere l’intolleranza etnica. Fico, si legge sulle pagine di European Voice, ha insistito sul fatto che la composizione del governo ha permesso al suo partito di compiere un “programma democratico sociale” e di creare un “welfare state economicamente efficiente”, mentre, continua il premier slovacco, la precedente amministrazione guidata da Mikulás Dzurinda ha soltanto “servito le minoranze” lasciando il paese con un alto tasso di povertà e disoccupazione e bassi salari. L’impegno di Bratislava sarà quello di far entrare il paese nell’euro entro il 2009, cercando di ridurre il deficit al 3% entro il 2007 e al 2,5% entro l’anno successivo.


Il valore della costituzione europea

Quanto costa alla Commissione non avere una costituzione europea?
Il parlamentare socialista tedesco Jo Leinen, per esempio, ha scritto una relazione che si intitola “I costi della non-costituzione” in cui viene fatta una lista degli eventi (come gli attacchi terroristici, l’immigrazione illegale, il fabbisogno energetico) che l’Europa avrebbe potuto affrontare più facilmente se fosse stata dotata di una costituzione. Secondo Jose Manuel Barroso, scrive euObserver, la Commissione dovrebbe rimanere al di fuori del dibattito fra gli stati e tener conto del “no” di Francia e Olanda, opinione che Leinen non condivide perché la costituzione è un trattato per il quale tutti gli stati membri si devono impegnare, perché tutti direttamente coinvolti.

 



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