307 - 12.10.06


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Quante bufale per colpire l’Ue
Alessandra Spila

I pescatori devono indossare delle retine per i capelli, le ambulanze devono essere tutte dipinte di giallo, le torte fatte in casa devono essere etichettate, gli animali morti devono essere cotti a vapore per almeno mezz’ora, Babbo Natale deve diventare donna. Questi sono solo alcuni, e tra i meno imbarazzanti, esempi di “eurobufale”, ovvero notizie false o poco comprensibili, e quindi equivocate negli anni, diffuse dalla stampa sulle norme dell’Unione europea.

Ecco perché ad aiutare i poveri cittadini del vecchio continente, frastornati dalle leggende metropolitane targate Cee, arriva Euromiti. Dizionario delle eurobufale dalla A alla Z, scritto da due giornalisti, Massimo Giacomini e Nicoletta Spina. Il volume, sotto forma di dizionario agevole e puntuale, passa in rassegna, appunto, i cosiddetti “euromiti”, frutto di notizie nate male e capite ancora peggio, a volte per sbaglio, altre volte per malafede. A controbatterli, uno ad uno, l’ironica quanto precisa ricostruzione dei “veri” interventi legislativi di Bruxelles, grazie alla quale si sfatano una volta per tutte le assurdità prese per vere. Assurdità e dicerie che purtroppo trovano spunto e conforto anche da un’Europa macchinosa, grigiamente burocratica (da qui la definizione “euroburocrati”), che invoglia suo malgrado i mass-media a dipingerla come generatrice di regolamenti, procedure ed indicazioni innumerevoli e farraginosi.

Ma oltre alla complicità involontaria dell’Europa, grazie a questo piccolo dizionario, si scopre (o meglio si conosce davvero) quanta perfidia, sotto forma di critiche e beffe, sia da attribuire proprio ad una stampa pronta a colpire basso, come nel caso particolare di quella anglosassone. E non dovrebbe stupire un tale accanimento, se si pensa a quanti britannici siano tutt’ora avversari dell’integrazione, ritenendola più che un sogno, un vero incubo. Né dovrebbe stupire se si pensa ai famigerati tabloid che, oltre con la famiglia reale e il mondo dello spettacolo, saziano i loro lettori con attacchi all’Unione europea. Basti pensare all’eurobufala che voleva far scomparire dalla circolazione i famosi double decker, simbolo del trasporto urbano britannico. Sarebbero dovuti scomparire dalla circolazione, perché meno sicuri per i passeggeri e inaccessibili per i disabili rispetto agli autobus ad un solo piano. In realtà la legislazione europea, definita di concerto tra Parlamento, Commissione e stati membri mira a rafforzare i parametri di comfort per tutti i passeggeri, compresi i disabili, ma stabilisce pure che ogni nuovo regolamento in materia riguarda solo i nuovi mezzi e non quelli già esistenti. L’ironia è che, Bruxelles o non Bruxelles, alla fine i double decker britannici sono andati in pensione davvero. Dopo mezzo secolo di onorato servizio, sono stati rimpiazzati da bus sempre rossi, sempre a due piani, ma più confortevoli e tecnologici, mentre la versione scoperta del bus bipiano viene utilizzata in alcune capitali europee, come Parigi e Roma, per giri turistici.

I tabloid, insomma, cercano di mettere scompiglio a colpi di cinico umorismo e sensazionalismo e per farlo non esitano ad utilizzare quanto è necessario per uniformare regole, modificare abitudini, consuetudini, antiche tradizioni. Ma non bisogna dimenticare che oltre all’umano e ragionevole desiderio di conservare la propria cultura, dietro ci sono anche potenti lobbies industriali, economiche e finanziarie, preoccupate di perdere privilegi e guadagni non indifferenti. Le forzature della stampa, quindi, nascono da una documentazione superficiale, ma anche dalla necessità esplicita di sollevare polemiche su un determinato argomento: ecco spiegato allora il fiorire della letteratura che ridicolizza ogni cosa o fatto usciti dai palazzi bruxellesi. Però bisogna riconoscerlo: non poche volte risulta difficile comprendere il senso di quanto partoriscono gli “euroburocrati”.


Massimo Giacomini e Nicoletta Spina
Euromiti. Dizionario
delle eurobufale dalla A alla Z

SassoEditore, pp.165, €12,00,



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