I pescatori devono indossare delle retine per i
capelli, le ambulanze devono essere tutte dipinte
di giallo, le torte fatte in casa devono essere etichettate,
gli animali morti devono essere cotti a vapore per
almeno mezz’ora, Babbo Natale deve diventare
donna. Questi sono solo alcuni, e tra i meno imbarazzanti,
esempi di “eurobufale”, ovvero notizie
false o poco comprensibili, e quindi equivocate negli
anni, diffuse dalla stampa sulle norme dell’Unione
europea.
Ecco perché ad aiutare i poveri cittadini
del vecchio continente, frastornati dalle leggende
metropolitane targate Cee, arriva Euromiti. Dizionario
delle eurobufale dalla A alla Z, scritto da due
giornalisti, Massimo Giacomini e Nicoletta Spina.
Il volume, sotto forma di dizionario agevole e puntuale,
passa in rassegna, appunto, i cosiddetti “euromiti”,
frutto di notizie nate male e capite ancora peggio,
a volte per sbaglio, altre volte per malafede. A controbatterli,
uno ad uno, l’ironica quanto precisa ricostruzione
dei “veri” interventi legislativi di Bruxelles,
grazie alla quale si sfatano una volta per tutte le
assurdità prese per vere. Assurdità
e dicerie che purtroppo trovano spunto e conforto
anche da un’Europa macchinosa, grigiamente burocratica
(da qui la definizione “euroburocrati”),
che invoglia suo malgrado i mass-media a dipingerla
come generatrice di regolamenti, procedure ed indicazioni
innumerevoli e farraginosi.
Ma oltre alla complicità involontaria dell’Europa,
grazie a questo piccolo dizionario, si scopre (o meglio
si conosce davvero) quanta perfidia, sotto forma di
critiche e beffe, sia da attribuire proprio ad una
stampa pronta a colpire basso, come nel caso particolare
di quella anglosassone. E non dovrebbe stupire un
tale accanimento, se si pensa a quanti britannici
siano tutt’ora avversari dell’integrazione,
ritenendola più che un sogno, un vero incubo.
Né dovrebbe stupire se si pensa ai famigerati
tabloid che, oltre con la famiglia reale e il mondo
dello spettacolo, saziano i loro lettori con attacchi
all’Unione europea. Basti pensare all’eurobufala
che voleva far scomparire dalla circolazione i famosi
double decker, simbolo del trasporto urbano
britannico. Sarebbero dovuti scomparire dalla circolazione,
perché meno sicuri per i passeggeri e inaccessibili
per i disabili rispetto agli autobus ad un solo piano.
In realtà la legislazione europea, definita
di concerto tra Parlamento, Commissione e stati membri
mira a rafforzare i parametri di comfort per tutti
i passeggeri, compresi i disabili, ma stabilisce pure
che ogni nuovo regolamento in materia riguarda solo
i nuovi mezzi e non quelli già esistenti. L’ironia
è che, Bruxelles o non Bruxelles, alla fine
i double decker britannici sono andati in
pensione davvero. Dopo mezzo secolo di onorato servizio,
sono stati rimpiazzati da bus sempre rossi, sempre
a due piani, ma più confortevoli e tecnologici,
mentre la versione scoperta del bus bipiano viene
utilizzata in alcune capitali europee, come Parigi
e Roma, per giri turistici.
I tabloid, insomma, cercano di mettere scompiglio
a colpi di cinico umorismo e sensazionalismo e per
farlo non esitano ad utilizzare quanto è necessario
per uniformare regole, modificare abitudini, consuetudini,
antiche tradizioni. Ma non bisogna dimenticare che
oltre all’umano e ragionevole desiderio di conservare
la propria cultura, dietro ci sono anche potenti lobbies
industriali, economiche e finanziarie, preoccupate
di perdere privilegi e guadagni non indifferenti.
Le forzature della stampa, quindi, nascono da una
documentazione superficiale, ma anche dalla necessità
esplicita di sollevare polemiche su un determinato
argomento: ecco spiegato allora il fiorire della letteratura
che ridicolizza ogni cosa o fatto usciti dai palazzi
bruxellesi. Però bisogna riconoscerlo: non
poche volte risulta difficile comprendere il senso
di quanto partoriscono gli “euroburocrati”.
Massimo Giacomini e Nicoletta Spina
Euromiti. Dizionario
delle eurobufale dalla A alla Z
SassoEditore, pp.165, €12,00,
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