I suoi supporter, i suoi detrattori, gli amici e
i nemici giurati, gli avversari della destra francese
e quelli che invece stanno dentro al partito socialista,
e non possono proprio immaginare che sia lei a rappresentarli
nelle prossime elezioni presidenziali.
Conosciamo Ségolène Royal da alcune
frasi che la riguardano scovate sulla stampa francese.
Yvette Roudy, femmista ex ministro
delegato ai Diritti della donna:
“L’erede di Mitterrand? Ségolène
ovviamente. Lei sorprende sempre. Con Fabius o Dominique
Strass-Khann c’è una vera distanza di
classe. Lei sa parlare al popolo. E poi la politica,
con il Vaticano, è l’unico posto dove
si resta tra uomini. E’ tempo di cambiare”.
Michèle Dessene, ex segretaria
generale di Attac:
“Lei è capace di reinventare un legame
forte tra la politica e i cittadini”.
Jack Lang, candidato alla candidatura
Ps:
“Da mesi si è impressionati dalle previsioni
elettorali che saranno, come al solito, smentite dalla
realtà. Invece di cercare un presidente della
repubblica si gioca al concorso dei pronostici”.
Jean-Paul Houchon, presidente
della regione Ile de France:
“Ségolene Royal ha già vinto la
corsa all’investitura”.
François Bayrou, presidente
del partito di centro Udf:
“Quando sento Ségolène Royal dire
che non è stata mai attaccata così tanto
sorrido: quello che subisce oggi non è niente
in confronto a quello che subirà domani”.
Claude Allegre, ex ministro
dell’Educazione nazionale e jospinista:
“Le differenze tra Lionel Jospin e Ségolène
Royal sono chiare. Uno crede al progresso l’altra
ne dubita; uno crede che l’immigrazione debba
trattarsi a scala europea, l’altra, come Villiers
(uomo politico di destra, sovranista e razzista, ndr),
a scala regionale; uno crede che la Carta scolastica
debba essere la base dell’uguaglianza di fronte
al servizio pubblico, l’altra, come Sarkozy,
ne rimette in causa il principio; uno vede l’ecologia
come un motore di crescita, l’altra come una
serie d’interdizioni. Per me queste differenze
sono essenziali. Comprendo il successo di Ségolène
nell’opinione pubblica. Il fatto che sia una
donna gioca molto. Quello che è divertente
è che appare come qualcuno d’esteriore
alla politica, mentre non ha fatto altro che questo
ed è circondata solo da politici professionisti.
La sinistra e il Ps sono effettivamente in pericolo
e Ségolène Royal non è la causa
ma il sintomo”.
Daniel Cohn-Bendit, deputato
europeo dei Verdi:
“Se noi sosteniamo Ségolène non
è solo perché è la persona più
adatta a battere Nicolas Sarkozy al secondo turno,
ma perché in più è la sola che
risponde a un bisogno profondo della società
francese: la trasformazione della funzione presidenziale.
Lei è in effetti la sola a incarnare questo
bisogno di una presidenza citoyenne, all’ascolto
della società e capace di mobilizzare le intelligenze
collettive di tutti”.
Pierre Moscoviti, deputato socialiste
sostiene DSK:
Ségolène è a questo punto nei
sondaggi perché “fa cose differenti e
sembra rispondere a un certo numero di problemi. Per
il momento è una buona candidata, ma la campagna
sta appena iniziando”.
Nicolas Sarkozy, candidato della
destra alle presidenziali:
il contributo di Ségolène Royal al dibattito
d’idee? “Vicino a zero, il vuoto siderale.
Quali sono le sue idee sull’immigrazione? Nessuna.
Quali sono le sue idee sull’economia? Nessuna.
Se è questo il progetto di madame Royal, ho
paura se il fenomeno non resti tale”.
(a cura di l.s.)
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