Il sistema elettorale tedesco è argomento
di estrema attualità poiché viene preso
come modello del sistema proporzionale. Ma operare
in questo senso è errato, visto che si tratta
certo di un sistema elettorale proporzionale, ma misto.
Ciò significa che al suo interno sussistono
anche elementi tipici del sistema maggioritario. Per
meglio capire i meccanismi che regolano l’attribuzione
dei voti, sono necessarie alcune precisazioni.
La Repubblica federale è di tipo parlamentare
e il parlamento è bicamerale. La prima camera,
che corrisponde alla Camera dei deputati italiana,
è il Bundestag, con 670 deputati eletti ogni
4 anni. La seconda camera, il Bundesrat è una
rappresentanza dei Länder (i 16 stati federali
in cui è suddiviso il territorio nazionale),
con 68 deputati delegati dai governi dei Länder.
Chiamati alle urne, i cittadini hanno a disposizione
due voti. Con il primo viene espressa la preferenza
per un candidato del collegio territoriale mentre
con il secondo si sceglie il candidato di una delle
liste di Partito presentate nella circoscrizione elettorale
regionale (a sistema proporzionale). Metà dei
seggi viene dunque attribuita con il sistema uninominale
a maggioranza relativa, mentre l’altra metà
con il metodo proporzionale a doppio scrutinio (sistema
Hare-Niemeyer). Da sottolineare il peso del “secondo
voto”, maggiore rispetto al primo, poiché
alla percentuale di voti ricevuta da ogni partito,
corrisponde il numero dei seggi nel Bundestag.
Il rischio di questo sistema potrebbe essere un’eccessiva
frammentazione partitica, ma proprio per ovviare al
problema è stato inserito uno sbarramento:
vengono esclusi nel secondo scrutinio i candidati
di quei partiti che, sull’intero territorio
nazionale, non abbiano riportato almeno il 5 % dei
voti validi o conquistato almeno tre seggi nei collegi
uninominali. Tale sbarramento non si applica ai rappresentanti
delle tre minoranze nazionali, Danesi, Sorbi della
Lusazia, Frisoni. Il parlamento elegge poi un Presidente
della repubblica, mentre il segretario politico del
partito vincente diventa automaticamente capo del
governo (Cancelliere) per l’intera legislatura.
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