285 - 28.09.05


Cerca nel sito
Cerca WWW
Ha vinto
l'incertezza

Gian Enrico Rusconi
con Mauro Buonocore



“È molto difficile che Angela Merkel e Gerhard Schröder possano partecipare insieme a una grande coalizione: uno dei due deve tirarsi indietro”.
All’indomani delle elezioni in Germania, Gian Enrico Rusconi, docente all’Università di Torino e profondo conoscitore della storia e della politica tedesca, non crede alla possibilità della Grosse Koalition, l’alleanza di governo tra Cdu e Spd, a meno che uno dei due leader non si tiri indietro. “C’è un classico incrocio tra geometria politica e personalità dei leader – spiega Rusconi – poiché queste elezioni sono state caratterizzate da una forte personalizzazione, in particolare la Cdu ha puntato moltissimo sulla figura della Merkel, non vedo la possibilità che i due possano coesistere in un governo come fecero Kiesinger e Brandt nel ’66; l’unico presupposto per la Grande Alleanza è che uno dei due ceda il passo all’altro”.

Il giorno dopo la chiusura delle urne, a spoglio effettuato, la Germania non conosce ancora il colore del prossimo governo, e sulle pagine dei giornali fioriscono ipotesi sulla composizione della futura maggioranza: se non sarà Grosse Koalition si potrebbe formare un’alleanza “rosso-rosso-verde”, con la nuova sinistra di Lafontaine ad appoggiare il governo uscente; oppure potremmo trovarci di fronte a un “semaforo”, una coalizione con il rosso della Spd, i Verdi e il giallo, colore rappresentativo del Fdp, partito liberale che con il 9,8% dei voti e 61 seggi può giocare un ruolo importante; o, ancora, il nuovo governo potrebbe avere i colori della Giamaica, il nero il verde e il giallo, rappresentati dalla Cdu-Csu della Merkel, i Verdi e l’Fdp.
Che si vogliano utilizzare metafore o meno, paradossalmente c’è un solo dato sicuro: “Il risultato concreto – dice Rusconi – è proprio l’estrema incertezza; non dimentichiamo tra l’altro che alla vigilia del voto c’era quasi il trenta per cento di indecisi, questo fattore ha inciso molto; ogni possibile previsione è a questo punto molto labile e rischia di essere già superata tra poche ore”.
Non solo è molto difficile prevedere quel che accadrà, ma non è nemmeno semplice analizzare i numeri usciti dalle urne e capire se esiste un vero vincitore.
“Nelle prime ore il vincitore sembrava Schröder, con la Merkel sconfitta, poi con il passare del tempo si vede che in realtà un vero vincitore dal punto di vista politico non c’è”, commenta Rusconi. “Sicuramente il cancelliere uscente ha vinto la battaglia che si giocava sull’immagine e come leader del partito ha portato a casa un risultato positivo”.

E se Schröder si può dire vincitore di una battaglia elettorale giocata sulla personalità del leader, chi esce sconfitta è sicuramente la Angela Merkel, con la Cdu che con il 35,2% dei voti (più di tre punti sotto il risultato del 2002) non può certo dirsi soddisfatta. Ma come si spiega questo calo dei cristiano-democratici? “La Merkel non ha convinto l’elettorato – risponde Rusconi – i voti che sono andati all’Fdp venivano da elettori della Cdu non convinti della sua linea che tra l’altro si è mostrata molto oscillante, partita su posizioni molto liberali, si poi è corretta durante la campagna elettorale, prometteva le riforme fiscali ultraliberiste di Kirchoff per poi indietreggiare fino a mostrarsi quasi commossa per i disoccupati. La Merkel non ha convinto nonostante il grandissimo sostegno dei mass media: il suo messaggio, alla fine, è risultato troppo contraddittorio. E qualche responsabilità sta anche nell’atteggiamento della Cdu che ha puntato molto sull’immagine della Merkel, sull’opportunità di un cancelliere donna; alla fine questa eccessiva personalizzazione della campagna elettorale non ha funzionato”.

Qualche parola a parte meritano i piccoli partiti che giocheranno un ruolo importante nei futuri equilibri del Bundestag; tra questi i verdi hanno grosso modo mantenuto la propria posizione, i liberali hanno guadagnato voti a spese della Cdu e potrebbero avere un peso decisivo nella formazione del governo. Ma la vera novità sta a sinistra: “Per la prima volta nella storia della Bundesrepublik – sottolinea Rusconi – si vede una forza politica consistente a sinistra della Spd; la Linkspartei è il vero dato nuovo che emerge da queste elezioni, anche se sembra che sul piano politico non verrà utilizzata. Forse Schröder potrebbe fare il cancelliere con il sostegno indiretto di Lafontaine, ma di questo non si può dire nulla, siamo ancora nel regno delle congetture”.

 

 

 

 

Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti da fare? Scriveteci il vostro punto di vista a
redazione@caffeeuropa.it