Il risultato dei referendum di Francia e Olanda sul
Trattato costituzionale dell’Unione Europea
ha mostrato l’inconsistenza della strategia
di marketing politico per cui l’Unione Europea
è un "prodotto" che i cittadini avrebbero
comprato senza indugi perché presentato in
una confezione attraente.
Superata con agilità la strumentalizzazione
dei falsi europeisti, per i quali quei "No"
sono la dimostrazione che i cittadini non vogliono
l’Unione Europea, e smarcandosi dalla lettura
secondo cui si tratta di una scelta populistica e
sciovinistica, forse si potrebbe avanzare l’ipotesi
che invece si tratta di un voto riconducibile alla
delusione verso l’Unione Europea.
E' difficile contestare che, nonostante la politica
sinceramente europeista dei veri federalisti, si sia
determinato un distacco tra le dichiarazioni e gli
atti, tanto che la volontà della Ue di essere
un superstato compiuto, con un’economia liberale-sociale
e una attenzione costante verso il rispetto dei diritti
civili e umani, appaia come un traguardo da raggiungere.
In questo modo si finisce per fare il gioco di coloro
che, utilizzando il cavallo di Troia della retorica
e presentadosi come ultra europeisti, in realtà
puntano a indebolire le strutture portanti dell’Ue,
rendendola inefficace e poco credibile. Si pensi al
tema dell'allargamento.
Sorprende che questa tattica portata avanti soprattutto
dal settore più retrivo della Destra non sia
considerata motivo di opposizione da parte della Sinistra
che invece addirittura in alcune sue parti aderisce
(si presume in modo inconsapevole).
Per la Sinistra e per il Centrosinistra, a livello
europeo e nazionale, c'è così il rischio
di diventare catalizzatore dei risentimenti di quella
parte - maggioritaria - dell'elettorato attenta a
che alle promesse seguano realizzazioni concrete,
e, soprattutto, contraria alle scelte opportunistiche.
Dovrebbe essere abbastanza indicativo quanto sta
avvenendo in Germania, dove la coalizione rosso-verde
ha perso voti in tutti i Lander, perfino, di recente,
in quello (il NordReno Westfalia) considerato una
fortezza sicura. Il voto ideologico è un ricordo
del passato e in Italia l'esempio si era già
avuto nel '99 quando la Sinistra perse il comune di
Bologna.
Si pensa che il cittadino guardi con ammirazione
ai politici e ai partiti propensi alle basse manovre,
all'opportunismo, al raggiungimento di posizioni di
potere. Ma come mostrano anche certi risultati elettorali,
anche a livello europeo, il cittadino molto più
spesso tende a premiare la coerenza, al di la' dello
schieramento politico.
Ai referendum di Francia e Olanda seguiranno quelli
di Lussemburgo, Danimarca, Portogallo, Gran Bretagna,
Irlanda, Polonia.
Pensare di superare l'ostacolo posto dai risultati
dei primi due ostentando superbia non è il
modo migliore per convincere i cittadini degli altri
stati sulla bontà delle intenzioni.
Tra le dichiarazioni del dopo voto franco-olandese
si possono leggere uscite del tipo "Andiamo avanti
lo stesso" o "il Trattato non si cambia".
In questo modo i cittadini aumenteranno il proprio
distacco dalla Ue perché penseranno che la
loro opinione negativa sulla Ue è fondata.
Il vicepresidente della Commissione Margot Wallstrom
ha detto: "La voce di quasi la metà della
popolazione dell'Unione non può essere ignorata",
riferendosi al dato per cui, dopo la ratifica della
Germania, il Trattato risulta approvato, fino ad ora,
da nove paesi, in rappresentanza del 49% della popolazione
comunitaria.
E' vero, ma bisognerebbe aggiungere che si tratta
nella quasi totalità di ratifiche per via parlamentare.
Ammettere gli errori compiuti e dimostrarsi disposti
a migliorare sarebbe invece un modo più concreto
e sincero di affermare il proprio europeismo. La grande
maggioranza dei cittadini europei vuole la Unione
Europea, perché si rende conto benissimo che
rappresenta un punto di riferimento alternativo e
forte, soprattutto un garante contro certe normative
statali.
Adesso la parola torna alla politica e alla comunicazione.
Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti
da fare? Scriveteci il vostro punto di vista a
redazione@caffeeuropa.it