277 - 16.05.05


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Il dibattito, dalla strada alla tv
 

Il dibattito è serrato, pletorico, rumoroso e a volte soffocante. Le voci sono molteplici, i protagonisti numerosi e tutti guadagnano cittadinanza nella pubblica discussione, in quella che certe volte, però, più che un confronto pacato assume le sembianze di una zuffa da strada. Uomini politici, sindacalisti, imprenditori, mondo associativo e della cultura. Ognuno con i mezzi che gli sono propri interviene dove e come può dicendo la sua, rispondendo e provocando. In televisione, alla radio, sui giornali, durante gli scioperi, nelle manifestazioni politiche, sindacali e studentesche onnipresenti sono gli slogan, gli appelli, i manifesti e le petizioni. Non c’è più fatto che non discenda dal Fatto, dalla Costituzione, causa e conseguenza di ogni cosa.

E la piazza virtuale e mediatica è nutrita e riflette, dialetticamente, nient’altro che la piazza per eccellenza: la strada. Vi si sente di tutto. Il medico in ospedale non mi ha trattato con la cortesia dovuta ad un malato e allora io voto no, che altrimenti mi tratterebbe peggio. Il testo del trattato è troppo lungo, dovrebbe essere più corto, io voto contro.
Insomma, dipanare questa intricata matassa, districarsi tra tutti questi umori rimanendo lucidi non è affatto facile.

Chi voglia farsi un giro nel dibattito francese sul tema del progetto di Trattato costituzionale, offriamo una limitatissima crestomazia di pensieri, tra chi dice oui e chi invece vuole il non.
(l.s.)

 

 

 

 

 

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