277 - 16.05.05


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Chi dice, assolutamente, non
 

Estratte dal dibattito intorno al referendum sulla costituzione francese, le parole di chi si oppone alla ratifica.

 

José Bové, ex portavoce della Confederazione contadina: “Si sono modificate le regole d’attribuzione degli aiuti agli agricoltori abbandonando la preferenziale comunitaria e si è entrati in una logica di mercato applicando i prezzi mondiali. Questo avrà delle conseguenze drammatiche per gli agricoltori. A partire da quando il Trattato sarà ratificato non ci saranno più vie d’uscita, più alternative politiche, economiche o sociali possibili. Vi do un esempio: se la Costituzione francese fosse stata costruita sugli stessi principi, l’alternanza del 1981 non sarebbe mai stata possibile”.

Jean-Marie Le Pen, presidente del Fn: “Ho votato contro il Trattato di Roma nel 1957. Se questo edificio giuridico e politico sarà ammesso, sarà la fine della Francia. Mi auguro che la Francia conservi il suo diritto a disporre di se stessa, la sua indipendenza, di cui, ricordo, Chirac è il garante”.

Jacques Généreux, economista membro del consiglio nazionale del Ps: “Dopo Maastricht non c’è stato un approfondimento politico, ma, invece, una privatizzazione dei servizi pubblici, una mercantilizzazione dell’educazione e della sanità, dumping sociale e fiscale e, ora, le delocalizzazioni. Abbiamo perso la battaglia dell’Europa sociale con la sinistra al potere. C’è una deriva liberale della sinistra europea. È la prima volta nella storia dell’Ue che la libera concorrenza appare come un obiettivo. L’aspirazione ad una maggiore coesione sociale, largamente condivisa dai popoli, è stata tradita dalle élites”.

Xavier Flez, amministratore delegato della società informatica Yphise: “La costruzione europea, fino ad ora, è stata fatta da paesi molto simili in materia, per esempio, di diritti sociali, di remunerazioni. Si sono aggiunti dieci paesi in maniera abbastanza brutale, le cui condizioni in termini economici e sociali sono molto differenti dalle nostre. Oggi, se l’Europa funziona con l’unico motore della concorrenza, l’equilibrio si rompe. Il principio fondamentale che ha motivato la costruzione europea è stato il mantenimento della pace. C’è riuscita. Quello che mi inquieta quando mi proietto nel futuro, è il rischio di conflitti che questa messa in concorrenza tra popoli nasconde”.

Gérard Mordillat, romanziere e cineasta: “Questa Costituzione inscrive l’opzione liberale come fine politico prioritario. Vediamo in tutti i paesi europei la crescita esponenziale della disoccupazione, delle delocalizzazioni e dello scarto tra ricchi e poveri. Quello che mi interessa è di costruire un’Europa politica e sociale prima di definire il tipo di economia. Piuttosto che la libera concorrenza avrei preferito vedere inscritto il progresso sociale, la crescita, il pieno impiego”.

Marie-George Buffet, segretaria nazionale del Pcf: “L’Europa oggi è fragile perché si costruisce senza i cittadini, è fragile per l’uso da parte dei governi dei parlamenti nazionali per cancellare tutte le acquisizioni sociali. Con questo referendum si possono riconciliare i nostri cittadini con l’Europa presentandogli un’alternativa all’Europa liberale, un’alternativa sociale, democratica. L’Europa non può essere rovinata mettendola al servizio dei mercati finanziari con questo dogma della libera concorrenza. I popoli devono poter scegliere le politiche economiche e sociali condotte dai governanti”.

Jean-Pierre Chevènement, presidente del Movimento repubblicano e cittadino (Mrc): “Questa Costituzione è un corsetto liberale. Il patto di stabilità, l’indipendenza della Banca centrale, esempi di una perdita di sovranità scandalosa e recessiva. L’Europa ci protegge contro la mondializzazione? Ma l’euro ci asfissia. La Germania, la Francia, l’Italia sono in rosso. I nostri popoli hanno gli stessi problemi. È la linea dell’abdicazione della Repubblica e dell’indipendenza della Francia, che è necessaria per l’indipendenza dell’Europa”.
“Il bricolage istituzionale non può più rimediare all’assenza di un progetto politico. La Costituzione di Giscard d’Estaing mette il carro davanti ai buoi”.

Laurent Fabius, numero due del Ps: “La gente è per l’Europa, ma non per una qualunque: per un’Europa sociale solidale e forte, non per un’Europa che smette di proteggerci”.
“Quando si conosce l’inclinazione proamericana dei britannici e di molti altri, si capisce come il sistema dell’unanimità non permetterà all’Europa di prendere posizioni forti”.

Michel Charasse, senatore Ps: “Un funzionario, alla posta per esempio, potrà pregare dietro al suo sportello di fronte agli utenti, un alunno potrà stendere un tappeto in classe per compiere i suoi riti, ecc. Il Trattato rimette in questione la neutralità e la laicità dello Stato”.

Alain Krivine, portavoce della Lega comunista rivoluzionaria (Lcr): “Quanto all’integrazione della carta dei diritti fondamentali è un grande inganno. Non è che un richiamo a generalità e pii desideri al di qua dei diritti sociali e democratici acquisiti nella maggior parte dei paesi europei”.

Marie-George Buffet: “Il diritto alla petizione evocato nel testo non è altrimenti definito e possiamo tradurlo con un’autorizzazione ai cittadini di gridare nel deserto”.
(a cura di luca sebastiani)

 

 

 

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