Estratte dal dibattito intorno
al referendum sulla costituzione francese, le parole
di chi si oppone alla ratifica.
José Bové, ex portavoce
della Confederazione contadina: “Si sono modificate
le regole d’attribuzione degli aiuti agli agricoltori
abbandonando la preferenziale comunitaria e si è
entrati in una logica di mercato applicando i prezzi
mondiali. Questo avrà delle conseguenze drammatiche
per gli agricoltori. A partire da quando il Trattato
sarà ratificato non ci saranno più vie
d’uscita, più alternative politiche,
economiche o sociali possibili. Vi do un esempio:
se la Costituzione francese fosse stata costruita
sugli stessi principi, l’alternanza del 1981
non sarebbe mai stata possibile”.
Jean-Marie Le Pen, presidente del
Fn: “Ho votato contro il Trattato di Roma nel
1957. Se questo edificio giuridico e politico sarà
ammesso, sarà la fine della Francia. Mi auguro
che la Francia conservi il suo diritto a disporre
di se stessa, la sua indipendenza, di cui, ricordo,
Chirac è il garante”.
Jacques Généreux,
economista membro del consiglio nazionale del Ps:
“Dopo Maastricht non c’è stato
un approfondimento politico, ma, invece, una privatizzazione
dei servizi pubblici, una mercantilizzazione dell’educazione
e della sanità, dumping sociale e
fiscale e, ora, le delocalizzazioni. Abbiamo perso
la battaglia dell’Europa sociale con la sinistra
al potere. C’è una deriva liberale della
sinistra europea. È la prima volta nella storia
dell’Ue che la libera concorrenza appare come
un obiettivo. L’aspirazione ad una maggiore
coesione sociale, largamente condivisa dai popoli,
è stata tradita dalle élites”.
Xavier Flez, amministratore delegato
della società informatica Yphise: “La
costruzione europea, fino ad ora, è stata fatta
da paesi molto simili in materia, per esempio, di
diritti sociali, di remunerazioni. Si sono aggiunti
dieci paesi in maniera abbastanza brutale, le cui
condizioni in termini economici e sociali sono molto
differenti dalle nostre. Oggi, se l’Europa funziona
con l’unico motore della concorrenza, l’equilibrio
si rompe. Il principio fondamentale che ha motivato
la costruzione europea è stato il mantenimento
della pace. C’è riuscita. Quello che
mi inquieta quando mi proietto nel futuro, è
il rischio di conflitti che questa messa in concorrenza
tra popoli nasconde”.
Gérard Mordillat, romanziere
e cineasta: “Questa Costituzione inscrive l’opzione
liberale come fine politico prioritario. Vediamo in
tutti i paesi europei la crescita esponenziale della
disoccupazione, delle delocalizzazioni e dello scarto
tra ricchi e poveri. Quello che mi interessa è
di costruire un’Europa politica e sociale prima
di definire il tipo di economia. Piuttosto che la
libera concorrenza avrei preferito vedere inscritto
il progresso sociale, la crescita, il pieno impiego”.
Marie-George Buffet, segretaria
nazionale del Pcf: “L’Europa oggi è
fragile perché si costruisce senza i cittadini,
è fragile per l’uso da parte dei governi
dei parlamenti nazionali per cancellare tutte le acquisizioni
sociali. Con questo referendum si possono riconciliare
i nostri cittadini con l’Europa presentandogli
un’alternativa all’Europa liberale, un’alternativa
sociale, democratica. L’Europa non può
essere rovinata mettendola al servizio dei mercati
finanziari con questo dogma della libera concorrenza.
I popoli devono poter scegliere le politiche economiche
e sociali condotte dai governanti”.
Jean-Pierre Chevènement,
presidente del Movimento repubblicano e cittadino
(Mrc): “Questa Costituzione è un corsetto
liberale. Il patto di stabilità, l’indipendenza
della Banca centrale, esempi di una perdita di sovranità
scandalosa e recessiva. L’Europa ci protegge
contro la mondializzazione? Ma l’euro ci asfissia.
La Germania, la Francia, l’Italia sono in rosso.
I nostri popoli hanno gli stessi problemi. È
la linea dell’abdicazione della Repubblica e
dell’indipendenza della Francia, che è
necessaria per l’indipendenza dell’Europa”.
“Il bricolage istituzionale non può più
rimediare all’assenza di un progetto politico.
La Costituzione di Giscard d’Estaing mette il
carro davanti ai buoi”.
Laurent Fabius, numero due del Ps:
“La gente è per l’Europa, ma non
per una qualunque: per un’Europa sociale solidale
e forte, non per un’Europa che smette di proteggerci”.
“Quando si conosce l’inclinazione proamericana
dei britannici e di molti altri, si capisce come il
sistema dell’unanimità non permetterà
all’Europa di prendere posizioni forti”.
Michel Charasse, senatore Ps: “Un
funzionario, alla posta per esempio, potrà
pregare dietro al suo sportello di fronte agli utenti,
un alunno potrà stendere un tappeto in classe
per compiere i suoi riti, ecc. Il Trattato rimette
in questione la neutralità e la laicità
dello Stato”.
Alain Krivine, portavoce della Lega
comunista rivoluzionaria (Lcr): “Quanto all’integrazione
della carta dei diritti fondamentali è un grande
inganno. Non è che un richiamo a generalità
e pii desideri al di qua dei diritti sociali e democratici
acquisiti nella maggior parte dei paesi europei”.
Marie-George Buffet: “Il diritto
alla petizione evocato nel testo non è altrimenti
definito e possiamo tradurlo con un’autorizzazione
ai cittadini di gridare nel deserto”.
(a cura di luca sebastiani)
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