Airbus 380 e Huygens sono i nomi che hanno entusiasmato,
nelle ultime due settimane, i politici e i giornali
del continente, o almeno quelli che credono nel ruolo
globale dell’Unione. “Il 14 gennaio l’Europa
si è posata sul corpo celeste più lontano
dalla Terra. L’arrivo della sonda Huygens è
stato un successo tecnologico e scientifico”,
ha scritto Le
Monde nell’editoriale del 19 gennaio. “Pochi
giorni dopo ha presentato il più grande aereo
per il trasporto civile mai costruito prima d’ora.
È un importante traguardo tecnologico e industriale,
e speriamo che diventi anche un successo commerciale.
Il vecchio continente ha ancora i mezzi per competere
con gli Usa in tutti i campi, compresi quelli più
impegnativi”.
Airbus: “Europa taglia extralarge”
“Una cerimonia degna dell’apertura di un’Olimpiade”,
l’ha definita il britannico
The
Guardian. Il nuovo super jumbo jet Airbus A380,
il più grande aereo passeggeri del mondo, è
stato presentato in pompa magna il 18 gennaio scorso
a Tolosa, alla presenza di 5000 invitati e dei vertici
dei quattro paesi europei che si sono presi l’onere
maggiore di questa impresa industriale, ovvero Francia,
Gran Bretagna, Germania e Spagna. “La vostra avventura
è un grande successo per l’Europa”,
ha salutato orgoglioso i costruttori dell’Airbus
il presidente francese Jacques Chirac, mentre per il
primo ministro britannico Tony Blair l’A380, “questo
simbolo di forza economica e innovazione tecnologica”,
dimostra che gli europei “possono competere e
vincere nel mercato globale”.
L’aereo, a due piani, eclissa il suo diretto concorrente,
il Boeing 747 americano, dominatore degli ultimi decenni
sui cieli mondiali e rispetto al quale il modello europeo
può contenere il 30-50% di passeggeri in più.
Nel sito internet dell’
A380
si sottolinea, coerentemente con i valori dell’Ue
(art. II-97 della Costituzione, “Tutela dell’ambiente”,
“Un livello elevato di tutela dell’ambiente
e il miglioramento della sua qualità devono essere
integrati nelle politiche dell'Unione e garantiti conformemente
al principio dello sviluppo sostenibile”), che
l’airbus è “ecologicamente responsabile”,
perché è più silenzioso e usa il
20% in meno di gasolio.
Il progetto è stato finanziato dall’Airbus
con 5,1 miliardi di fondi propri, dai risk partners
(tra cui costruttori di componenti dell’aereo)
per altri 3,1 miliardi, e il resto è stato anticipato
dai governi di Parigi, Berlino, Madrid e Londra, per
un totale di più di 10 miliardi di euro di investimenti
in 10 anni. Già 149 aerei di questo tipo sono
stati ordinati da 13 compagnie, e i primi test di volo
sono previsti per marzo 2005, mentre per il marzo 2006
i primi voli commerciali (Londra-Singapore per la Singapore
Airlines, mentre la prima compagnia europea a servirsene
sarà Air France). La “balena dell’aria”,
come l’ha definita
Liberation,
è uno splendido frutto della cooperazione europea,
come ha sottolineato il vicepresidente della Commissione
europea, il commissario per l’Industria Guenter
Verheugen: “Il Super-Airbus dimostra che lavorare
insieme nella Ue paga”. L’Airbus è
controllato per l’80% dall’Eads, il colosso
europeo della difesa e dell’aerospazio, mentre
il 20% è nelle mani della BAE Systems. I commissari
Günter Verheugen, Jacques Barrot and Peter Mandelson
l’hanno definita “una storia di successo
dell’Europa”.
L’entusiasmo dei politici è stato pari
a quello dei giornali del continente. Le Figaro, in
un editoriale intitolato “Europa taglia extralarge”,
ammonisce che “se l’Ue non unisce le forze,
se non sarà capace di ottenere gli stessi successi
anche nei settori strategico e tecnologico, rischia
di essere surclassata dalle potenze emergenti come
Cina e India”. Libération parla di “vanto
d’Europa, guanto di sfida agli americani”,
e ritiene che l’unico modo per contrastare l’egemonia
degli Stati Uniti sia agire all’interno dell’Unione,
dato che “al di fuori non c’è salvezza”:
“Il superjumbo renderà obsoleto il vecchio
Boeing 747, che per quarant’anni è stato
il simbolo della supremazia americana”.
“Un figlio della globalizzazione chiamato A380”
El
Mundo elenca soddisfatto i vantaggi che l’A380
porterà all’economia e ai trasporti spagnoli,
non ultimi “i 2000 nuovi posti di lavoro”,
che verranno creati per il fatto che l’industria
spagnola produrrà il 10% dei componenti dell’aereo.
Per <a href="http://www.elpais.es/" target="_blank">
El Paìs</a> la “cooperazione europea”
non è più una “espressione vuota”.
Per il ginevrino Le
Temps questa è la dimostrazione che “lo
stato può servire ancora”: “L’Unione
europea, che la Svizzera ha preso l’abitudine
di giudicare con scetticismo, non produce soltanto
burocrati impegnati a scrivere leggi liberticide contro
le sovranità nazionali e nuove imposte. La
presentazione a Tolosa dell’aereo A380 simboleggia
la crescita di potenza del progetto comunitario e
dimostra che è possibile competere con gli
Stati Uniti nel settore in cui sono più forti:
l’industria”. La Frankfurter
Allgemeine Zeitung lo ha chiamato “l’anti-Boeing”
e ha sottolineato la positiva “pressione della
politica”. Un po’ ovunque è risaltato
l’orgoglio dei singoli paesi per il contributo
dato al progetto, con il tabloid britannico The Sun
che, in chiave nazionalistica, ha fatto notare come
“quasi la metà di questo grandioso aereo
sia stato fabbricato o disegnato in Gran Bratagna”,
risultando così anzitutto “un trionfo
del talento britannico”. Ma in generale tutti
hanno riconosciuto l’identità europea
di quello che la Faz ha definito “un figlio
della globalizzazione chiamato A380”.
L’entusiasmo è motivato anche dagli ottimi
risultati dell’Airbus, che con 370 ordini e
320 consegne (rispettivamente il 57% e il 53% del
mercato mondiale), ha confermato nel 2004, per il
secondo anno consecutivo, la sua leadership mondiale
nell’aviazione commerciale, con la prospettiva
di battere nuovamente il rivale americano Boeing nel
2005, sia per ordini sia per consegne. “L’arrivo
dell’A380 ha un significato che va ben al di
là dei confini dell’industria aerea.
Se accoppiato al successo della missione Huygens dell’Agenzia
spaziale europea su una luna di Saturno, e il prossimo
lancio del sistema di navigazione radio satellitare
Galileo, il quadro che ne viene fuori è quello
di un’Europa “competitiva e tecnologicamente
sofisticata”, ha scritto il britannico The Guardian:
“Se il jumbo jet 747 della Boeing ha simboleggiato
il dominio tecnologico degli Usa dagli anni ’70
in poi, il lancio del super jumbo 380 segna l’inizio
della silenziosa sfida alla signoria americana”.
Sonda Huygens su Titano: “Il trionfo
è completo”
Identico entusiasmo ha accompagnato il successo della
sonda spaziale europea Huygens, che dopo sette anni
di viaggio ha raggiunto Titano, uno dei satelliti
di Saturno, il corpo celeste più lontano che
sia mai stato raggiunto dall’uomo. La politica
spaziale è da sempre uno dei campi in cui si
misura la forza di una potenza, e dopo il successo
del sistema satellitare Galileo l’Europa non
può che felicitarsi per i recenti progressi
raggiunti. Costata 2,7 milioni di euro, la missione
Cassini-Huygens, che ha visto la collaborazione della
Nasa, ha suscitato grande ammirazione su entrambe
le sponde dell’Atlantico. “È successo
qualcosa di incredibile”, ha scritto il Philadelphia
Inquirer, mentre per la Faz
“questo successo è uno stimolo per l’Agenzia
spaziale europea. La più ambiziosa missione
spaziale mai intrapresa dagli scienziati del vecchio
continente dimostra che non solo possono creare una
sonda spaziale in grado di atterrare con successo
su un altro corpo celeste, ma riescono a farlo anche
in condizioni difficili. Il trionfo è completo”.
Negli ultimi anni la politica spaziale dell’Unione
ha assunto una importanza crescente, tanto che il
13 maggio 2003 il Consiglio dell’Ue ha approvato
una risoluzione in cui, apprezzando il Green Paper
della Commissione, si sottolineava il legame di questa
politica con quella estera e di sicurezza dell’Ue,
con la società della conoscenza e la competitività
dell’Europa. Un anno prima anche il Parlamento
europeo si era pronunciato a proposito, con la risoluzione
del 17 gennaio 2002, in cui, anche qui in coerenza
con i valori dell’Europa (L’art. I-3 della
Costituzione, “Obiettivi dell’Unione”,
segnala che “L’Unione si prefigge di promuovere
la pace”), si specificava che “le attività
spaziali dovrebbero essere intese solo per obiettivi
pacifici, che possono includere usi militari per operazioni
di peacekeeping”, “solo negli interessi
dell’umanità” e solo “in
accordo con il diritto internazionale”.
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