
Lo
United Kingdom Independence Party, vero trionfatore
delle ultime elezioni inglesi, è l'unico partito
rappresentato nel Parlamento europeo che chiede esplicitamente
il ritiro del suo paese dall'Unione. Dopo aver ottenuto
12 seggi - 10 in più rispetto al 1999 - si è
messo al lavoro per formare un gruppo parlamentare riconosciuto
che, per ottenere fondi, deve essere costituito da 19
eurodeputati di almeno 5 nazioni; i suoi alleati più
probabili sono ora nel gruppo
Europe of Democracies
and Diversities di cui fa parte l'ala più
antieuropeista di Strasburgo. Guidato dal danese Jens
Peter Bonde, l'Edd aspetta l'ingresso degli svedesi
dello
Swedish Junilistan che si oppongono alla
perdita di potere in favore di Bruxelles, dei polacchi
del
Poland's Selfdefence Group e della
League
of Catholic Families, oltre ad alcuni tedeschi e
francesi del gruppo dei "
sovereignitists"
e ai nuovi membri di Lituania e Slovacchia.
Cosa ha reso possibile in Gran Bretagna l'ascesa di
un partito famoso per le sue convinzioni xenofobe? Una
combinazione di crescente ostilità verso l'Europa
in vista dell'accordo sulla Costituzione e di risentimento
su temi spinosi, come asilo e immigrazione, hanno creato
terreno fertile per far crescere il sostegno a una formazione
di estrema destra. "Se è estremista voler
tornare in possesso della propria vita, della politica
estera e di difesa, del sistema sociale e di quello
legale e non voler essere governati da una bureau-cracy,
allora siamo estremisti": così parlava Robert
Kilroy Silk, candidato e star dell'Ukip, durante una
campagna elettorale dominata da volti noti - Joan Collins
lo affiancava spesso - e da slogan ad effetto: "Nel
1975 abbiamo votato per un mercato comune, non per un
Paese comune. Dì NO all'Europa". L'uomo
di punta del partito un tempo definito "
a bunch
of rightwing cranks" - letteralmente "un
mucchio di eccentrici destrorsi" -, conduttore
di un noto talk show per 18 anni, ha visto aumentare
la sua notorietà in seguito al recente licenziamento
da parte della Bbc: l'emittente britannica ha cancellato
il suo show dopo aver registrato un certo fanatismo
in un suo articolo pubblicato sul
Sunday Express
in cui, senza troppi riguardi, definiva gli arabi "
sucide
bombers, limb-amputators and women repressor"
ovvero "terroristi kamikaze, amputatori di arti
e oppressori delle donne".
"
The worst campaign in living memory",
- "la peggiore campagna elettorale di cui si abbia
memoria" - scriveva
The Independent all'indomani
delle elezioni. Blair non ha speso molte parole sull'Europa,
promettendo a breve un referendum sulla Costituzione;
i
Liberal Democrats hanno incentrarto la loro
campagna quasi esclusivamente sul tema dell'Iraq, mandando
in prima linea il leader Charles Kennedy anche davanti
ai musulmani nella moschea di Cardiff che non gli hanno
risparmiato le accuse d'ipocrisia. E i conservatori,
lamentava Charles Moore sul
Daily Telegraph,
hanno messo i loro elettori in una difficile posizione,
costringendoli ad accettare un compromesso duro da digerirere:
nel Parlamento europeo, infatti, sono alleati con lo
Europeans People's Party, il gruppo che si oppone
alle politiche nazionali d'immigrazione, sostiene il
sistema di tassazione coordinata, la Costituzione e
il buon funzionamento dell'Europa allargata. Questo
spiegherebbe la massiccia fuga di voti conservatori
verso l'Ukip.
Ma mentre molti commentatori politici sono d'accordo
nel dare la colpa alla campagna elettorale condotta
su temi confinati entro i perimetri nazionali, che poco
hanno avvicinato gli elettori all'Unione, un sondaggio
di
You Gov/Sky TV ha reso noto che gli elettori
hanno a cuore i temi classici come sanità, educazione
e lotta alla criminalità, mentre Europa e Iraq
sono fra i loro ultimi interessi. E' la dimostrazione
di quanto sia difficile "vendere" ai cittadini
inglesi l'idea di Europa, e ora quella della Costituzione,
un documento malvisto e con poco impatto sulla vita
di tutti i giorni. In Inghilterra il concetto di Europa
è avvolto dai pregiudizi e molte delle argomentazioni
contro la Costituzione sembrano infondate, o facilmente
confutabili: quando al leader dell'Ukip è stato
chiesto di dare un esempio del potere che la Gran Bretagna
perderebbe con la Costituzione, ha citato la "supremazia
delle leggi europee" senza pensare, come ha fatto
notare un esponente dei
Liberal Democrats, che
questo è il caso sin dal Trattato di Roma.
Cosa ha significato questo voto per i partiti inglesi?
I laburisti, convinti che "
Iraq is not coming
up on your doorstep" - "l'Iraq non sta
bussando alle nostre porte" - e che ai cittadini
non sarebbe interessato, si sono ricreduti. La stampa
è unanime nel considerare il "fattore Iraq"
decisivo per il crollo del partito di Blair. Prova ne
sia che un bastione come Birmingham, guidato dal partito
laburista per 20 anni, è caduto sotto i colpi
dei voti musulmani, la più grande forza elettorale
della città. Ma nessuno ha visto il risultato
elettorale come una previsione infallibile delle prossime
elezioni politiche. Sebbene i laburisti siano stati
duramente colpiti, i conservatori non sono avanzati
abbastanza da essere credibili come prossimo governo
entrante. "Non ha senso fare previsioni sulle prossime
elezioni generali basandosi sui risultati del 13 giugno;
i conservatori hanno ottenuto lo stesso risultato di
4 anni fa", scriveva T
he Independent on Sunday.
E anche
The Daily Telegraph non lasciava spazio
agli entusiasmi: "I progressi fatti non sono una
garanzia di vittoria nelle prossime elezioni, ma dimostrano
che il partito è tornato in gioco".
I risultati hanno dunque confermato che gli inglesi
sono fondamentalmente contrari ad una più stretta
integrazione con l'Europa, e una crescente minoranza
è in realtà a favore del ritiro. "Irredeemably
lost in our national psyco-drama?", - "Irrimediabilmente
persi nel nostro psicodramma nazionale?-: alle preoccupazioni
di una certa sinistra gli inglesi reagiscono pensando
che lo spettro nazionalista si agiti ben oltre la Gran
Bretagna. "Con l'ingresso dei 10 paesi dell'Europa
dell'Est con tradizioni più scettiche della nostra,
non siamo più soli", ha dichiarato Tony
Blair il quale, sostenendo la conclusione dell'accordo
sulla Costituzione europea, ha assicurato la sopravvivenza
dell'Unione. Ora dovrà spiegare ai cittadini
perchè quella sopravvivenza è necessaria.
Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti
da fare? Scriveteci il vostro punto di vista a
redazione@caffeeuropa.it