249 - 20.03.04


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Una grande regione europea
Tina Cosmai


Costituire un forum permanente per una collaborazione tra le regioni del Sud, che prescinda dal colore politico, e che sia intento istituzionale per usare al meglio le risorse europee. Questi gli obiettivi sul tappeto nel primo incontro seminariale dei governatori del Mezzogiorno, “Europa Mezzogiorno Regioni”, tenutosi lunedì 1 marzo alle ore 15.30, nella Sala Averroè di Città della Scienza a Bagnoli.
Presenti i Presidenti delle regioni Basilicata, Calabria, Sicilia, Puglia e Molise, rispettivamente Filippo Bubbico, Giuseppe Chiaravallotti, Salvatore Cuffaro, Raffaele Fitto, Michele Iorio, insieme ad Antonio Bassolino per la regione Campania.

Concordi i governatori nell’affermare che se esiste, ancora oggi, una questione meridionale, questa si costituisce nel rapporto non solo con lo Stato ma con l’Europa intera. E la novità sta nella capacità di rinnovamento da parte delle amministrazioni regionali del Sud, delle proprie strutture burocratiche e istituzionali. Andamento/novità che permette il buon utilizzo dei fondi Ue.

“Tutte le Regioni Meridionali stanno gestendo meglio le rilevanti risorse europee – conferma Antonio Bassolino – In un processo di valutazione, che vuol dire miglioramento delle pratiche e delle procedure”.. Valutazione quindi come selezione, criticità, “emulazione positiva tra Regioni e dentro ogni territorio regionale” continua il Presidente della Campania. Una diversa qualità dello sviluppo che si oppone alla politica, finora praticata, della quantità e che ha dei “fattori di contesto”: risanamento ambientale e territoriale, bonifica sociale, rispetto delle regole della pubblica amministrazione, regole chiare nel rapporto tra istituzioni e partners sociali, imprenditoriali e sindacali, principio della responsabilità pubblica. Un miglioramento essenziale, che ha determinato una crescita del Pil (Prodotto interno lordo), contemporaneamente alla diminuzione del tasso di disoccupazione. Due aspetti della politica economica che non sempre, nella storia del Mezzogiorno si sono coniugati.

“Per la prima volta c’è un crescita superiore rispetto alla media nazionale – dichiara Bassolino – Obiettivo delle regioni meridionali dev’essere quello di continuare a crescere, perché soltanto così possiamo ridurre il divario tra Nord e Sud”.

Stare in Europa non come area debole ma come parte costituente l’organismo europeo. E investire sul proprio territorio attraverso una gestione dei fondi Ue nei settori strategici, indicando linee di intervento che valorizzino fortemente il contesto urbano e territoriale, costituendo così poli d’attrazione culturale, economica e sociale a rafforzare il ruolo di un Mezzogiorno che pretende essere parte viva e ricca del contesto europeo. “Una grande regione europea”, lo definisce Bassolino.

La grande sfida è quindi, quella di attrarre più investimenti dall’estero, promuovendo progetti integrati sul territorio meridionale, al fine di rafforzare il ruolo delle regioni del Sud. Senza più centralizzazione delle politiche del Mezzogiorno, senza più una Cassa per il Mezzogiorno ma, in un positivo, intenso rapporto di collaborazione tra regioni, governo e dimensione europea, travalicando ogni confine di schieramento politico.

Un Sud che diventa propositivo, forte nelle sue funzioni e nei suoi poteri, capace di avere un ruolo importante e dialogante in tutti i canali di internazionalizzazione. Un Sud interessato al futuro del processo europeo. Qualcuno lo definisce una macroregione, che si innesti nel territorio internazionale, perdendo la connotazione di meridione d’Europa. Il pericolo più sentito è questo ma “intendiamo impegnarci per costruire un Mezzogiorno europeo, attraverso un rapporto di consultazione stabile e permanente, fondato sulla necessità della collaborazione istituzionale tra Regioni e Governo” affermano in coro i Presidenti.

E l’auspicio è quello di una Unione sempre più vicina ad un modello federale, con un trattato costituzionale europeo, che segni passi in avanti sul piano della politica estera, di sicurezza della politica economica e di nuove regole decisionali. “Anche se – attacca Bassolino – in questi mesi abbiamo visto quanto sia ancora forte una visione intergovernativa dell’Europa e quanto ciò condizioni la definizione di un assetto più adeguato dell’Unione. L’Europa deve avere una sola voce sulla scena mondiale, voce unitaria e indispensabile di fronte alle crisi e alle sfide del contesto internazionale”.
Insomma, una Europa che catalizzi le Politiche, le Culture, l’Economia, il Pensiero e verso questo processo d’unità il Sud “unisce i suoi tre mari”.


 

 

 

 

 

 

 

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