Costituire
un forum permanente per una collaborazione tra le
regioni del Sud, che prescinda dal colore politico,
e che sia intento istituzionale per usare al meglio
le risorse europee. Questi gli obiettivi sul tappeto
nel primo incontro seminariale dei governatori del
Mezzogiorno, “Europa Mezzogiorno Regioni”,
tenutosi lunedì 1 marzo alle ore 15.30, nella
Sala Averroè di Città della Scienza
a Bagnoli.
Presenti i Presidenti delle regioni Basilicata, Calabria,
Sicilia, Puglia e Molise, rispettivamente Filippo
Bubbico, Giuseppe Chiaravallotti, Salvatore Cuffaro,
Raffaele Fitto, Michele Iorio, insieme ad Antonio
Bassolino per la regione Campania.
Concordi i governatori nell’affermare che se
esiste, ancora oggi, una questione meridionale, questa
si costituisce nel rapporto non solo con lo Stato
ma con l’Europa intera. E la novità sta
nella capacità di rinnovamento da parte delle
amministrazioni regionali del Sud, delle proprie strutture
burocratiche e istituzionali. Andamento/novità
che permette il buon utilizzo dei fondi Ue.
“Tutte le Regioni Meridionali stanno gestendo
meglio le rilevanti risorse europee – conferma
Antonio Bassolino – In un processo di valutazione,
che vuol dire miglioramento delle pratiche e delle
procedure”.. Valutazione quindi come selezione,
criticità, “emulazione positiva tra Regioni
e dentro ogni territorio regionale” continua
il Presidente della Campania. Una diversa qualità
dello sviluppo che si oppone alla politica, finora
praticata, della quantità e che ha dei “fattori
di contesto”: risanamento ambientale e territoriale,
bonifica sociale, rispetto delle regole della pubblica
amministrazione, regole chiare nel rapporto tra istituzioni
e partners sociali, imprenditoriali e sindacali, principio
della responsabilità pubblica. Un miglioramento
essenziale, che ha determinato una crescita del Pil
(Prodotto interno lordo), contemporaneamente alla
diminuzione del tasso di disoccupazione. Due aspetti
della politica economica che non sempre, nella storia
del Mezzogiorno si sono coniugati.
“Per
la prima volta c’è un crescita superiore
rispetto alla media nazionale – dichiara Bassolino
– Obiettivo delle regioni meridionali dev’essere
quello di continuare a crescere, perché soltanto
così possiamo ridurre il divario tra Nord e
Sud”.
Stare in Europa non come area debole ma come parte
costituente l’organismo europeo. E investire
sul proprio territorio attraverso una gestione dei
fondi Ue nei settori strategici, indicando linee di
intervento che valorizzino fortemente il contesto
urbano e territoriale, costituendo così poli
d’attrazione culturale, economica e sociale
a rafforzare il ruolo di un Mezzogiorno che pretende
essere parte viva e ricca del contesto europeo. “Una
grande regione europea”, lo definisce Bassolino.
La grande sfida è quindi, quella di attrarre
più investimenti dall’estero, promuovendo
progetti integrati sul territorio meridionale, al
fine di rafforzare il ruolo delle regioni del Sud.
Senza più centralizzazione delle politiche
del Mezzogiorno, senza più una Cassa per il
Mezzogiorno ma, in un positivo, intenso rapporto di
collaborazione tra regioni, governo e dimensione europea,
travalicando ogni confine di schieramento politico.
Un Sud che diventa propositivo, forte nelle sue funzioni
e nei suoi poteri, capace di avere un ruolo importante
e dialogante in tutti i canali di internazionalizzazione.
Un Sud interessato al futuro del processo europeo.
Qualcuno lo definisce una macroregione, che si innesti
nel territorio internazionale, perdendo la connotazione
di meridione d’Europa. Il pericolo più
sentito è questo ma “intendiamo impegnarci
per costruire un Mezzogiorno europeo, attraverso un
rapporto di consultazione stabile e permanente, fondato
sulla necessità della collaborazione istituzionale
tra Regioni e Governo” affermano in coro i Presidenti.
E l’auspicio è quello di una Unione
sempre più vicina ad un modello federale, con
un trattato costituzionale europeo, che segni passi
in avanti sul piano della politica estera, di sicurezza
della politica economica e di nuove regole decisionali.
“Anche se – attacca Bassolino –
in questi mesi abbiamo visto quanto sia ancora forte
una visione intergovernativa dell’Europa e quanto
ciò condizioni la definizione di un assetto
più adeguato dell’Unione. L’Europa
deve avere una sola voce sulla scena mondiale, voce
unitaria e indispensabile di fronte alle crisi e alle
sfide del contesto internazionale”.
Insomma, una Europa che catalizzi le Politiche, le
Culture, l’Economia, il Pensiero e verso questo
processo d’unità il Sud “unisce
i suoi tre mari”.
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