248- 06.03.04


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Popolari a congresso

Daniele Castellani Perelli

"La sconfitta del nazismo nella seconda guerra mondiale ha permesso che i suoi crimini venissero indagati e condannati, e che i colpevoli venissero processati. Il sistema comunista ² crollato, ma non ne ² seguita un'analoga condanna internazionale". Il partito popolare europeo (Ppe) ha incentrato il suo sedicesimo congresso, tenuto a Bruxelles il 4 e il 5 febbraio scorsi, sulla condanna del comunismo. Partendo dalla constatazione che "i regimi totalitari comunisti dell'Europa centrale e orientale hanno assassinato milioni di innocenti di tutte le nazionalitö e danneggiato molti altri causando serie violazioni dei diritti umani", in una risoluzione adottata dal congresso il Ppe ha chiesto "la completa rivelazione della veritö sui crimini del comunismo" come "strumento per la risurrezione morale della societö nell'Europa post-totalitaria". Il Ppe ha invitato l'Ue ad adottare una dichiarazione ufficiale per la condanna del comunismo, di istituire un centro di ricerca e documentazione, di creare un museo e di designare anche un giorno per le vittime dei regimi dell'Est.

Se in Italia si ² per÷ colto soprattutto l'aspetto superficiale e folkloristico dell'intervento del nostro Presidente del Consiglio, all'estero si sono invece sottolineate di pið le conseguenze europee di questa presa di posizione del partito popolare. CosÒ Le Monde ha dedicato spazio all'ultimo punto della risoluzione citata, in cui si chiede "a quanti intendono assumere una funzione politica nelle istituzioni dell'Ue di chiarire le proprie attivitö professionali e politiche negli stati ex-comunisti, e di astenersi dall'assumere un ruolo europeo nel caso in cui abbiano preso parte all'apparato repressivo comunista o siano stati coinvolti in crimini contro l'umanitö". Nonostante la cautela del capogruppo del partito Hans-Gert Pùttering, che in un'intervista al Corriere ha dichiarato che "la lotta ai comunisti non ² la linea del Ppe", la proposta ha suscitato polemiche. Per il premier socialista ungherese Peter Medjessy ² una "ipotesi inaudita", mentre il capogruppo del Pse Enrique Baron Crespo ha ricordato come Silvio Berlusconi in Italia e Wolfgang Schuessel in Austria si siano alleati con "eletti di estrema destra", e ha annunciato: "Non la sosterremo mai". "Si deve giudicare una persona per i suoi meriti - ha commentato il presidente del gruppo dei liberali, Graham Watson - e se questa persona ² un democratico eletto democraticamente bisogna rispettarlo. Il Parlamento non ² un tribunale, e se qualcosa del passato di un ex comunista merita un'inchiesta giudiziaria, ² compito del suo paese condurla".

Quello dell'anticomunismo non ² stato ovviamente l'unico tema affrontato dal congresso. E' stato lodato "il successo della Convenzione" e si ² sottolineata la necessitö di arrivare alle elezioni europee con un accordo sulla Costituzione: "L'assenza di una Costituzione - ha detto Wilfried Martens, Presidente del Ppe - di regole chiare e pratiche per decidere, e la non-definizione dei nostri obiettivi comuni, renderebbero praticamente impraticabile la nostra coesistenza". Si ² invitata la Presidenza irlandese ad aspettare l'esito delle elezioni prima di avanzare candidature per il futuro Presidente della Commissione, il cui nome dovrebbe trovare anzitutto l'approvazione della famiglia politica che abbia guadagnato il maggiore consenso (dunque, ad essere realistici, del Ppe stesso). Riguardo ai temi sociali, si ² posto l'accento sulle ineguaglianze tra uomini e donne di fronte al sistema pensionistico, ² stato rilanciato l'obiettivo della lotta alla povertö e all'ingiustizia sociale, e sono stati ribaditi con forza gli obiettivi del processo di Lisbona, ovvero di far diventare l'Europa "l'economia basata sulla conoscenza pið dinamica e pið competitiva del mondo, capace di una crescita economica sostenibile, con posti di lavoro migliori e pið numerosi, e con una maggiore coesione sociale".

E' solo una insistenza in pið quella che il Ppe mette nel "riconoscere l'importanza delle relazioni transatlantiche tra l'Unione e gli Usa", ma forse sta qui oggi una delle maggiori differenze tra i popolari ed i socialisti europei. Al congresso la voce che pið apertamente ha ribadito l'importanza del vincolo transatlantico ² stata, come previsto, quella di Jos³ Maria Aznar, il quale ha dichiarato che "non esiste alternativa credibile a questa relazione". Per il resto si ² respirato un certo ottimismo sulle possibilitö del Ppe di confermarsi, alle prossime elezioni, primo partito europeo. Si sono taciute le molte differenze che dividono forze come i democristiani tedeschi, i cattolici francesi e i berlusconiani di Forza Italia. Martens ha infine rivendicato con orgoglio la tradizione europeista del Ppe : "Noi non lasceremo ai socialisti e agli euroscettici la responsabilitö della costruzione europea, per la quale i migliori di noi si sono impegnati dal 1950. Il Ppe ² fiero d'essere la famiglia politica in seno alla quale hanno agito i Padri fondatori". Peccato che i leader del partito degli "euroscettici", da cui il Ppe dovrebbe salvare l'Europa, Martens se li trovi proprio in casa propria (vedere alle voci Aznar e Berlusconi).





 

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