246 - 07.02.04


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Allargamento, elezioni e sciarpette
Daniele Castellani Perelli


Nel 2003 l’Europa ha avuto tre match point. La guerra in Iraq era l’occasione per dotarsi di una politica estera comune. La road map poteva rilanciarla come attore politico di livello internazionale. L’approvazione della Costituzione l’avrebbe consacrata definitivamente come l’alternativa (pacifica e moderna) allo strapotere statunitense. Inutile dire che questi storici match point l’Europa se li è giocati molto male, e chissà quanto tempo bisognerà aspettare prima che le (e ci) ricapitino. L’anno che si è aperto da poco, tuttavia, si presenta denso di appuntamenti e sfide politiche altrettanto importanti. Sarà un altro anno intenso, in cui l’Europa si giocherà le sue partite. Alcune se le giocherà con il mondo che la circonda. Altre se le giocherà al suo interno, come quelle dei campionati di calcio continentali in Portogallo. Ma vediamo ora nel dettaglio.

1 gennaio. Presidenza irlandese.
Dal primo gennaio è l’Irlanda ad assumere la Presidenza di turno dell’Unione Europea. Dublino presentò nel 1961 la domanda di adesione alla Cee, che ribadì poi nel 1967, quando si scontrò ancora contro il veto di De Gaulle. Nel 1973 entrò nella Cee e nel 1998 accettò di partecipare alla moneta unica. Un referendum popolare bocciò, nel giugno 2001, la ratifica del Trattato di Nizza (poi approvata da un secondo referendum tenutosi nell’ottobre del 2002), perché si temeva che l’allargamento ad Est avrebbe minacciato i generosi finanziamenti europei all’agricoltura irlandese. Bertie Ahern, il primo ministro, si è battuto onestamente per il referendum sul Trattato di Nizza, ma certo il suo paese non eccelle per europeismo. Su alcuni punti secondari della Costituzione, che sarà ancora il grande tema del prossimo semestre, l’atteggiamento di Dublino è prevedibile. Certo non spingerà molto per la Difesa europea, essendo un paese neutrale. Rilancerà il tema delle radici cristiane, che però dopo il fallimento italiano non sembra avere possibilità di successo. Salvaguarderà con più attenzione gli interessi dei paesi piccoli. Infine una curiosità. Ai vertici dell’Unione si riproporrà una coabitazione di connazionali: dopo Prodi e Berlusconi, Berthie Ahern e Pat Cox. Il primo, leader del Fianna Fail (centrodestra), premier dal 1997, sarà Presidente del Consiglio europeo. Il secondo, del Partito democratico progressista irlandese, ex presidente del gruppo Eldr a Strasburgo, è dal gennaio 2002 l’autorevole Presidente del Parlamento europeo. “Vogliamo che la Cig abbia successo il prima possibile”, ha dichiarato recentemente Ahern, che però non ha nascosto la difficoltà dell’impresa.

1 maggio. Allargamento ad Est.
Il primo maggio sarà ufficiale l’allargamento ad Est dell’Unione. Otto paesi ex comunisti (Ungheria, Polonia, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania) e le due isole mediterranee di Malta e Cipro porteranno così a 25 il numero degli Stati membri e a più di 450 milioni i cittadini dell’Unione, concludendo un percorso che si è aperto e concluso a Copenaghen. Nel primo vertice del 1993 sono stati fissati i “criteri di Copenaghen” (istituzioni stabili, stato di diritto, economia di mercato effettiva, capacità di affrontare la concorrenza dei paesi dell’Unione e di assolvere agli obblighi derivanti dall'adesione), che nove anni dopo, nel dicembre 2002, nella stessa capitale danese sono stati riconosciuti come soddisfatti. L’allargamento ha avuto la sua consacrazione popolare attraverso dei referendum, che quest’anno si sono svolti con successo in tutti i paesi e che hanno ratificato l’adesione dei dieci. Per l’ingresso di Romania e Bulgaria bisognerà aspettare il 2007, mentre Turchia e paesi balcanici arriveranno più tardi. L’obiettivo dell’allargamento è stato dunque raggiunto, giusto in tempo per il terzo grande appuntamento del 2004, le elezioni europee.

12-13 giugno. Elezioni europee.
Il 12 e il 13 giugno si terranno le prime elezioni europee della nuova Unione a 25. Sarà un evento cruciale, che sonderà l’interesse degli elettori per l’Ue e soprattutto ridisegnerà gli equilibri del Parlamento europeo. Sarà interessante vedere come l’emiciclo di Strasburgo verrà modificato dall’ingresso dei gruppi dei paesi dell’Est, e se il Partito Popolare manterrà il suo vantaggio sul Partito Socialista. Nel Parlamento uscente il Ppe vanta 232 seggi, mentre il Pse ne ha solo 175. I liberali dell’Eldr ne contano 52, 49 la Sinistra unitaria europea (di cui fa parte Rifondazione comunista), 44 i Verdi e 23 l’Uen (l’Unione per l'Europa delle Nazioni, di cui è membro Alleanza Nazionale). In Italia, dove si vota con la legge proporzionale, è ancora in discussione la lista unica, il progetto che Romano Prodi ha lanciato in luglio in un’intervista al Corriere della Sera e che dovrebbe unire le anime riformiste del centrosinistra. Molto più difficile che si raggiunga l’intesa nel centrodestra, dove la lista unica è stata riproposta da Sandro Bondi, ma che Udc e Lega non condividono.

12 giugno. Campionati europei di calcio.
12 giugno, ore 18, scatta ad Oporto, in Portogallo, la dodicesima edizione dei Campionati europei di calcio. Questi i gironi.
A: Portogallo, Spagna, Grecia, Russia
B: Francia, Inghilterra, Svizzera, Croazia
C: Svezia, Italia, Danimarca, Bulgaria
D: Germania, Olanda, Repubblica Ceca, Lettonia
La Francia è campione in carica, grazie al golden goal di Trezeguet che condannò l’Italia nel luglio 2000. Tra le favorite, oltre alla Francia e all’Italia (a secco dal 1968), anche l’Olanda di Van Nistelroy, l’Inghilterra di Beckham e la Repubblica Ceca del pallone d’oro Nedved. Dal 24 al 27 i quarti, il 30 giugno ed il 1 luglio le semifinali. Finalissima il 4 luglio a Lisbona. Cosa rimarrà agli europeisti quando scopriranno di aver anche loro al collo la sciarpetta dell’Italia, della Germania o dell’Olanda? La speranza che il continente si goda un bello spettacolo. Vinca il più bravo (ma così, detto tra di noi, che non vinca la Spagna) (per Aznar, mica per altro).

1 luglio. Presidenza olandese.
Il 5 luglio, conclusa la Presidenza irlandese, sarà il governo olandese a guidare il secondo semestre del 2004. La Presidenza olandese ha portato bene all’Unione, visto che, sotto di essa, nel dicembre del 1991 è stato approvato il Trattato di Maastricht e nel giugno 1997 quello di Amsterdam. Tra i sei paesi fondatori della Cee nel 1957, l’Olanda è storicamente un paese tollerante ed europeista. All’entrata in vigore della moneta unica, ai suoi cittadini spettava ad esempio il primato dei pagamenti in euro. Tuttavia negli ultimi anni le cose sono cambiate, tanto che il suo sistema politico ha prodotto Pym Fortuyn, uno dei maggiori leader dell’estrema destra europea. L’attuale premier, Jan Peter Balkenende, guida una coalizione di centrodestra, e non sempre si è schierato quest’anno, come invece ha fatto il vicino Belgio, sulle stesse posizioni dell’asse franco-tedesco.

31 ottobre. Fine del mandato della Commissione Prodi.
Il 31 ottobre si concluderà il mandato della Commissione guidata da Romano Prodi. E’ presto per fare un bilancio, ma certo già ora è possibile individuare alcuni successi del suo esecutivo. Durante gli ultimi cinque anni, la Commissione ha portato all’allargamento ad Est e ha posto le basi per l’ingresso dei Balcani nell’Unione, ha lanciato il progetto Galileo e ha saputo rispondere ad alcune delle sfide economiche degli Stati Uniti. Ha lavorato, pur invano, per una politica estera comune su Medio Oriente e Iraq e ha incitato la Convenzione a produrre un testo di Costituzione di grande prestigio. In questi cinque anni ha saputo coniugare europeismo e moralità, come ha dimostrato la trasparenza e il rigore sul caso eurostat e l’onestà e il coraggio con cui ha voluto difendere i diritti umani sul caso ceceno. Lo scontro con Aznar e gli euroscettici ed il fallimento della Cig sono lì a testimoniare che l’Europa troppo spesso non è stata all’altezza del professore bolognese.







 

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