ñUna
costituzione non chiude mai una storia, ma ne apre
unÍaltraî. Giuliano Amato apre la porta ad una nuova
fase della storia dellÍUnione Europea. Dopo lÍepoca
della Comunitö Economica, dopo i numerosi trattati
che hanno delineato varie fasi della gestazione delle
istituzioni unitarie, ² arrivata lÍora della Costituzione.
Un momento importante, ma non definitivo, avverte
il vice presidente della Convenzione: ñIl testo che
abbiamo stilato va inteso come uno strumento per costruire
la politica del nostro futuro con referenti simbolici
e reali diversi da quelli del passato. La Costituzione
quindi va valutata in questa ottica, in relazione
alle prospettive che consente e che prima non erano
consentite. Ma affinch³ nasca il clima nuovo e concreto
della politica dellÍUnione ² necessario superare quella
fase di messa a punto che ² la Conferenza Intergovernativaî.
Le difficoltö iniziali: creare un clima comune.
Giuliano Amato parla a un pubblico di esperti.
Alla vigilia della Conferenza Intergovernativa di
Roma, la grande stanza della sede romana della casa
editrice Laterza vede seduti attorno a un tavolo giuristi
economisti e giornalisti. Il brusio dellÍattesa ²
interrotto dalla voce di Giuseppe Laterza che prende
la parola, saluta, ringrazia i presenti e dö inizio
allÍincontro. LÍidea ² quella di fare il punto sul
ñTrattato che istituisce la costituzione europeaî
redatto dalla Convenzione, cercare di andare in profonditö
per capirne il testo, avanzare dubbi osservazioni
e critiche, ascoltare le risposte di chi ha vissuto
lÍideazione e la redazione del testo dallÍinterno.
Fatto il silenzio e concentrata lÍattenzione dei presenti,
la parola passa ad Amato che, su invito del padrone
di casa, ricorda le prime difficoltö incontrate allÍinizio
dei lavori.
Prima fra tutte la composizione della Convenzione.
Non ² facile organizzare il lavoro tra oltre duecento
persone che parlano lingue diverse. Ma soprattutto
ñsi trattava di un gruppo molto eterogeneo, in cui
cÍerano diversi modi di intendere lÍeuropeismoî, sottolinea
Amato. Dalla Svezia allÍItalia fino alla Spagna e
ai paesi usciti dai regimi comunisti, sono molti e
diversi i modi di intendere lÍEuropa, definizioni
che nascono dalla storia nazionale di ciascuno, dalla
singola esperienza di ogni stato. ñTutto questoî,
continua Amato, ñha portato delle difficoltö psicologiche
per cui era difficile stabilire un clima comune. Un
clima che per÷ alla fine si ² creato facendo emergere
il comune senso di appartenenza allÍEuropa. Durante
la seduta finale della Convenzione, quando il testo
² stato proclamato, ci siamo alzati in piedi mentre
risuonavano le note dellÍInno alla gioia. LÍatmosfera
che si respirava allora non era diversa dallÍaria
che si percepisce quando Schumacher ² sul podio della
Formula Uno e si sentono gli inni di Italia e Germania.
Una sensazione che testimonia che in quel momento
ci sentivamo partecipi tutti di un evento che ci accomunava
verso un futuro che quel giorno si stava aprendoî.
Dalle emozioni il discorso scivola su versanti pið
tecnici, fino a ricordare che alla Convenzione era
stato chiesto non di scrivere una costituzione, ma
di fornire raccomandazioni. Il risultato ² stato un
altro: ñAbbiamo scritto un testo normativo, e soprattutto
un testo unico che non propone opzioniî.
Alla possibilitö di redigere un documento che offrisse
le proposte di soluzioni diverse, la Costituzione
ha preferito unÍaltra strada, quella di un testo unico
sul quale si ² dovuto lavorare per raggiungere compromessi,
per far avvicinare le posizioni di tutti. E, pur sapendo
che lÍunanimitö non ² possibile, la Convenzione ha
deciso di lavorare per aggiustamenti, per avvicinamenti,
per raggiungere una voce sola che alla fine ha approvato
il lavoro con consenso quasi unanimeî.
ñVedere
come San Tommasoî: lÍintreccio tra la prima e la terza
parte
Leggendo il testo della Costituzione ci si potrebbe
forse chiedere il perch³ sia composto da tre parti.
ñSapevamo che potevamo limitarci alle prime due, quella
che regola lÍassetto istituzionale e la Carta dei
dirittiî ammette Giuliano Amato, ñper poi lasciare
ad una fase successiva, e pið tecnica, il consolidamento
dei trattati giö esistenti che chiude il lavoroî.
Ma nella realtö dei fatti cosÒ non ² stato per una
serie di motivi. Il primo, spiega il vice presidente
della Convenzione, ² che se si fornisce un testo unico
si offre un pacchetto che deve essere accettato nella
sua unitö, cio² nellÍequilibrio delle parti che lo
compongono. Gli stati membri sono interessati allÍassetto
costituzionale, ma anche a definire chiaramente le
competenze nei vari ambiti, cio² a chi spetta la decisione
sulle politiche agricole, ad esempio, o in materia
di trasporti. Questa esigenza ha portato alla necessitö
di aggiungere la sezione finale. Un esempio ci aiuterö
a chiarire la cosa. ñNella prima parte ² scritto che
il potere legislativo dellÍUnioneî, spiega Amato,
ñrisiede tra Consiglio e Parlamento salvo eccezioni;
queste ultime sono invece nella terza parte e se non
avessero fatto parte tutte di un testo unico, allora
non sarebbe stata accettata la prima senza la terza
parte. Gli stati membri volevano avere tutto sotto
gli occhi, volevano vedere, come San Tommasoî.
Altra spinta verso un testo composto da tre sezioni
² venuta dalla Commissione. Le istituzioni europee
sono ispirate da una cultura amministrativa che ²
tipica dei funzionari francesi e tedeschi che hanno
redatto i primi trattati. In virtð di tale cultura,
un provvedimento viene considerato valido e accettabile
solo se ² strettamente legato a un fine. ñLÍidea,
mia e di altriî continua Amato ñera quella di superare
questÍintreccio per dedicarci di pið ad un versante
costituzionale, ad un testo cio² che indicasse competenze
nei diversi ambitiî. Ma la commissione ha posto particolare
attenzione sul fatto che a ciascuno dei settori di
competenza corrispondessero le basi legali delle sue
funzioni. Da qui ² nato un intreccio inestricabile
per cui, sono ancora parole di Amato, ñle parole che
indicano le competenze, contenute nella prima parte,
sono parole il cui senso ² dato dalle disposizioni
specifiche a ciascun settore espresse nella terza
parte.î
Chi elegge il Presidente della Commissione?
Gli argomenti si susseguono e la discussione ora tocca
la campagna elettorale e lÍelezione del Presidente
della Commissione. La costituzione prevede che il
Parlamento sia chiamato ad approvare una scelta designata
dal Consiglio. eÍ una questione su cui si ² discusso
molto nelle sessioni della Convenzione, si sono avanzate
varie ipotesi tra cui quella di un sistema simile
a quello italiano. Si poteva stabilire che le forze
politiche indicassero in campagna elettorale un leader
che non votato direttamente dagli elettori, ma che
di fatto sarebbe arrivato a governare se la sua parte
avesse conquistato la maggioranza. Ma le obiezioni
e gli ostacoli a questa soluzione sono molti. ñVe
lo immaginate voi un politico che fa una campagna
elettorale viaggiando dalla Lituania fino allÍAndalusia?î
chiede Amato. ñE immaginate quanto costerebbe una
campagna di questo tipo? E in che lingua dovrebbero
parlare agli elettori i leader per convincerli del
proprio programma? Il fatto ² che non abbiamo ancora
partiti sufficientemente europei da poter affrontare
una campagna elettorale che investa tutto il territorio
dellÍUnioneî.
Ma le obiezioni non riguardano solo i partiti, ci
sono questioni connesse al sistema istituzionale.
Trasformare il Presidente della Commissione nel rappresentante
di una parte politica, significherebbe ñcancellare
il ruolo neutro della Commissione che deve invece
rimanere unÍagenzia al servizio dellÍinteresse dellÍUeî.
Il destino della Commissione rimane probabilmente
quello di emanciparsi e di acquisire una forza politica
tutta sua e diventare espressione di una maggioranza,
ma ² una situazione questa che deve maturare col tempo,
sostiene Amato, perch³ ancora lÍUnione non ² pronta
a sostenerla. Dobbiamo ammettere di vivere in una
fase di transizione in cui guardiamo a quello che
siamo stati e riusciamo a vedere i germi di quello
che potrö essere. ñRiusciamo a vedereî continua il
vice presidente della Convenzione ñche probabilmente
il Presidente del Consiglio europeo e il Presidente
della Commissione sono destinati ad incontrarsi in
una stessa persona, ma non dobbiamo avere troppa frettaî.
Ora ² il momento di avere ñle due testeî dei due diversi
presidenti, di stabilire un governo per lÍUnione che
non cambi ogni sei mesi ma che abbia stabilitö pið
duratura e che sia il volto offerto dallÍUe nei palcoscenici
internazionali; ² il momento di aspettare che i partiti
si diano una dimensione politica internazionale. ñŽ
il momento di aspettare che la politica europea faccia
sbocciare la sua natura pið delineata e maturaî. Il
testo scritto dalla Convenzione incarna questo passaggio,
la volontö di compierlo e la possibilitö di definirlo.
E se qualcuno chiede a Giuliano Amato come mai, viste
le critiche e le difficoltö che sta incontrando la
costituzione, lui si sente tanto ottimista, la risposta
lascia pochi dubbi: ñIo non sono ottimista, ottimista
² chi di fronte alle previsioni del tempo dice che
domani non pioverö. Io invece dico: visto quello che
ho davanti agli occhi, ne desumo che questa cosa sarö
possibile se qualcuno la faröî. Ed ora la parola passa
alla Conferenza Intergovernativa.
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