238 - 18.10.03


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ñUn testo che apre unÍepocaî

Mauro Buonocore


ñUna costituzione non chiude mai una storia, ma ne apre unÍaltraî. Giuliano Amato apre la porta ad una nuova fase della storia dellÍUnione Europea. Dopo lÍepoca della Comunitö Economica, dopo i numerosi trattati che hanno delineato varie fasi della gestazione delle istituzioni unitarie, ² arrivata lÍora della Costituzione. Un momento importante, ma non definitivo, avverte il vice presidente della Convenzione: ñIl testo che abbiamo stilato va inteso come uno strumento per costruire la politica del nostro futuro con referenti simbolici e reali diversi da quelli del passato. La Costituzione quindi va valutata in questa ottica, in relazione alle prospettive che consente e che prima non erano consentite. Ma affinch³ nasca il clima nuovo e concreto della politica dellÍUnione ² necessario superare quella fase di messa a punto che ² la Conferenza Intergovernativaî.

Le difficoltö iniziali: creare un clima comune.

Giuliano Amato parla a un pubblico di esperti. Alla vigilia della Conferenza Intergovernativa di Roma, la grande stanza della sede romana della casa editrice Laterza vede seduti attorno a un tavolo giuristi economisti e giornalisti. Il brusio dellÍattesa ² interrotto dalla voce di Giuseppe Laterza che prende la parola, saluta, ringrazia i presenti e dö inizio allÍincontro. LÍidea ² quella di fare il punto sul ñTrattato che istituisce la costituzione europeaî redatto dalla Convenzione, cercare di andare in profonditö per capirne il testo, avanzare dubbi osservazioni e critiche, ascoltare le risposte di chi ha vissuto lÍideazione e la redazione del testo dallÍinterno. Fatto il silenzio e concentrata lÍattenzione dei presenti, la parola passa ad Amato che, su invito del padrone di casa, ricorda le prime difficoltö incontrate allÍinizio dei lavori.

Prima fra tutte la composizione della Convenzione. Non ² facile organizzare il lavoro tra oltre duecento persone che parlano lingue diverse. Ma soprattutto ñsi trattava di un gruppo molto eterogeneo, in cui cÍerano diversi modi di intendere lÍeuropeismoî, sottolinea Amato. Dalla Svezia allÍItalia fino alla Spagna e ai paesi usciti dai regimi comunisti, sono molti e diversi i modi di intendere lÍEuropa, definizioni che nascono dalla storia nazionale di ciascuno, dalla singola esperienza di ogni stato. ñTutto questoî, continua Amato, ñha portato delle difficoltö psicologiche per cui era difficile stabilire un clima comune. Un clima che per÷ alla fine si ² creato facendo emergere il comune senso di appartenenza allÍEuropa. Durante la seduta finale della Convenzione, quando il testo ² stato proclamato, ci siamo alzati in piedi mentre risuonavano le note dellÍInno alla gioia. LÍatmosfera che si respirava allora non era diversa dallÍaria che si percepisce quando Schumacher ² sul podio della Formula Uno e si sentono gli inni di Italia e Germania. Una sensazione che testimonia che in quel momento ci sentivamo partecipi tutti di un evento che ci accomunava verso un futuro che quel giorno si stava aprendoî. Dalle emozioni il discorso scivola su versanti pið tecnici, fino a ricordare che alla Convenzione era stato chiesto non di scrivere una costituzione, ma di fornire raccomandazioni. Il risultato ² stato un altro: ñAbbiamo scritto un testo normativo, e soprattutto un testo unico che non propone opzioniî.

Alla possibilitö di redigere un documento che offrisse le proposte di soluzioni diverse, la Costituzione ha preferito unÍaltra strada, quella di un testo unico sul quale si ² dovuto lavorare per raggiungere compromessi, per far avvicinare le posizioni di tutti. E, pur sapendo che lÍunanimitö non ² possibile, la Convenzione ha deciso di lavorare per aggiustamenti, per avvicinamenti, per raggiungere una voce sola che alla fine ha approvato il lavoro con consenso quasi unanimeî.

ñVedere come San Tommasoî: lÍintreccio tra la prima e la terza parte

Leggendo il testo della Costituzione ci si potrebbe forse chiedere il perch³ sia composto da tre parti. ñSapevamo che potevamo limitarci alle prime due, quella che regola lÍassetto istituzionale e la Carta dei dirittiî ammette Giuliano Amato, ñper poi lasciare ad una fase successiva, e pið tecnica, il consolidamento dei trattati giö esistenti che chiude il lavoroî. Ma nella realtö dei fatti cosÒ non ² stato per una serie di motivi. Il primo, spiega il vice presidente della Convenzione, ² che se si fornisce un testo unico si offre un pacchetto che deve essere accettato nella sua unitö, cio² nellÍequilibrio delle parti che lo compongono. Gli stati membri sono interessati allÍassetto costituzionale, ma anche a definire chiaramente le competenze nei vari ambiti, cio² a chi spetta la decisione sulle politiche agricole, ad esempio, o in materia di trasporti. Questa esigenza ha portato alla necessitö di aggiungere la sezione finale. Un esempio ci aiuterö a chiarire la cosa. ñNella prima parte ² scritto che il potere legislativo dellÍUnioneî, spiega Amato, ñrisiede tra Consiglio e Parlamento salvo eccezioni; queste ultime sono invece nella terza parte e se non avessero fatto parte tutte di un testo unico, allora non sarebbe stata accettata la prima senza la terza parte. Gli stati membri volevano avere tutto sotto gli occhi, volevano vedere, come San Tommasoî.

Altra spinta verso un testo composto da tre sezioni ² venuta dalla Commissione. Le istituzioni europee sono ispirate da una cultura amministrativa che ² tipica dei funzionari francesi e tedeschi che hanno redatto i primi trattati. In virtð di tale cultura, un provvedimento viene considerato valido e accettabile solo se ² strettamente legato a un fine. ñLÍidea, mia e di altriî continua Amato ñera quella di superare questÍintreccio per dedicarci di pið ad un versante costituzionale, ad un testo cio² che indicasse competenze nei diversi ambitiî. Ma la commissione ha posto particolare attenzione sul fatto che a ciascuno dei settori di competenza corrispondessero le basi legali delle sue funzioni. Da qui ² nato un intreccio inestricabile per cui, sono ancora parole di Amato, ñle parole che indicano le competenze, contenute nella prima parte, sono parole il cui senso ² dato dalle disposizioni specifiche a ciascun settore espresse nella terza parte.î

Chi elegge il Presidente della Commissione?

Gli argomenti si susseguono e la discussione ora tocca la campagna elettorale e lÍelezione del Presidente della Commissione. La costituzione prevede che il Parlamento sia chiamato ad approvare una scelta designata dal Consiglio. eÍ una questione su cui si ² discusso molto nelle sessioni della Convenzione, si sono avanzate varie ipotesi tra cui quella di un sistema simile a quello italiano. Si poteva stabilire che le forze politiche indicassero in campagna elettorale un leader che non votato direttamente dagli elettori, ma che di fatto sarebbe arrivato a governare se la sua parte avesse conquistato la maggioranza. Ma le obiezioni e gli ostacoli a questa soluzione sono molti. ñVe lo immaginate voi un politico che fa una campagna elettorale viaggiando dalla Lituania fino allÍAndalusia?î chiede Amato. ñE immaginate quanto costerebbe una campagna di questo tipo? E in che lingua dovrebbero parlare agli elettori i leader per convincerli del proprio programma? Il fatto ² che non abbiamo ancora partiti sufficientemente europei da poter affrontare una campagna elettorale che investa tutto il territorio dellÍUnioneî.

Ma le obiezioni non riguardano solo i partiti, ci sono questioni connesse al sistema istituzionale. Trasformare il Presidente della Commissione nel rappresentante di una parte politica, significherebbe ñcancellare il ruolo neutro della Commissione che deve invece rimanere unÍagenzia al servizio dellÍinteresse dellÍUeî. Il destino della Commissione rimane probabilmente quello di emanciparsi e di acquisire una forza politica tutta sua e diventare espressione di una maggioranza, ma ² una situazione questa che deve maturare col tempo, sostiene Amato, perch³ ancora lÍUnione non ² pronta a sostenerla. Dobbiamo ammettere di vivere in una fase di transizione in cui guardiamo a quello che siamo stati e riusciamo a vedere i germi di quello che potrö essere. ñRiusciamo a vedereî continua il vice presidente della Convenzione ñche probabilmente il Presidente del Consiglio europeo e il Presidente della Commissione sono destinati ad incontrarsi in una stessa persona, ma non dobbiamo avere troppa frettaî. Ora ² il momento di avere ñle due testeî dei due diversi presidenti, di stabilire un governo per lÍUnione che non cambi ogni sei mesi ma che abbia stabilitö pið duratura e che sia il volto offerto dallÍUe nei palcoscenici internazionali; ² il momento di aspettare che i partiti si diano una dimensione politica internazionale. ñŽ il momento di aspettare che la politica europea faccia sbocciare la sua natura pið delineata e maturaî. Il testo scritto dalla Convenzione incarna questo passaggio, la volontö di compierlo e la possibilitö di definirlo. E se qualcuno chiede a Giuliano Amato come mai, viste le critiche e le difficoltö che sta incontrando la costituzione, lui si sente tanto ottimista, la risposta lascia pochi dubbi: ñIo non sono ottimista, ottimista ² chi di fronte alle previsioni del tempo dice che domani non pioverö. Io invece dico: visto quello che ho davanti agli occhi, ne desumo che questa cosa sarö possibile se qualcuno la faröî. Ed ora la parola passa alla Conferenza Intergovernativa.



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