Second Life è un universo virtuale
tridimensionale spesso interpretato come una vita
alternativa a quella reale. I più di sette
milioni di utenti registrati che risiedono in SL (ma
il numero cresce ogni giorno) gestiscono un loro doppio
che vive, lavora e fa esperienze esplorando questo
continente. La moneta che circola in questa terra,
il Linden Dollar, può essere cambiata in qualsiasi
momento con soldi reali. All’interno di SL si
può essere e realizzare ciò che si è
sempre desiderato, ed è stata questa seduzione,
forse, ad attrarre inizialmente verso quello che è
oggi il fenomeno mediatico del momento. Se SL si presentava
in principio come un’alternativa ludica alla
vita reale, un’evoluzione dei giochi di ruolo
on-line, si è capito presto che questo mondo
possedeva un’anima diversa. Le grandi multinazionali
hanno cominciato ad aprire le loro sedi virtuali lì.
E dopo lo sbarco di Ibm e Adidas, della Miscosoft,
o dell’agenzia stampa Reuters, non passa giorno
in cui grandi marchi non comunichino il loro ingresso
in SL. I loro uffici sono emblematiche cattedrali
del nuovo marketing. È stato così che
case automobilistiche (come Mercedes o Toyota) o case
editrici (con tanto di fiera del libro), sono corse
ad inaugurare i loro spazi perché il loro marchio
rimbalzasse nelle cronache di tutto il pianeta rafforzandone
l’immagine. Non mancano musei, quartieri a luci
rosse, biblioteche, stadi di baseball, sinagoghe,
gallerie d’arte, e a grande ritmo si susseguono
presentazioni di libri, orge, concerti, speculazioni
edilizie, conferenze.
Il mondo Second Life dunque, abitato da avatar (proiezioni
degli utenti connessi) non è adatto solo per
chi voglia comprare e vendere case, avere un fisico
atletico con pigmento ideale, o realizzare il sogno
di una villa vittoriana su spiaggia tropicale. Le
sue potenzialità, certo per lo più ancora
inespresse, si mostrano invece sempre più ricche
di risvolti culturali e sociali, dato che la piattaforma
lavora sulla percezione individuale, sull’identità,
sulla sfera cognitiva.
La politica e le istituzioni non sono restate fuori.
È già pronta l’isola per Hillary
Clinton, in cui si discute delle elezioni del 2008,
mentre per le trascorsa campagna elettorale francese,
non è mancata un’avatar caricatura di
Ségolène Royal. In Italia il ministro
Di Pietro ha voluto una sua isola lì mentre
il Ministero degli Affari Esteri ha aperto il suo
novantunesimo Istituto Italiano di Cultura in SL.
La sede dell’Istituto offre una mostra che nei
prossimi due anni passerà negli altri Istituti
Reali.
Ma alle lente colonizzazioni di questo continente,
quella del marketing, della politica, o delle istituzioni
(due ambasciate sono stata inaugurate di recente),
si affiancano e resistono le molte sotto culture presenti
in SL che continuano le loro vite di comunità.
Circolando per SL (gli avatar possono camminare, volare
o teletrasportarsi) si incontrano complesse micro-culture
con abiti, atteggiamenti e linguaggi propri. Accanto
all’isola della nuova compagnia aerea che approda
in SL, si possono scovare interi territori medievaleggianti
in cui gli abitanti indossano abiti di cuoio e discutono
di balestre. Per ogni banca che apre i suoi uffici,
ci sono terre in cui avanzano treni a vapore, i cui
abitanti vestono con mantelli pesanti, cappelli a
cilindro e le donne portano corpetti e con larghe
gonne ottocentesche montano sulle carrozze.
In questo luogo virtuale in cui coabitano vampiri
e assi del brand image, in cui i fan di Star
Trek volano come i direttori dei telegiornali di SL,
e in cui dilaga la prostituzione quanto la neo-spiritualità,
si avverte un clima febbrile di infinite possibilità,
in cui tutto si trasforma con rapidità e tutto
rischia di annoiare. Sempre in bilico tra l’emulazione
del reale e la reinvenzione di un mondo nuovo, SL
resta ancora zona di sorprese e di delusioni.
In che modo l’architettura di SL influenzerà
quella reale? In che modo le leggi dei nostri stati
penetreranno a regolamentare le relazioni tra avatar?
Può un avatar commettere un reato? Quando un
avvenimento accaduto in SL può considerarsi
una notizia? In che modo cambierà il gioco
dell’anonimato di SL quando il sistema inserirà
la voce? Che cosa spinge le persone a “sposarsi
in SL”? Come sarà SL domani?
Oggi Second Life è certamente il confine che
si sposta velocemente e che racconta come sarà
il futuro della rete. Questioni giuridiche e morali,
dibattiti sull’urbanistica, sulla democrazia
e sulla psicologia puntano lo sguardo su questo universo
per capirne la portata, i meccanismi. Difficile assecondare
chi minimizza circa gli effetti di questo metaverso,
più semplice concordare con chi sia cauto nell’esprimere
un giudizio netto. Resta forse necessario, almeno
per il momento, avvicinarsi personalmente. È
un’operazione delicata indagare le numerose
pieghe di questo mondo, e scoprirne eventuali vantaggi
per l’unica, reale, vita.
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