256 - 26.06.04


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Candidati online, c'ú qualcosa di nuovo?
Sara Bentivegna

Se la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento italiano nel 2001 era stata definita una "prova generale" riguardo all'introduzione dell'e-campaigning nel nostro paese, quella del 2004 puÖ essere considerata una "prova suppletiva", vale a dire una sorta di "rinvio a settembre" nell'intento di mettere a punto alcuni meccanismi non ancora perfettamente funzionanti. E', questa, l'impressione che si trae da una prima lettura dei dati sulla presenza on line dei candidati nel corso della campagna elettorale per il rinnovo dei nostri rappresentanti al Parlamento Europeo.

Se la politica fa community
Dopo tre anni, infatti, non si ú ancora assistito ad una campagna on line in grado di utilizzare e sfruttare tutte le potenzialitš proprie delle nuove tecnologie della comunicazione. Certo, si ú registrato un incremento della presenza dei candidati in rete: contro il 13.1% rilevato nel 2001 si ú passati al 19.7% del 2004. Un incremento, tuttavia, che non puÖ che essere definito "contenuto" alla luce della velocitš della diffusione di Internet nel nostro paese negli ultimi anni. Inoltre, dal punto di vista "qualitativo" dell'offerta non si puÖ non sottolineare il consistente scarto che separa l'esperienza italiana da quella di altri paesi. Non si puÖ, ad esempio, non ricordare l'uso del web fatto dal candidato Dean nel corso delle primarie degli Stati Uniti che, seppure non lo ha portato ad ottenere la nomination, lo ha certamente iscritto nella lista di coloro che hanno saputo intelligentemente usare le nuove tecnologie della comunicazione.

A scanso di equivoci, ú bene sottolineare che la campagna online di Dean non si ú caratterizzata solo in termini di un incredibile successo sul fronte del fund raising ma, anche, su quello dell'attivazione di una sorta di community alla quale hanno partecipato centinaia di migliaia di cittadini. A partire da questi elementi e a seguito della forte attenzione mostrata nel nostro paese all'esperienza di Dean, si poteva immaginare una campagna on line decisamente innovativa, sia pure per il solo aspetto della community. In realtš, tutto ciÖ non ú avvenuto: i tre anni intercorsi dall'introduzione massiccia delle nuove tecnologie della comunicazione in ambito elettorale non sono stati sufficienti per giungere a sfruttare pienamente e consapevolmente le caratteristiche della nuova forma di comunicazione. Certo, si ú ridotto il numero dei cosiddetti "siti vetrina" ma a ciÖ non ha corrisposto la predisposizione di un'offerta mirata alle caratteristiche del destinatario nþ, tanto meno, di un messaggio costruito a partire dalle specificitš del mezzo usato.

Dov'ú il mio sito?
Prima di entrare nel merito dell'analisi del contenuto dei siti elettorali, tuttavia, ú bene segnalare alcuni elementi di sfondo. In primo luogo, ancora oggi il ricercatore interessato a una ricognizione dei siti on line si trova a dover percorrere una strada tortuosa per poter reperire gli indirizzi. Infatti, cosñ come era accaduto nel 2001, per individuare gli url (uniform resource locator, sta ad indicare l'indirizzo di una pagina web, ndr) dei candidati ú stato necessario effettuare diverse operazioni: utilizzare diversi motori di ricerca immettendo il nome del candidato; consultare il sito nazionale del partito di riferimento, digitare il nome candidato seguito dai suffissi possibili. Un reale investimento "politico" sulla comunicazione on line dovrebbe, innanzitutto, facilitare il compito del reperimento degli url dei candidati all'interno dei siti del partito (o coalizione) di appartenenza. In ogni caso, al termine di questa operazione, certamente non semplice e decisamente time consuming, su un totale di 1360 candidati sono stati individuati 268 siti attivi e navigabili. A questi devono essere aggiunti 19 siti under construction, che tali sono rimasti per l'intera durata della campagna, e 7 domini registrati ma mai trasformati in pagine visitabili. La presenza pi¶ elevata ú stata quella dei candidati della Lista Uniti nell'Ulivo (21.7%) e a significativa distanza si colloca quella dei candidati degli altri partiti: Forza Italia (13.3%), Udc (11.4%), Verdi (9.9%), Udeur (8%), Di Pietro-Occhetto (6.8%), Alleanza Nazionale (6.5%), Patto Segni-Scognamiglio (4.6%), Rifondazione (3.8%), Comunisti Italiani (2.3%) e Lega (1.9%).

Rispetto alla campagna del 2001, va segnalata la progressiva diffusione della campagna on line da parte dei partiti minori mentre si contrae sensibilmente la presenza di Alleanza Nazionale (che raggiungeva il 13.4% nella precedente campagna). Dall'aggregazione dei partiti in due grandi aree politiche, emerge una netta prevalenza dei siti dei candidati del centro-sinistra (52.1%) contro quelli del centro-destra (37.6%) e di quelli non collocabili (10.3%). In ultimo, per completare questa prima fotografia della campagna on line, deve essere sottolineata la forte presenza dei candidati uomini pari al 73.8%. Insomma, il web ú ancora il "regno" degli uomini, per lo meno sul fronte dell'offerta.
Riguardo al contenuto del messaggio affidato alla rete, l'analisi effettuata mediante le dimensioni dell' informazione, networking, mobilitazione e community consente individuare conferme e novitš rispetto al 2001.

Ma internet non ú una vetrina
Nell'ambito della dimensione dell'informazione, viene confermata la forte attenzione prestata agli elementi di presentazione del candidato: l'album fotografico (41.1%), il profilo biografico (89.7%) e politico (77.6%), l'attivitš professionale eventualmente svolta (72.6%), i valori assunti a riferimento (51%) sono presenti in un numero significativo di casi. Pi¶ rare sono, invece, le informazioni sulle iniziative elettorali che coinvolgono il candidato: il 23.6% le comunica per i due o tre giorni successivi, il 30.8% per la settimana successiva e c'ú anche chi non le comunica affatto. Questa poca "cura" nella segnalazione delle iniziative del candidato ú probabilmente dovuta ad una difficoltš di gestione del sito: l'aggiornamento quotidiano dell'agenda richiede, infatti, uno staff specificamente dedicato a questa attivitš ovvero il ricorso ad una web agency che professionalmente si occupi del sito. Le difficoltš, tuttavia, non giustificano questa sorta di "sciatteria" nell'offerta dell'agenda del candidato al navigante, potenziale soggetto interessato a partecipare alle diverse iniziative.

Una maggiore consapevolezza circa le opportunitš offerte dalla disponibilitš di un luogo nel quale prendere la parola, piuttosto che sottostare ai meccanismi della tradizionale notiziabilitš mediale, emerge dall'aumento dei casi nei quali il candidato diffonde proprie dichiarazioni (61.6%), comunicati stampa (31.9%) e notizie autoprodotte dalla redazione web (50.2%). Un'attenzione decisamente pi¶ contenuta viene prestata, invece, all'illustrazione del programma: il 26.2% lo articola in riferimento a specifiche aree tematiche, il 27% lo articola per grandi linee, il 13.3% rinvia a quello della coalizione di appartenenza mentre il 33.5% non vi fa alcun cenno. Tutti i candidati (99.2%), comunque, ritengono inutile fare un confronto tra il proprio programma - o quello della coalizione di appartenenza - e quello degli avversari.

Rispetto alla campagna del 2001, sembra emergere un'attenzione pi¶ diffusa nei confronti della dimensione del networking, ovvero l'insieme dei link presenti all'interno del sito (al partito a livello nazionale, al partito a livello europeo, alla coalizione di appartenenza, agli altri candidati appartenenti alla propria lista, etc.). Infatti, l'indice additivo costruito per sintetizzare le singole informazioni registra l'assenza totale del networking solo nel 22.4% dei casi, una bassa presenza nel 24.3%, una presenza media nel 34.2% e una presenza alta nel 19%. L'interesse maggiore per questa dimensione ú mostrato dai candidati dei partiti che si collocano nell'area del centro-sinistra nonchþ da quelli che hanno giš ricoperto incarichi a livello nazionale o europeo, confermando ancora una volta come l'area politica e una pregressa esperienza parlamentare si pongano come variabili predittive riguardo ad una maggiore sofisticazione del sito.

In sostanza, ben poca cosa
Il coinvolgimento dei naviganti nella campagna rimane, invece, ancora poco praticato e marginale nell'offerta complessiva on line, cosñ come testimoniano i bassi valori registrati dall'indice costruito per sintetizzare la dimensione della mobilitazione: nel 37.3% dei casi si registra, addirittura, la totale assenza di items relativi a questa area. Quando si rintracciano, nel 21.3% dei casi si ha una bassa presenza, nel 21.3% una presenza media e nel 20.2% una presenza alta. Bisogna tenere conto, inoltre, che quando si sollecitano forme di mobilitazione esse si limitano alla circolazione del materiale elettorale scaricabile dal sito (33.1%), alla segnalazione del sito (7.6%), alla collaborazione della campagna on line (6.5%). Ben poca cosa, in realtš, rispetto a quanto potrebbe essere fatto.

In ultimo, la dimensione della community appare decisamente marginale all'interno del sito: sul totale dei casi analizzati, essa ú del tutto assente nel 55.5%, bassa nel 20.9%, media nel 16.7% e alta solo nel 6.8%. Per dare un'idea della marginalitš di questo aspetto, ú sufficiente ricordare che solo nel 40.3% dei casi si sollecita la presa di parola dei naviganti senza, tuttavia, offrire uno spazio all'interno del quale renderla pubblica (assente nell'81.4% dei casi). Le opportunitš pi¶ sofisticate che consentono la creazione di una comunitš on line sono pressochþ assenti, ad ennesima testimonianza del disinteresse che circola tra i soggetti politici per tale elemento.
Al termine di questa veloce disamina dell'offerta comunicativa on line da parte dei candidati al Parlamento europeo, si puÖ senz'altro sostenere che non vi sono state significative novitš sul fronte dell'e-campaigning nel nostro paese. Certo, non lo ú stato il contenuto incremento del numero dei siti (+ 6.6%) nþ l'uso che di essi ú stato fatto. In Italia, l'interpretazione prevalente che circola in merito all'utilizzo di Internet in ambito politico-elettorale soffre ancora di una sorta di naivetþ che si esprime in un atto di mera presenza piuttosto che in un'operazione innovativa e coraggiosa per raggiungere gli elettori. Si continua a dimenticare, ovvero ad ignorare, i tratti di competenza e interesse che caratterizzano il navigante che visita i siti elettorali. Infatti, che senso ha continuare ad offrire un prodotto che ha numerosi equivalenti nel mondo reale, ignorando completamente la specificitš del mezzo che si utilizza? Chissš se i prossimi appuntamenti elettorali - in particolare quello per il rinnovo dei membri del Parlamento italiano - saranno l'occasione per innovare e investire nel web?

 





 

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