Darwin e la nascita della teoria evoluzionistica
di Sara Capogrossi Colognesi

 Lamarck e la nascita dell'evoluzionismo
 La teoria della fissità delle specie
 L'evoluzionismo di Charles Darwin
 Gli effetti del darwinismo
 I bookmark di ReS
 

 Lamarck e la nascita dell'evoluzionismo

Il XVII e XIX secolo sono caratterizzati da grandi viaggi di esplorazione che fanno conoscere all'Europa un notevole numero di nuove specie. È in questo contesto storico e culturale che nascono le prime teorie evolutive. In effetti, la visione di un Universo creato da Dio stabile e perfetto, fatica a lasciare strada a una concezione contrapposta di un mondo in divenire, regolato dalle leggi dell'evoluzione. Ed è solo nel 1785 che James Hutton redige la prima versione della sua Theory of the Earth, in cui documenta i profondi cambiamenti che hanno caratterizzato la storia del pianeta Terra.
La questione dell'evoluzione biologica viene portata alla luce da Jean Baptiste Pierre Antoine de Monet, chevalier de Lamarck (1744 -1829). Influenzato dal suo maestro, Louis Buffon, dai nuovi studi di geologia dagli scritti di Leibniz, è lui il primo evoluzionista nella storia della biologia moderna. Nel suo Philosophie Zoologique, del 1809, il naturalista francese introduce l'ipotesi che gli organismi appartenenti a un dato raggruppamento si evolvano nel tempo in nuove specie. Il meccanismo secondo cui Lamarck immagina avvenga questa "trasformazione" è diverso da quello proposto da Darwin e gli storici preferiscono il termine "trasformismo" per descrivere l'idea di Lamarck. Egli suppone che le linee evolutive persistano indefinitamente. Esse non si ramificano, né si estinguono, ma mutano da una forma all'altra nel tempo. Due principi muovono questi cambiamenti. Una forza interna che promuove piccoli cambiamenti in ciascuna generazione, finché la linea non ne viene visibilmente trasformata e nasce una nuova specie. E l'eredità di caratteri acquisiti. Questa seconda spiegazione è forse l'aspetto più conosciuto della teoria lamarckiana: gli organismi durante la loro esistenza sviluppano caratteristiche specifiche, in risposta all'ambiente esterno (adattamento) e a seconda della storia individuale, e possono poi trasmettere tali elementi alla prole. In effetti questa idea non è originale. Essa nasce nell'antichità ed è discussa dallo stesso Platone, ma l'intuizione di Lamarck, anche se contraddetta in molti punti, è veramente geniale: le specie viventi cambiano nel tempo e cambiano adattandosi ai mutamenti dell'ambiente.



  La teoria della fissità delle specie
Principale rivale di Lamarck in quegli anni è Georges Cuvier (1769-1832). Cuvier e la sua scuola credono nella fissità delle specie. Malgrado questo presupposto riescono ad apportare importati contributi al pensiero scientifico. Essi, studiando l'anatomia degli animali, pervengono all'individuazione degli elementi fondamentali e inalterabili secondo cui sono disegnati i vari tipi di organismi. Ne emerge una suddivisione del regno animale basata su quattro branche fondamentali: vertebrati, articolati, molluschi e radiati. La zoologia moderna, pur riconoscendo dei gruppi principali leggermente differenti, non contraddice in sostanza il sistema quadripartito di Cuvier. A quest'ultimo si deve inoltre l'intuizione che, in contrasto con quanto sostenuto da Lamarck, le specie vanno incontro a un processo di estinzione.
Le idee di Lamarck si diffondono in Gran Bretagna soprattutto attraverso una discussione critica presente nei Principles of Geology (1830-1833), di Charles Lyell, attraverso cui l'uomo - che finora ha fatto i conti con un passato biblico non superiore ai seimila anni - viene proiettato in una storia geologica di milioni di anni. Le ipotesi di Cuvier vengono invece diffuse dal suo allievo, Richard Owen (1804-1892), uno dei principali anatomisti britannici. Attraverso la sua opera, nella prima metà del Diciannovesimo secolo, la maggior parte di biologi e geologi accetta l'idea che ciascuna specie ha un'origine distinta e mantiene una forma costante fin quando non si estingue.



  L'evoluzionismo di Charles Darwin

Nel frattempo si andavano formando nella testa di Charles Darwin (1809-1882) quelle idee che avrebbero portato alla teoria dell'evoluzione. Nel 1832 il giovane naturalista si era imbarcato sulla Beagle; con essa, nei cinque anni successivi, gira il mondo, e ha occasione di osservare e registrare la particolare distribuzione geografica della diversità biologica che incontra. Alle Galapagos, per esempio, Darwin annota che ciascuna isola è contraddistinta da fringuelli, tartarughe e altri animali con caratteristiche nettamente distinte da quelle che contraddistinguono le stesse varietà in altre isole. Eppure, ciascuna specie è chiaramente affine alle altre: devono discendere da progenitori comuni. Ma differiscono fra loro: devono essere specie in formazione. Se Lamarck aveva affrontato il problema della cosiddetta evoluzione verticale (ovvero la diversificazione delle specie nel tempo), Darwin si dedica all'evoluzione orizzontale (la diversificazione delle specie nello spazio). Ed elabora la teoria dell'origine e della trasmutazione delle specie per selezione naturale, che ancor oggi è considerata la spiegazione fondamentale dell'evoluzione biologica.

Nel 1859 esce On the Origins of Species by Means of Natural Selection, nel quale si enunciano alcuni principi fondamentali, che reggeranno alla prova del tempo. Le idee di Darwin si basano su pochi fatti: la prole di ciascuna specie eredita gran parte delle caratteristiche dei genitori, ma mostra al suo interno un'ampia variabilità individuale. Gran parte dei piccoli muore precocemente (un'osservazione promossa anche dallo studio di Thomas R. Malthus, che puntualizza come ogni specie disponga di un'ampia, forse eccessiva capacità riproduttiva), le risorse sono limitate e la competizione alta: sopravvivono solo gli individui più adatti al mutevole ambiente esterno, i quali daranno origine a una prole più numerosa, che mediamente erediterà le caratteristiche "vincenti", quelle che hanno assicurato il successo ai genitori. L'evoluzione è essenzialmente la somma, nel tempo, di questi cambiamenti.
In Darwin c'è dunque un'idea di gradualità: le mutazioni si accumulano costanti, nel tempo, fino a portare alle differenze anche enormi che si riscontrano nei diversi generi, o taxa. Se spesso risulta difficile ripercorrere a ritroso la storia evoluiva di ciascun organismo, fino ai suoi progenitori più lontani, è perché l'estinzione ha eliminato tutta una serie di stadi intermedi. In Darwin, tuttavia, c'è la consapevolezza di un'origine comune a tutti gli organismi: "Discendenti in linea diretta di pochi esseri che vissero molto tempo prima della deposizione dei primi strati del sistema cambriano". Infine, c'è la teoria della selezione naturale, che fornisce una spiegazione materialistica dei cambiamenti attraverso cui avviene l'evoluzione: in un sol colpo Darwin detronizza l'uomo e il suo Dio.



  Gli effetti del darwinismo

La fine dell'antropocentrismo e della centralità divina è un fatto non certo privo di traumi. Se molti biologi aderiscono presto alla nuova teoria dell'evoluzione, la reazione popolare è più accesa e controversa. I maggiori anatomisti del tempo, principalmente tedeschi, riorientano i propri studi alla luce delle idee darwiniane. Carl Gegenbauer (1826-1903) cerca di tracciare le relazioni evolutive tra i gruppi animali. Anche Ernst Haeckel (1834-1919) tenta la medesima strada, applicando la sua "legge biogenetica", o teoria della ricapitolazione. Secondo lo studioso tedesco, infatti, durante lo sviluppo ontogenetico, ciascun organismo ripercorre la propria storia filogenetica: ogni fase dello sviluppo di un singolo organismo rispecchia uno stadio ancestrale della storia evolutiva della specie. In ogni caso, nei seguaci di Darwin si riscontra spesso una sorta di determinismo che impone all'evoluzione una direzione ben precisa, per così dire in ascesa, una visione progressiva che non si ritrova in Darwin.

Più ostica da accettare sembra, invece, la spiegazione della selezione naturale. In essa manca un elemento essenziale: una convincente teoria sull'ereditarietà. Darwin si limita a supporre che la prole erediti caratteri intermedi tra quelli dei genitori, una soluzione carente, che mal si accorda con la sua idea di selezione naturale. Si fanno, dunque, largo teorie alternative, prima fra tutte quella della "mutazione diretta", secondo la quale la prole, per qualche oscura ragione collegata al meccanismo di ereditarietà, tenda a differenziarsi dai genitori in una direzione specifica. E l'ereditarietà lamarkiana dei caratteri acquisiti appare come uno dei motori principali di questa differenziazione. Persino Darwin accetta tale idea per spiegare parte dei cambiamenti che si verificano. Solo verso la fine del Diciannovesimo secolo August Weismann (1833-1914) confuta definitivamente la possibilità di ereditare caratteri acquisiti.




 I bookmark di ReS

Breve biografia di Lamark
Le intuizioni fondamentali del naturalista francese, mettendole in rapporto agli sviluppi che le teorie evolutive prendreanno in futuro, con Darwin. (in italiano)
http://www.ips.it/scuola/concorso/cairoli/Lamark.htm

Lamarck
Per chi vuole cimentarsi con l'inglese la biografia dello studioso dal sito della prestigiosa Università di Berkeley. (in inglese)
http://www.ucmp.berkeley.edu/history/lamarck.html

Thomas Malthus
Un breve ritratto in cui si sottolinea il ruolo delle sue opere nella formulazione della teoria evolutiva di Charles Darwin. (in inglese)
http://www.ucmp.berkeley.edu/history/malthus.html

Robert Huxley
Uno dei primi che aderirono alla teoria di Darwin e che più di ogni altro si adoperò per diffonderla presso il mondo scientifico e non. (in inglese)
http://www.ucmp.berkeley.edu/history/thuxley.html

Storia dell'evoluzione biologica
Da Aristotele a Darwin. Contiene un'analisi delle prove (fossili, anatomiche, molecolari ed embriologiche) dell'evoluzione. Un approfondimento sulle basi genetiche dell'evoluzione. Nonché l'esame di alcuni fenomeni in chiave evolutiva. (in italiano)
http://spazioweb.inwind.it/gpscienze/Biologia/Continua/evoluzio.htm

Le principali opere di Charles Darwin
Potete trovare The Voyage of the Beagle e The Origin of the Species. (in inglese)
http://www.literature.org/authors/darwin-charles/





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