Le nouvel Observateur Victor Hugo, superstar
di fine secolo
Edoardo Buffoni
Le nouvel Observateur, 25 febbraio-4 marzo
1999
Il settimanale francese esalta la figura dello scrittore ottocentesco, lautore,
dopo Shakespeare, piu rappresentato, recitato, cantato, danzato nel pianeta. Una
presenza fissa nel panorama della cultura e dei sentimenti, perche le sue opere
parlano di giustizia, rivolta e liberta in modo universale, che si attaglia
perfettamente al nostro tempo. Il suo romanticismo ha prodotto eroi intramontabili:
Esmeralda e una sans-papiers, Quasimodo un emarginato, Gavroche un rapper. Le folle
invadono la commedia musicale "Notre-Dame de Paris", i bambini piangono con il
cartone animato Disney sul "Gobbo di Notre-Dame", a Hollywood tutti si cimentano
con i classici di Hugo. Certo, si ascoltano piu Cd della "Bella e la
Bestia" di quanto non si leggano le opere nelle collane dei classici, ma lo spirito
di Hugo e lo stesso: immortale.
Luomo che rompe gli schemi e le frontiere: Daniel Cohn-Bendit. Lex leader
sessantottino e forse il personaggio che incarna meglio la voglia di unificazione
dellEuropa. Da sempre e meta tedesco, meta francese. Organizzava
linsurrezione studentesca a Parigi, contro De Gaulle e Marchais. Oggi i suoi
bersagli sono Jospin, Chevenement e Voynet. Ha vissuto per decenni a Francoforte, quando
gli era proibito andare in Francia, ed e diventato assessore della città
tedesca. Parla il tedesco con leggero accento francese. Ha la nazionalita tedesca,
e eurodeputato dei verdi tedeschi, ma alle prossime europee guidera gli
ecologisti francesi. Scrive contemporaneamente su "Le Monde" e su "Die
Zeit". Nella campagna elettorale, hanno notato gli osservatori, attira molta
piu gente della leader dei verdi, Dominique Voynet. I rapporti tra i due
allinizio erano cattivi, Cohn-Bendit ha idee del tutto eretiche
sullimmigrazione, il Kosovo, lautonomia scolastica, il servizio civile
obbligatorio, idee che non piacciono a molti militanti del partito. Ma di fronte a tanta
popolarita gli altri fanno buon viso a cattivo gioco.
Un reportage dalla Turchia, paese diviso in due. A Ovest, la ricchezza di livello
europeo, a Est, la miseria delle montagne e il dolore di un popolo oppresso, quello curdo.
Due realta che la Turchia dovra comunque conciliare, per non perdere
laggancio con lUnione Europea. Il governo di Ankara dovrebbe sfruttare la
vittoria sui ribelli curdi, ottenuta con la cattura di Ocalan, per trovare una soluzione
politica al problema. Alla periferia di Istanbul, una volta lasciati gli splendidi palazzi
del centro, e lo sfavillante panorama sul Bosforo, si arriva nella periferia degradata di
Gazi, la città dove vengono a rifugiarsi i curdi che hanno perso il proprio
villaggio (ne sono stati bruciati 3500).
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