Caffe' Europa
 
Rassegna Internazionale




The Economist / Europa: e' allarme deflazione

Edoardo Buffoni

 

The Economist, 20-26 febbraio 1999

C'e' un nuovo pericolo per l'economia mondiale: la deflazione. Per decenni l'uomo nero per governi ed economisti e' stata l'inflazione. Da vent'anni a questa parte, a cominciare dalla Federal Reserve, le politiche monetarie si sono ristrette, e oggi l'inflazione media nei G7 e' appena dell'uno per cento, il livello minimo nell'ultimo mezzo secolo. Ma il dovere delle banche centrali e' di garantire la stabilita' dei prezzi, e questo vuol dire combattere la deflazione, oltre all'inflazione. La spirale dei prezzi verso il basso e' addirittura piu' dannosa dell'inflazione, perche' crea aspettative di prezzi in discesa, e riduce la domanda, come successe nella Grande Depressione.

Il rischio di una grande deflazione, fuori dell'America, e' il piu' grande dagli anni '30. In Giappone e' gia' realta', in Cina e nell'Asia e' vicino, in Europa per ora e' benigno, ma domani chissa'. In verita', secondo l'Economist, le politiche monetarie al momento sono troppo restrittive, visti i tassi di crescita delle economie e le proiezioni per il 1999. L'eccezione sono gli Stati Uniti, dove la crescita del 6 per cento nell'ultimo trimestre '98 mette al riparo dai rischi di deflazione. La Bce deve rilassare la sua politica, abbassando i tassi. Ormai la differenza tra produzione potenziale e attuale e' alta, e la disoccupazione spesso non e' strutturale. Ma le pressioni di Lafontaine sortiscono l'effetto contrario alle speranza, inducendo i banchieri centrali a rinviare qualsiasi taglio ai tassi.

La grande corsa dei clandestini verso l'Europa. Secondo gli esperti, sono piu' di 400mila i clandestini che entrano nell'Unione Europea ogni anno, e la maggior parte del contrabbando di uomini e' gestito da mafie potenti, con base nelle capitali dell'Est. Molti clandestini chiedono asilo politico, ma i governi lo concedono sempre meno, sulla base del sospetto che chi fa richiesta non e' un rifugiato, ma un semplice immigrato in cerca di fortuna. Nel '98, la Gran Bretagna ha respinto il 76 per cento delle richieste di asilo. L'Italia offre speciali amnistie annuali, come l'ultima, che consentira' a 250mila clandestini di mettersi in regola, attirando sans papier da tutta Europa.

Le politiche di asilo sono molto diverse da paese a paese. La Germania, che riceve piu' richieste di qualsiasi altro paese, e' molto avanti nell'integrazione, ma ora chiede una maggiore armonizzazione delle regole sull'immigrazione nell'Unione. Svizzera e Paesi Bassi sono altri due paesi a forte presenza di asilanten. Francia, Spagna e Italia ne hanno molti di meno, in proporzione. Questo dipende dalle differenze nel trattamento delle richieste di asilo, e dal desiderio dei nuovi arrivati di raggiungere i famigliari: i russi puntano ad Anversa, gli albanesi a Londra, gli Afghani ad Amsterdam. Tedeschi e olandesi vorrebbero spartire di piu' gli immigrati con gli altri paesi, o almeno le spese.

La Commissione ha fatto due proposte: stabilire insieme quali sono le "zone calde" (ad esempio oggi il Kosovo), per definire lo status di rifugiato, e fissare un livello minimo di servizi per gli immigrati, ad esempio il diritto ad una casa.

Il dittatore dalle mani bucate. Kim Jong Il, leader della Corea del Nord, ha ricevuto dai cugini del Sud un miliardo di dollari, in cambio del permesso per i turisti di visitare alcune zone del Nord. La speranza era che i soldi fossero usati per cose utili. Niente di piu' sbagliato.

Tanto per cominciare, secondo i servizi segreti di Seoul, Kim ha speso un decimo della somma per le celebrazioni del suo cinquantasettesimo compleanno. Poi, e' stato inaugurato l'ennesimo monumento al padre del "giovane" tiranno, Kim Il Sung. Ne esistono gia' a migliaia, tra cui 70 statue giganti sparse per il paese. Il tutto serve a consolidare il prestigio del leader, il culto della personalita' di cui ha disperato bisogno. Il regime del Nord e' abile ad estorcere denaro all'estero.

Centinaia di coreani emigrati in Giappone sono alla bacarotta, perche' costretti a versare soldi a Pyongyang. Si dice anche che il regime venda droga e stampi false banconote da 100 dollari. Inoltre, si fa pagare salatamente il diritto ad ispezionare i siti sospetti. Intanto, i bambini non hanno cibo e gli ospedali sono a corto di medicine. Sicalcola a tre milioni il numero di morti per la grande carestia iniziata nel 1995.





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