Questo
articolo è tratto dal sito www.lavoce.info,
dove è pubblicato con il titolo “Perché
ha vinto Sarkozy”
Il risultato del secondo turno delle elezioni presidenziali
francesi dà una chiara vittoria a Nicolas Sarkozy,
ma Ségolène Royal si è comportata
relativamente bene. Con il 47 per cento dei voti, è
solo un punto al di sotto del punteggio ottenuto dalla
sinistra in ogni tipo di elezione dal 1993.
L’elettorato si sposta a destra
I risultati del primo turno suggeriscono, tuttavia,
che la Royal ha beneficiato dell’acuta ostilità
nei confronti di Sarkozy di buona parte dell’elettorato
di centro.
Al primo turno, queste persone hanno votato in massa
per François Bayrou, e metà degli elettori
centristi che si sono presi il disturbo di votare al
secondo turno ha scelto la signora Royal. Si potrebbe
sostenere che con un candidato capace di raccogliere
più larghi consensi, la destra avrebbe ottenuto
un risultato anche migliore. Inoltre, la destra ha vinto
sebbene fosse al governo già da cinque anni:
una grande novità. Il governo in carica ha perso
tutte le elezioni presidenziali e parlamentari dal 1981,
con l’unica semi-eccezione del 1995 quando Chirac
vinse contro Jospin (ma Chirac stesso vinse contro il
primo ministro in carica Balladur e aveva messo in piedi
un campagna orientata a sinistra con il motto "divisione
sociale").
Perciò, l’intero elettorato sembra spostarsi
a destra, come dimostrano i risultati del primo turno.
Nel 1981, il partito che a sinistra ottenne il miglior
risultato fu il Partito comunista di Marchais, con circa
il 16 per cento dei voti. Nel 2007, è la Royal,
mentre il partito comunista è virtualmente scomparso.
Il peso dei valori. E dell’economia
I commentatori parleranno a lungo del ruolo "dei
valori" (il duro lavoro, la famiglia, la nazione)
nel condizionare il risultato. Credo però che
tali "valori" siano sopravvalutati.
In primo luogo, è plausibile che gli elettori
siano giustamente scettici circa il contenuto reale
di questi valori in termini di politiche. In secondo
luogo, i comportamenti dei due principali candidati
sui valori in gran parte hanno finito per coincidere
durante la campagna. Per esempio, la Royal elogiava
la bandiera nazionale francese, mentre Sarkozy parlava
di creare un ministero dell'Immigrazione e dell'identità
nazionale.
Di economia, invece, si è parlato meno, ma credo
che abbia avuto un ruolo chiave nelle decisioni degli
elettori. Il motivo è che su questo argomento
i due contendenti principali si sono maggiormente differenziati
e la gente ha potuto confrontare le promesse elettorali
con i risultati degli ultimi dieci anni: se una promessa
dalla Royal assomiglia alle azioni del governo di Jospin
1997-2002, allora è plausibile che sia attuata.
Lo stesso vale per Sarkozy, un membro del governo dal
2002.
Con le sue arcaiche proposte economiche, la sinistra
ha puntato a costituire un’improbabile coalizione
di impiegati statali, di chi percepisce sussidi sociali
e di artisti, anch’essi con sussidio pubblico.
Tutto ciò, l’ha confinata in una posizione
di minoranza. Non ha invece preso in considerazione
la crescita della nuova classe sociale di proprietari
immobiliari. Persone che hanno cominciato a investire
nella proprietà nella seconda metà degli
anni Novanta, in parte perché si aspettavano
che il sistema pensionistico sarebbe da lì a
poco entrato in crisi.
Ironicamente, la mancanza di iniziativa del governo
Jospin sul fronte previdenziale ha contribuito a quel
fenomeno. Di conseguenza, i prezzi delle proprietà
hanno cominciato ad aumentare rapidamente, così
che la nuova classe di proprietari è diventata
più ricca.
La sinistra ha perso questi voti con una serie di proposte
che probabilmente li ha spaventati. C’era una
vaga promessa di mettere un tetto agli affitti e accenni
a un intervento governativo che avrebbe interferito
con la possibilità dei proprietari di disporre
liberamente delle loro proprietà. Si andava da
discorsi sulla possibilità di "requisire"
appartamenti sfitti all’idea di allocare gli affittuari
secondo una qualche nozione di "bisogno" e
non secondo la scelta del proprietario dell’immobile.
L'imposta sul reddito sarebbe aumentata per chi guadagna
più di 4mila euro al mese (definito in modo ampio).
Questione aggravata dalle dichiarazioni di François
Hollande, capo del partito socialista, al quale "non
piacciono i ricchi". Al contrario, Nicolas Sarkozy
ha proposto una riduzione marcata delle tasse di successione,
probabilmente più attraente per questa categoria
di elettori, che poteva anche sperare in una graduale
riduzione dell'imposta sul patrimonio ("impôt
sur la fortune").
Un altro errore è stata la promessa di cancellare
la riforma delle pensioni del 2003. Quella riforma stata
approvata tra le usuali proteste violente ed era veramente
necessaria. Semmai, è insufficiente e altri provvedimenti
dovrebbero essere (e saranno) presi. La proposta socialista
non solo era irresponsabile, ma anche contraddittoria,
poiché non è stata indicata nessuna alternativa;
ed era ingiusta, perché uno dei punti centrali
della riforma del 2003 è l'aumento degli anni
di contributi richiesti ai funzionari pubblici per equipararli
al settore privato. Di conseguenza, la sinistra ha perso
i voti tra i pensionati e gli operai più anziani.
La maggior parte della gente ora si aspetta una divisione
della sinistra in una sinistra radicale collettivista
e in un centro-sinistra socialdemocratico. Non è
chiaro, però, quale potrebbe essere la piattaforma
politica di quest’ultimo.
Il suo punto di vista è già pericolosamente
vicino a quello di Bayrou, che prova a costruire sul
suo successo cannibalizzando l'elettorato socialista
e per apparire come l'opposizione principale a Nicolas
Sarkozy. E un partito social-democratico sullo stile
dei paesi nordici o della Spd tedesca finirebbe per
ritrovarsi a destra dell’Ump di Sarkozy.
La sinistra è di fronte ad una scelta difficile:
o mantiene una strategia perdente di "sinistra
radicale" o compete per un posticino già
affollato. La migliore chance di sopravvivenza è
nella speranza che Sarkozy attui politiche ancora più
di destra di quelle dei governi Villepin e Raffarin.
Ma questo resta tutto da vedere.
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