Riflettendo
sulla curiosa notizia dei motociclisti caduti sull’asfalto
incerato dalle fiaccole della manifestazione del Sindaco,
e passata l’ondata dei diffusi commenti maliziosi
e ironici che l’efficiente ufficio stampa della
Signora Moratti non ha potuto frenare, viene comunque
spontanea qualche domanda non del tutto oziosa, sia
sull’evento sia sul suo significato. Mi domando
intanto: ma è possibile che nella poderosa amministrazione
del Comune di Milano non vi sia stato un tecnico (vigile,
ingegnere, spazzino o semplicemente persona di buon
senso) che abbia sussurrato all’orecchio del sindaco
per metterlo in guardia sui rischi dello sgocciolamento
di migliaia di candele? Pare incredibile; se non ci
pensano loro chi ci dovrebbe pensare? Il ministro Amato?
Ma non si è sempre detto che le strade sono i
salotti di Milano? Non appare ironico che una volta
tanto che il sindaco di Milano è una signora
ammodo, e non un fumatore di mezzo-toscano, non abbia
pensato al pavimento dei suoi salotti? In che stato
sarebbero i tappeti di casa Moratti, se i suoi ospiti
non si curassero di buttare le cicche nei posacenere?
Mi domando anche chi abbia pagato le migliaia di fiaccole
(non un costo indifferente); inoltre se si vedesse la
fattura, avremmo anche una stima realistica dei partecipanti.
E ancora, qualcuno ha calcolato il contributo all’inquinamento
di migliaia di candele accese contemporaneamente? Quisquilie,
dirà il Sindaco (che non essendosi messa la fascia
tricolore, in quel momento non era più responsabile
della sicurezza ambientale) ma a Los Angeles, quando
all’imbrunire si accendono i barbecues l’inquinamento
sale tanto che il sindaco di quella città ha
proibito le accensioni con liquidi fumogeni. Eppure
alla fiaccolata c’erano proprio tutti quelli che,
dopo che sono passati studenti, sindacati o pacifisti,
fanno clamori sull’elenco delle sporcizie e dei
danni. Non solo, ma dalle interessanti dirette è
emerso, come del resto da ricerche finanziate dal Comune,
che non girano ancora, che una delle fonti principali
dell’insicurezza è proprio la sporcizia:
le bottiglie di birra nei giardinetti, le buste di plastica,
le deiezioni dei cani, cui ora dobbiamo aggiungere la
cera sull’asfalto. Che, se non sappiamo chi l’ha
pagata in forma solida, sappiamo bene chi paga per rimuoverla
in forma solidificata: cioè tutti noi. Grazie
Signor Sindaco. Dove è andata a finire la proposta
delle destre di far pagare ai sindacati la pulizia delle
strade dopo il 1 maggio?
Ma le domande più serie riguardano il significato
che la politica cittadina sta assumendo. Dice Alberoni,
che l’iniziativa della Moratti serviva a unire
la città. Bubbole. Intanto è significativo
che alla testa della marcia ci fossero i due membri
del Consiglio comunale che hanno registrato il maggior
numero di assenze: Berlusconi e Moratti. Che l’agitazione
della paura allo stato più puro fosse l’unico
scopo della Signora Moratti, si capisce bene dalla affermazione
che segue (ripetuta più volte): “Basta
alla violenza, basta alla prostituzione, basta allo
spaccio di droga, basta alla violenza sulle donne, basta
ai maltrattamenti dei bambini, basta alle truffe agli
anziani, basta alle occupazioni abusive di case, strade,
palazzi, basta alle rapine nei negozi e nelle botteghe,
basta alle sopraffazioni da parte di immigrati irregolari”.
Ci manca solo che a questo punto parta la romanza di
Brecht su Mahagonny città di tutti i vizi. Ma
nel ben confezionato basket di paure ne spuntano alcune
sorprendenti. Che c’entrano la violenza sulle
donne e i maltrattamenti dei bambini che si verificano
soprattutto all’interno delle mura domestiche?
Chiediamo ad Amato un poliziotto per ogni famiglia sospetta?
La domanda è: che senso ha che un sindaco agiti
queste paure nella cittadinanza? Paure che hanno poca
o punta relazione con ciò che un governo (di
destra o di sinistra è indifferente) può
fare e che, semmai, si riferiscono a problemi sociali
che sono competenza proprio di quei servizi sociali
comunali che alla signora Moratti e ai suoi simili stanno
come il fumo negli occhi.
E, a proposito, mi sembra che “Smoke gets in
your eyes” sia la tecnica di governo preferita
da questa giunta. Siamo al solito circo mediatico del
cerone e della bugia più sfrontata. La manifestazione
ha lasciato la città più divisa e sporca
di prima, non vorrei che la politica comunale venisse
ridotta allo scheletrone esposto davanti all’Arengario.
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