Alle tante
riflessioni e considerazioni che si sono fatte, e si
fanno tuttora, sulle elezioni politiche italiane del
2006, bisogna aggiungerne un’altra, che riguarda
il mancato appuntamento con Internet, e soprattutto
con la grande attesa di un vero e proprio turning
point nella storia nazionale dell’e-campaigning.
A fare il punto della situazione, tra la crescente
centralità delle nuove tecnologie della comunicazione
e la conseguente attesa di una prossima sostituzione
del mezzo televisivo con la rete, in campagna elettorale
come nella più ampia sfera politica, è
Sara Bentivegna. La studiosa, docente di Teorie delle
comunicazioni di massa e Comunicazione politica presso
l’Università di Roma La Sapienza, da anni
si occupa del rapporto tra politica e Internet, come
dimostrano alcuni dei suoi libri più recenti
(Comunicare in politica, Politica e nuove tecnologie
della comunicazione, Teorie della comunicazione di massa),
a cui si affianca Campagne elettorali in rete.
Quest’ultimo volume raccoglie oggi una duplice
sfida. Da un lato, continua la riflessione e il dialogo
che ormai da parecchi anni Bentivegna intrattiene sulle
nuove tecnologie di comunicazione, tra inviti a contestualizzare
il fenomeno all’interno di precise coordinate
storico-sociali e a ridefinire le “aspettative
che vanno ben oltre l’applicazione tecnologica”.
Dall’altro, propone un’analisi lucida e
serrata in un percorso a ritroso passando in rassegna,
dalle consultazioni del 2006, gli ultimi dieci anni
di contese elettorali italiane. Con l’obiettivo
anche di stabilire quante attese siano state soddisfatte
e quante invece deluse e, non da ultimo, se Internet
si sia tradotto davvero in uno strumento di contatto
reciproco e paritario tra candidati ed elettori.
Così, in base ai dati raccolti, la conclusione
non può che essere negativa. Il contributo di
internet alle elezioni 2006 è da considerare,
insomma, un’ulteriore appuntamento mancato che
può essere semmai definito come un graduale fenomeno
di evoluzione della comunicazione politica all’interno
dello scenario italiano. “Sia pure all’interno
di uno schema organizzativo largamente prevedibile”,
come scrive la studiosa, “mi aspettavo di trovare
espressioni di innovazione tecnologica tali da costituire
la cifra identificativa con la quale etichettare e ricordare
queste elezioni”. Le ragioni di una simile aspettativa
vanno rintracciate in almeno tre fattori. Innanzitutto
l’incredibile aumento di connessioni rispetto
non solo alla campagna del ’96, ma anche a quella
del 2001: da 10 a quasi 30 milioni in appena cinque
anni. Dati, questi, confortati dalle notizie giunte
dagli Stati Uniti, ovvero “dal paese che può
essere considerato la culla dell’e-campaigning”,
con lo straordinario caso di Howard Dean e del suo blog
che ha letteralmente precettato e organizzato, tramite
il modello Meetup, un numero molto consistente di sostenitori.
E per finire, l’ultimo fattore che si poteva considerare
ben augurante apparteneva all’Italia stessa, grazie
al ruolo indiscusso di Internet nella campagna elettorale
delle primarie indette dal centrosinistra. Ma nonostante
tutti questi elementi, la campagna del 2006 non è
stata certo il punto di svolta per Internet. Non è
stata, come ci avverte l’autrice, quello che “il
famoso dibattito Nixon-Kennedy del 1960 ha rappresentato
per la televisione”.
Tuttavia le conclusioni definitive di Campagne
elettorali in rete non sono tutte di un segno.
Almeno se si prende in considerazione un panorama molto
più ampio, che tenga conto non solo degli attori
tradizionali, ma anche e soprattutto dell’universo
degli internauti. Allora, in questo campo così
allargato, si può pensare che si è comunque
arrivati ad un momento di rottura rispetto al passato.
I cittadini, in veste di navigatori, hanno usufruito
di una quantità consistente di occasioni per
contribuire alla costruzione della campagna. Come? I
segnali, di quello che Bentivegna definisce “un
costante mormorio”, sono il fitto scambio di e-mail,
vignette, post nei vari blog e gli interventi nei gruppi
di discussione. Segnali che possono bastare a suggerire,
e magari anche a restituire, la complessità di
una realtà in costante evoluzione.
Sara Bentivegna,
Campagne elettorali in rete,
Laterza, Roma-Bari 2006,
pp.147, euro 16
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