“Questo
libro usa una parola che non conoscevo: Performing
Media”. Inizia così la prefazione,
firmata da Beppe Grillo, di Performing Media 1.1
- Poetica e politica delle reti. Sono tanti, in
effetti, gli argomenti e i concetti, e quindi anche
le parole, che risultano “nuovi” nel corso
della lettura di questo volume sui media, sui loro linguaggi
e potenzialità culturali e sociali, scritto da
Carlo Infante, che oltre ad essere docente all’Accademia
di Belle Arti di Macerata ed all’Istituto europeo
del Design di Torino, insegna Performing media, per
l’appunto, all’Università di Lecce.
E dunque non si può spiegare né commentare
questo libro – ricco non solo di novità
e progettualità, ma anche di riflessioni ed esperienze
eterogenee (da Umberto Galimberti a Marshall McLuhan,
con disinvolte citazioni da Wittgenstein a Brecht, da
Sant’Agostino a Woody Allen) – se prima
non si è cercato il significato, seppure non
univoco e definitivo, dello stesso titolo. Se prima,
cioè, non si è tentato di chiarire il
concetto-cardine intorno a cui ruotano tutte le riflessioni
di Infante. Una chiave di lettura arriva subito, già
nella prefazione, proprio nella seconda frase dello
stesso Grillo: Performing media “è una
parola inventata come inventate sono quelle azioni che
stanno nascendo nella Rete e che secondo lo spirito
di questa nuova idea investono la realtà e il
nostro modo di agire nel territorio”. Altre chiavi
di lettura sono poi disseminate tra le pagine del libro,
a volte sotto forma di vere e proprie definizioni. Basti
leggere, per esempio, il paragrafo Il circolo dell’empatia,
in cui l’autore spiega la sua concezione di Performing
media che, appunto, “significa rendere dinamico,
condivisibile, coinvolgente, sociale, politico e poetico
il mezzo di comunicazione”. Insomma, proprio questo
rappresenta lo scopo principale di Infante: interpretare
i nuovi media interattivi (Internet prima di tutto)
come opportunità strategiche ed imprescindibili
della “nuova”, ovvero dell’attuale,
realtà culturale e politica. E farlo vuol dire
condurre un dialogo serrato, come suggerisce con chiarezza
il sottotitolo, tra poetica e politica, passando attraverso
l’“etica dell’interattività”,
nella direzione di una “relazione aperta, collaborativa
e sociale”.
Infante, perciò, ripercorre i momenti essenziali
e suggerisce gli eventuali sviluppi di un nuovo modo
di scrivere, di leggere, di parlare, di pensare, di
conoscere. Di un nuovo modo di essere, più in
generale, che si è delineato con l’avvento
dei nuovi media ed il loro cambiamento. Così
come dimostra la stessa concezione del suo libro che
rimanda, per le note quanto per gli approfondimenti,
dalla carta stampata alla rete. Per approcciare il volume
bisogna, quindi, con un occhio guardare alle pagine
del libro, e con l’altro spulciare tra quelle
virtuali del sito (www.performingmedia.org), dove si
possono lasciare le tracce della propria presenza, sotto
forma di commenti. Ma che si tratti del testo cartaceo
o di quello virtuale, si scopre lo stesso che entrambi
sono volti ad una progettazione per la convergenza dei
media, basata sulla capacità creativa di organizzazione
sociale. Una convergenza per cui risulta necessario
combinare l’azione culturale alla comunicazione
multimediale, per interpretare le potenzialità
di quella che, come potrebbe essere definita oggi, appare
come una sorta di Società dell’Informazione.
Una Società dell’Informazione protesa,
come spiega e sottolinea con insistenza Infante, verso
la partecipazione attiva e la condivisione della conoscenza
come bene comune. Con l’esplicita intenzione di
promuovere una tensione civile diversa, che inventa
linguaggi e contesti in cui esprimersi. E per fare un
esempio pratico di che cosa significa tutto ciò,
è il caso di tornare lì dove siamo partiti.
E cioè, a Beppe Grillo, il “comico militante”
che col suo blog, vero esempio di un sistema informativo
partecipato dove politica e poetica si intrecciano e
si scambiano di ruolo, si è aggiudicato un posto
di prestigio nella classifica mondiale dei siti più
frequentati. Dimostrando, come spiega con arguzia lo
stesso Infante, che “un atto poetico può
fare politica al miglior grado”. E con grande
successo.
Carlo Infante
Performing Media 1.1.
Poetica e politica delle reti
edizioni Memori, pp.233, € 14,00
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