279 - 14.06.05


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Vado e voto Sì: è una
questione di libertà
Nadia Urbinati

Voto Sì a tutti i quesiti posti a referendum il prossimo 12 giugno.
Non ci sono ragioni per votare diversamente e questo per due ordini di motivi che rientrano nella questione della libertà. Il primo, il più rilevante, ha a che fare direttamente con la primaria e fondamentale libertà individuale di scelta in questioni intime come sono quelle legata alla volontà di avere un figlio. Nessun individuo ha il potere di dirmi come mi devo comportare in quei casi nei quali la mia azione non lede la legge e non arreca danno ad altri. In una società democratica fondata sul consenso nessuno ha l’autorità di sostituirsi alla mia coscienza, e che le questioni che hanno a che fare con la mia vita sono sempre e soltanto questioni che la mia coscienza soltanto deve risolvere. Non siamo né inferiori né fanciulli; nessuno può sostituirsi a noi nelle scelte che riguardano prima di tutto noi stessi. Chiediamoci se l’On. Pinco Pallino, non importa di quale partito o schieramento, ha l’autorità di darmi ordini su come devo amare o procreare, di dirmi che cosa è bene o male che io faccia. Se un parlamentare pensa che la sua coscienza non gli consente di accettare un’ordine legale che non pone limiti alla libertà di usare mezzi artificiali per procreare, allora egli dovrebbe dimettersi non cercare di fare la legge che alla sua coscienza più conviene. Il caso è simile a quello nel quale si trovò l’On. Buttiglione rispetto al suo incarico europeo e le implicazioni etiche che comportava: era lui per primo a non dover accettare l’incarico. Ma il ragionamento che emerse tanto in quell’occasione quanto in quella della fecondazione assistita è esattamente l’opposto. I nostri sanfedisti dicono: se la legge è contro la mia volontà allora cambio la legge. Questo è un affronto e un atto di arbritrio. La nostra carta costituzionale riconosce diritti individuali sacrosanti, primo fra tutti quello che impone alla legge di non discriminare per ragioni di fede religiosa, e cioè di non produrre leggi che rispecchiano valori morali che non é né necessario né scontato che tutti condividano. Anche il secondo ordine di motivi per i quali occorre votare SI pertinente alla libertà, in questo caso di ricerca scientifica. Anche in questo caso si configura una violazione di diritti fondamentali. Con l’aggiunta che in questo caso la legge diventa anche ridicola, perché é evidente che la scienza non ha confini nazionali per cui saranno i laboratori di ricerca di altri paesi a beffare questa legge autarchica. In sostanza, anche se il 12 giugno non si raggiungerà il quorum perché il referendum abbia validità, questa legge sarà resa nulla dal corso delle cose. La globalizzazione non é sempre un male, vivaddio.

 

 

 

 

 

 

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