Il futuro della British Broadcasting Corporation
è tutto nel digitale. I primi di marzo 2005
il Ministro della Cultura inglese, Tessa Jowell, ha
presentato in Parlamento un Libro Verde (Green
Paper) nel quale sono contenute due novità
fondamentali per la Bbc.
Punto primo, non sarà privatizzata, punto
secondo, il Board of Governors sarà
sostituito da un doppio organismo indipendente e autonomo.
Da tempo si preparava una rivoluzione interna alla
Bbc, ma la decisione governativa ha tranquillizzato
tutti coloro che temevano che questi cambiamenti avrebbero
riguardato una privatizzazione: l’azienda resterà
un servizio pubblico fino al 2016, questo vuol dire
che i cittadini pagheranno un canone di circa 120
£ per almeno altri dieci anni. Resta integra
quindi la Royal Charter, cioè la convenzione
stabilita tra il Governo inglese e la Bbc sin dal
1927, che regola le funzioni e la struttura dell’azienda
e che sarà puntualmente rinnovata alla sua
scadenza, nel 2006.
Negli ultimi anni si era registrato un calo dell’audience
della Bbc in maniera inversamente proporzionale all’aumento
di canali tv dei quali il pubblico poteva usufruire.
Nel 1988 in Gran Bretagna i canali televisivi erano
solo quattro, attualmente, tra piattaforme digitali
e canali terrestri, sono saliti a più di 400.
La concorrenza instaurata con le televisioni private
ha spinto la Bbc ad adeguarsi progressivamente ad
un tipo di programmazione troppo spesso “di
basso profilo”, pur di non perdere terreno nei
confronti dei programmi sfornati dalle tante reti
tv esistenti.
Per ovviare a questo problema il Ministro Jowell
ha dichiarato in Parlamento che l’azienda d’ora
in poi non dovrà più pensare in termini
di indici di ascolto e di share, ma concentrarsi sulla
qualità dei programmi che proporrà ai
fruitori paganti, come si conviene ad un buon servizio
pubblico. Inoltre entro il 2012 l’azienda passerà
dalla programmazione analogica a quella digitale,
“questa è in assoluto la sfida più
impegnativa che la Bbc abbia mai affrontato –
ha spiegato Tessa Jowell – l’azienda dovrà
essere pronta sia dal punto di vista del management,
che della programmazione”. Per garantire appunto
il massimo livello di controllo e garanzia sui programmi
radiofonici e televisivi, i vertici della struttura
aziendale sono stati rivoluzionati: il Board of
Governors, cioè un Consiglio di dodici
Governatori nominati dalla Regina su proposta ministeriale,
che da quasi 80 anni gestiva, controllava e approvava
i programmi ideati dalla Bbc, sarà smantellato
di netto: “la precedente gestione della Bbc
da parte del Board of Governors era insostenibile
– ha dichiarato Tessa Jowell parlando alla Camera
dei Comuni – il doppio ruolo dei Governatori
come promotori e regolatori non era affatto adeguato
ad una organizzazione pubblica della grandezza e complessità
della Bbc; tutto l’assetto mancava di chiarezza,
trasparenza ed affidabilità”. Al suo
posto saranno creati due organi distinti e indipendenti,
un Consiglio dei Garanti (Trust), con il
compito di garantire la libertà aziendale tenendo
lontana qualsiasi forma di ingerenza politica e ribadendo
il concetto base del servizio pubblico – la
Bbc è dei fruitori paganti e non del Governo
– e un Consiglio Esecutivo, il cui seggio presidenziale
sarà nominato dai membri del Trust, avrà
funzione di gestire l’azienda giorno per giorno.
A capo del Consiglio Esecutivo sarà Mark Thompson,
già Direttore Generale dell’azienda.
Il Presidente del Consiglio dei Garanti sarà
invece Michael Grade, già Presidente del Board
of Governors, i membri del suo Consiglio saranno
nominati dalla Regina su proposta del primo Ministro
e scelti in base alla loro esperienza nei settori
dei mass media, della giurisprudenza, della società
civile. Il Trust, che avrà anche il compito
di approvare il budget e decretare le linee strategiche
della Bbc, rappresenterà i telespettatori e
radioascoltatori paganti il canone, quindi avrà
bisogno di conoscere le esigenze dei cittadini e potrebbe
farlo grazie a una serie di test di valutazione pubblicati
su internet, tramite incontri e forum on line per
discutere le performances aziendali, o la pubblicazione
di ricerche sull’audience. L’interazione
con i cittadini soddisferà il compito di orientare
il Trust su cosa è più gradito al pubblico
e cosa non lo è. E’ una differenza fondamentale
rispetto al precedente Board of Governors. Infine
anche l’Ofcom, l’organismo che regola
l’intero settore dei media in Gran Bretagna,
avrà voce in capitolo nel controllare la programmazione
della radio e tv di Stato.
Sta tutta qui la differenza tra il sistema del Trust
e dell’Esecutivo e il vecchio Board, nella divisione
dei compiti di garanzia, controllo e di potere esecutivo.
Il Ministro Jowell è determinata ad innalzare
il livello di produzione della Tv di Stato ad un grado
che non raggiunge da troppi decenni, basato su prodotti
radiofonici e televisivi culturalmente adeguati ad
un servizio pubblico e frenando drasticamente l’importazione
di programmi provenienti dagli Stati Uniti.
“Un’azienda forte e indipendente”
insomma, capace di destreggiarsi nel marasma delle
piattaforme digitali e dei canali terrestri esistenti
oggi nel Paese senza più piegarsi al volere
dell’audience, ma puntando tutto sulla qualità
dei programmi e sul rispetto dei cittadini. Ma cosa
succederà dopo il 2016, una volta scaduto il
patto decennale stabilito con il Governo? Il Ministro
Jowell ha ammesso che, data la varietà di offerta
televisiva e radiofonica che si presenterà
nel 2012 con la Bbc digitalizzata, andrà rivisto
il sistema di pagamento del canone, che rischia di
non avere più senso in una realtà in
cui si può vedere la tv anche dal telefonino,
o dal computer tramite Internet. La Jowell sta prendendo
in considerazione l’eventualità di tassare
anche questo tipo di fruizione... “ma ancora
è presto per discutere questa possibilità
– ha tagliato corto il Ministro – affronteremo
la cosa quando sarà il momento”.
Per adesso gli sforzi sono tutti rivolti al passaggio
in digitale della Bbc, i lavori dovrebbero iniziare
nel 2007 e terminare entro cinque anni. Staremo a
vedere se l’anziana ottantenne inglese
saprà cambiarsi d’abito in tempo e buttarsi
in pista, o meglio in piattaforma.
www.bbccharterreview.org.uk
www.bbc.co.uk
Il
testo del Green Paper di riforma della Bbc
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