speciale - elezioni Usa 2004


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Europa, la delusione (quasi) di tutti
Daniele Castellani Perelli

"Putain, quattro anni!". Il Courrier International è stato tra i pochi quotidiani a dire quello che pensava veramente. In una Europa che tifava per la vittoria di Kerry con entusiasmo maggiore di quello con cui aveva tifato per le elezioni europee, il trionfo di Bush è stato spesso accolto con lo stesso pragmatismo che ha contraddistinto le reazioni dei leader europei (in Italia lo ha fatto anche la Repubblica, che, secondo l'analisi di Liberation, ha usato toni "ammirati" nei riguardi della netta affermazione di Bush). Tuttavia, se Chirac è stato tra i primi a congratularsi con il presidente texano, i giornali francesi sono stati tra i più schietti e depressi del continente. La copertina di Liberation strillava che "L'Impero peggiora", e nell'editoriale "Egemonia" si racconta "un'elezione in forma di plebiscito" e si teme che "la vittoria dei conservatori porterà con sé inevitabili effetti d'imitazione, per esempio nella ricerca scientifica e nella legislazione civile, come sui matrimoni omosessuali e l'aborto". Secondo Liberation sarà sulla capacità d'esportare queste idee che si misurerà, ancor più che sulle armi, la potenza degli Usa.

Altrettanto manifestamente deluso dall'esito elettorale è parso Le Monde, che nell'editoriale "Un mondo a parte" ha scritto che "è poco dire che la rielezione di George Bush è una cattiva notizia. Per l'Europa come, senza dubbio, per il resto del mondo". Sconfitta l'"America aperta, multilaterale" di Kerry, passa il concetto che "questo paese è in uno stato di vendetta dopo l'11 settembre". Il futuro appare nero secondo il giornale parigino, visto che Bush non sembra intenzionato a cambiare rotta : "La rielezione di Bush ci convince che l'inizio del XXI secolo è ben diverso da quello che abbiamo potuto sognare dopo il 9 novembre 1989 e la caduta del Muro", conclude Le Monde. Deluso anche lo spagnolo El Paìs, secondo cui "Bush comincia con aspettative molto basse dell'Europa, le quali potrebbero anche peggiorare le relazioni transatlantiche". Più cautela in Germania, dove sulla progressista Sueddeutsche Zeitung Christian Wernicke ha scritto che non molto cambierà nei rapporti transatlantici, ma che "chiunque voglia ottenere più rispetto dagli Usa deve prima di tutto rispettare il risultato del 2 novembre e imparare a convivere con Bush".

In Gran Bretagna stampa divisa. L' Economist plaude ad un voto chiaro, che non lascia dubbi di legittimità, ma allo stesso tempo non nasconde le preoccupazioni per un presidente nei confronti della cui elezione si era apertamente schierato contro. E se il Daily Telegraph, conservatore, spiega che ora Francia e Germania non possono far più finta di niente, e l'Europa "deve venire a patti non solo con Bush ma anche con il paese che lo ha eletto", il tabloid Sun, di destra, afferma che l'elezione di Bush è "una cattiva notizia per i terroristi di tutto il mondo".

"Il mondo era un luogo già abbastanza pericoloso dopo l'11 settembre - ha scritto invece il Daily Mirror - Le bravate militari di Bush lo hanno reso ancora peggiore. Nei prossimi quattro anni è destinato a diventare ancor più terrificante. E' ora più probabile, e non meno, che noi siamo a rischio di attacco terroristico. Questo è quanto ha fatto la maggioranza degli americani, rieleggendo un'amministrazione ignorante e arrogante". Il Daily Mirror, tabloid, ha dato voce ad un'opinione che probabilmente, al di sotto del pragmatismo ufficiale delle cancellerie, deve aver dominato, nella rabbia, le menti della maggior parte della popolazione europea, governatori inclusi. Ha scritto in copertina: "How can 59,054,087 be so dumb!", "Come possono 59.054.087 persone essere così stupidi!". Così l'Europa, oggi, non riconosce più l'America come parte dello stesso universo politico-culturale. i

 

 

 

 

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