Negli
Usa, volontari si spostano dagli stati “sicuri”,
in cui la vittoria alle presidenziali non è assolutamente
in discussione, negli stati incerti per cercare di spostare
il voto verso il proprio candidato.
Da Manhattan una donna va, con suo marito, tre settimana
ad Akron, Ohio, per fare campagna elettorale in favore
di Kerry, e racconta quello che ha visto.
Ormai manca solo una settimana al giorno delle elezioni
- supponendo che i conteggi e le contestazioni dei voti
non finiscano a primavera. Quel giorno Ed e io saremo
ad Akron dove siamo arrivati due settimane fa per collaborare
alla campagna di Kerry; siamo qui, assieme ai vecchi
amici conosciuti nei giorni di Baltimora, perché,
quando lo scorso mese Ed ha telefonato al quartier generale
democratico chiedendo dove avessero bisogno del nostro
aiuto, la risposta è stata: nell’Ohio.
Stiamo lottando porta a porta perché si voti
per Kerry: facciamo propaganda e distribuiamo manifesti
da mettere in giardino a tutti quelli che si mostrano
interessati, contravvenendo così alla politica
del quartier generale democratico della contea di Summit
che, puntando a nuove sottoscrizioni di volontari, non
vuole che quei manifesti vengano affissi senza che si
sia prima andati al QG. Noi, invece, pensiamo che questa
campagna venga combattuta proprio giardino per giardino.
…
Ci stiamo finalmente facendo strada nei quartieri ricchi
e in quelli poveri, completamente immersi nelle decorazioni
di Halloween: pietre tombali e scheletri che escono
dal terreno, fantasmi appesi agli alberi, e, in mezzo
a tutte queste cose spaventose, i manifesti di Bush
e Kerry, parte di una stagione davvero terrificante…
Persino nei palazzi lungo Merriman Road, che prima erano
le abitazioni dei migliori dirigenti e scienziati della
Firestone e della Goodyear, il mix di Halloween include
i manifesti da giardino di Kerry e Bush.
Durante il nostro primo giorno di propaganda, in un
quartiere vecchio e malandato della Firestone, abbiamo
incontrato una donna, terribilmente sovrappeso e pro-Bush,
la quale sosteneva che la fine del mondo è ormai
imminente, che lei verrà assunta da Dio in cielo
e che disponeva di informazioni riservate secondo cui
Osama aveva collaborato con Saddam Hussein ma che, purtroppo,
non poteva rivelare le sue fonti. Peccato che non avesse
abbastanza raziocinio per capire che se la fine del
mondo fosse davvero così vicina, non ci sarebbe
nessun motivo per votare, fosse anche per Bush!
Il quartier generale di Kerry ad Akron, appare straordinariamente
ben organizzato sotto la direzione di Laura, una donna
sui trent’anni, alta, energica, bionda, formosa
e molto intelligente che ha lavorato per la Difesa Legale
di NOW ed è stata attualmente presa in prestito
dall’ufficio di Hillary Clinton. Laura ha lavorato
per Kerry fin dalle primarie del New Hampshire e, da
quando siamo arrivati, appare sovraccarica di adrenalina
e continua a sottolineare l’importanza del CIBO
per chi lavora alla campagna. In effetti, siamo un’organizzazione
ben nutrita grazie alle donazioni di bottiglie di acqua,
lasagne, brownies e donuts (dolci di cioccolato
amaro e ciambelle glassate, NdT). Laura, d’altro
canto, non sa immaginare come si possa combattere una
battaglia elettorale senza Dunkin’ Donuts,
anche se ci troviamo nella terra di Krispy Kreme
(Krispy Kreme e Dunkin’ Donuts sono due
celebri rivenditori di ciambelle glassate diffusi su
tutto il territorio statunitense, NdT), comunque
le elargizioni del West Point market –
il rifornitore di cibo dell’alta società
che si trova proprio in fondo alla strada - sono sempre
ben accette.
Con noi ci sono Alison, una studentessa ventenne del
Truman, “devota a una vita in povertà”
– stando alle parole di Laura - che organizza
la propaganda, e Tona - grande, nera, enorme sorriso,
brillante - che organizza i volontari. Continuo a restare
sorpresa dai volontari provenienti dagli altri stati,
i new yorkesi come tutti gli altri: a chi ci ringrazia
e benedice continuamente per essere venuti a dare una
mano nella campagna rispondiamo che, grazie a Dio, non
c’è bisogno di noi a New York.
Infine ci sono gli uomini di mezza età che lavorano
ai dati sul computer. Abbiamo finito la propaganda porta-a-porta
e abbiamo ormai individuato gli elettori di Kerry, quelli
di Bush e gli indecisi, che, sorprendentemente, sono
abbastanza, alcuni di questi, pur disturbati da Bush,
restano ancora incerti su Kerry. I dati verranno ora
riordinati per le telefonate mirate che servono a GOTV
“Get Out the Vote” – tirare fuori
il voto, il nostro mantra. Le ultime telefonate e l’ultimo
porta-a-porta ci saranno questo fine settimana e lunedì
prossimo. Il giorno delle elezioni, Ed, io e altri saremo
ai seggi dove trascriveremo i nomi delle persone che
hanno già votato – una volta che le persone
votano, infatti, i loro nomi vengono affissi - e li
consegneremo ai nostri fattorini. Al Quartier Generale
cancelleranno quei nomi dalla nostra lista e telefoneranno
a coloro che non hanno ancora votato per sollecitarli.
Centinaia sono inoltre i volontari che hanno dato la
propria disponibilità per trasportare le persone
ai seggi. Finora, solo sei persone hanno chiesto un
passaggio.
I seggi elettorali in sé potrebbero essere un
pasticcio. Il segretario di Stato dell’Ohio, J.
Kenneth Blackwell è peggio dello zio Tom: un
conservatore repubblicano nero che sta facendo tutto
il possibile per invalidare le registrazioni dei nuovi
elettori democratici - a cominciare dal dire che le
nuove registrazioni che non siano fatte su carta sufficientemente
pesante non contano e invalidando così le registrazioni
avvenute attraverso moduli scaricati dal computer. I
repubblicani hanno contestato migliaia di nuove registrazioni.
I funzionari per le elezioni, sopraffatti, tengono udienze
di massa nei centri congressi locali - 250 l’ora
- per chi intende difendere la propria registrazione.
I democratici, dal canto loro, chiedono che i repubblicani
giustifichino personalmente ogni contestazione.
Una legge dello Stato dell’Ohio, risalente al
1953 e mai usata, autorizza la presenza di rappresentanti
di lista che contestino le registrazioni degli aspiranti
elettori all’interno dei seggi: indirizzi, età,
cittadinanza sono adesso informazioni alla portata di
tutti, con i repubblicani e i democratici che stanno
entrambi registrando i propri rappresentanti di lista.
(Addirittura, in una contea, i repubblicani hanno scorrettamente
prima raggiunto un accordo con i democratici affinché
entrambe le parti rinunciassero ai rappresentanti di
lista, per poi registrare i propri di soppiatto. Fortunatamente
i democratici hanno scoperto l’inganno in tempo
e sono riusciti a registrare i propri rappresentanti
al limite della scadenza).
Nel frattempo, noi abbiamo trovato un buon caffè
– dall’altra parte della strada a Angel
Falls – del buon sushi (Sushi Katsu, preparato
da Tony, un italo-giapponese venuto dal Giappone per
lavorare nella sala mensa del direttivo della Firestone
quando la proprietà era giapponese: la Firestone
se n’è andata ma Tony è rimasto),
abbiamo dedicato allo shopping un viaggio a Target e
ogni giorno ce ne andiamo in auto con i nostri amici
verso il quartier generale passando attraverso lo splendido
fogliame autunnale.
Peter Jennings, trasmettendo la scorsa settimana da
Cleveland, affermava che una questione importante per
i cittadini del posto era l’11 settembre. Nella
nostra campagna, fatta di sollecitazioni dirette e telefonate,
non ne abbiamo mai sentito parlare, a meno che non si
consideri un generale e sotterraneo sentimento di paura.
La scorsa settimana Ed e io abbiamo visitato il museo
d’arte di Canton dopo aver ascoltato il discorso
di Edwards –oratore davvero efficace – nel
centro congressi di Canton, un piccolo spazio non troppo
pieno. L’opera più significativa era una
piccola creazione che raffigurava una casalinga occupata
a spazzare il tappeto nel suo salotto rosa e grazioso,
protetto da un portone chiuso con una catena di sicurezza.
La piccola stanza era circondata dai demoni, dalla rabbia,
da un alligatore sotto il pavimento, dalla malvagità
che fendeva le pareti: forse è questo il tipo
di paura che stiamo vedendo in giro.
(traduzione di Martina Toti)
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