Dopo
il caso Schulz il caso Buttiglione, passando per le
risoluzioni contro l’anomalia televisiva italiana,
il cosiddetto “folklore” di Bossi, la cacciata
del ministro Ruggero, Berlusconi e la Cecenia, Berlusconi
e l’Islam, e tante altre piccole perle, l’ultima
delle quali ha come titolo “Tremaglia y los maricones”,
come direbbero gli spagnoli. L’Italia ha collezionato
negli ultimi anni una serie impressionante di “figuracce”
europee, vocabolo che nasconde una realtà ben
più preoccupante riemersa in occasione della
bocciatura di Buttiglione: l’Italia, o almeno
quella che democraticamente la rappresenta ai vertici
politici, è oggi diversa dall’Europa.
Lo scandalo rassegnato con cui anche stavolta i giornali
europei hanno commentato l’ultima “figuraccia”,
il fatto che l’Europa giudichi unanimemente in
modo critico queste uscite, inducono a credere che esista
ormai, bene o male, una comune e minima opinione pubblica
europea, e che questa non sia rappresentata dal governo
italiano. Insomma il nostro governo ha valori e comportamenti
diversi, cioè non riconducibili a quelli
dell’opinione pubblica europea, che da destra
a sinistra si ritrova spesso a condannare o almeno a
trattare con imbarazzo le cosiddette “gaffe”
del nostro esecutivo.
L’11 ottobre, questo è solo l’ultimo
caso, la commissione giustizia, libertà pubbliche
e sicurezza del Parlamento europeo (Libe) ha respinto
la prima risoluzione che accoglieva la candidatura di
Rocco Buttiglione quale commissario europeo a Giustizia,
libertà e sicurezza. In seguito è stata
bocciata anche la seconda mozione che proponeva di confermarlo
quale vicepresidente, ma con un altro portafoglio. Non
avendo raggiunto la maggioranza su nessuna delle due
opzioni, Buttiglione è stato automaticamente
bocciato dall’Europarlamento, anche se il presidente
della Commissione Durao Barroso ha confermato la sua
fiducia al ministro italiano. La bocciatura è
arrivata dopo che, nell’audizione, Buttiglione,
attaccato per le sue posizioni su donne e omosessuali,
nel suo intervento aveva usato parole non condivisibili
neanche per un Europarlamento che fosse a maggioranza
popolare assoluta. Buttiglione ha ricordato che, partendo
“dalla radice latina”, “matrimonio
significa protezione della madre, una protezione da
parte dell’uomo che consente alle donne di generare
figli”, e che “come cattolico considero
l’omosessualità un peccato, ma non un crimine”.
Tutte considerazioni non sorprendenti per un cattolico,
ma politicamente inconcepibili per una commissione che
si fonda su una maggioranza trasversale.
Ma andiamo a vedere le reazioni della stampa europea,
dove si è registrata la solita unanimità.
Persino il quotidiano monarchico spagnolo Abc ha criticato
“l’incontinenza verbale dell’ex ministro
italiano e la sua imperizia nell’esporre le proprie
convinzioni in modo così rozzo”. Il Guardian
http://www.guardian.co.uk,
nel commento “Rocco e i suoi fratelli”,
ha scritto che “non è sorprendente che
Buttiglione sia stato bocciato dalla commissione per
le libertà civili”. “Il cristiano-democratico
Buttiglione ha tutto il diritto di seguire qualsiasi
definizione di moralità personale che vuole –
ha argomentato il quotidiano laburista – ma ciò
diventa di pubblico interesse quando dice che non supporterebbe
leggi che contraddicano quella moralità. Questo
includerebbe sicuramente proposte che combattono discriminazioni
in base al genere e al sesso, un settore in cui la legislazione
della commissione può esercitare un ruolo guida
socialmente progressista nel continente”. “Le
scelte di Barroso importano a tutti noi. A Buttiglione
non dovrebbe essere richiesto, nei termini in cui l’ha
messa lui, di ‘prostituire la sua coscienza’,
ma nemmeno dovrebbe accettare un incarico così
importante se le sue opinioni contraddicono quelle di
milioni di cittadini europei”.
Il Financial Times ha scritto che anche “nel
caso in cui la proposta fosse respinta, la posizione
di Buttiglione sarebbe comunque molto indebolita”,
ricordando infatti come “le dichiarazioni del
ministro italiano su immigrazione, famiglia e omosessualità
avevano provocato lo sdegno di una parte del Parlamento”.
Le Monde http://www.lemonde.fr
, che aveva presentato Buttiglione con un titolo che
in un paese laico come la Francia deve fare un effetto
particolare (“Con Rocco Buttiglione un prossimo
del Papa nella Commissione”), ha dato molto spazio
alla dichiarazione di Josep Borrell, il neo presidente
del Parlamento, che ha dichiarato: “Non vorrei,
come cittadino spagnolo, avere un ministro della giustizia
che pensa che l’omosessualità è
un peccato e che la donna deve restare al focolare per
fare dei bambini sotto la protezione di suo marito.
Il minimo che si possa dire è che si tratta di
proposte scioccanti”.
El Pais esprime un giudizio durissimo sulla politica
italiana, praticamente spiegando che quello che è
concesso in Italia non è concesso in Europa:
“Il voto contro Buttiglione ribadisce che i politici
italiani sono difficilmente esportabili. Le battute
del premier sui nazisti e i tedeschi non sono state
apprezzate a Strasburgo, così come le precisazioni
di Buttiglione, che avrebbe semplicemente potuto dichiararsi
cattolico e favorevole al matrimonio tradizionale. Berlusconi
prima e Buttiglione poi hanno parlato come sono soliti
fare in Italia, senza badare né al contesto né
al tono delle loro parole”. Il catalano La Vanguardia
http://www.lavanguardia.es,
nell’editoriale “Un duro esame”, ricorda
che “Rocco Buttiglione è il primo aspirante
commissario europeo a ricevere due votazioni contrarie
alla sua nomina”, e aggiunge: “Bisogna domandarsi
se il futuro commissario europeo può avere un’opinione
diametralmente opposta a quello che stabilisce la carta
europea dei diritti, secondo la quale nessuno può
essere discriminato in base al sesso. Buttiglione cita
Kant e dice che ‘molte cose si possono considerare
immorali, ma non sono proibite’, e promette di
rispettare e far rispettare la carta. Ma questo non
basta. Barroso dovrà convincere il parlamento
di poter governare con un commissario con opinioni così
discrepanti dalla legge che deve applicare. È
senza dubbio un’impresa difficile, in cui entrano
in gioco le opinioni personali e politiche derivanti
da due diverse concezioni del mondo”. Due concezioni
diverse del mondo, quelle del Parlamento d’Europa
e del governo italiano.
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