Per
parlare ai giovani ci vuole un linguaggio che sappia
arrivare dritto alle loro orecchie. Soprattutto se si
vuole parlare di argomenti che spesso appaiono distanti
ai ragazzi delle scuole come le politiche e la cultura
dell’Europa. E allora il Centro In Europa ha scelto
un canale particolarmente seguito da studenti e studentesse
come il network radiofonico di Rete 105, è andato
a cercare le voci di cantanti e star dello spettacolo,
volti noti e riconoscibili, ha sollecitato la fantasia
dei ragazzi chiedendo loro di produrre uno spot radiofonico,
poi trasmesso, che promuovesse l’idea dell’Europa
tra i giovani ascoltatori. Stiamo parlando di una serie
di iniziative raccolte sotto il nome di Parlaleuropa,
ma le parole di Carlotta Gualco, direttore dell’associazione
Centro In Europa, ci spiegano tutto dall’inizio.
Come è nata l’iniziativa?
Il 2004 è stato un anno intenso per la storia
dell’Unione: è stato approvato il Trattato
che istituisce la Costituzione europea, dieci nuovi
membri hanno allargato i confini dell’Ue; la nostra
associazione ha pensato così, già dai
primi mesi dell’anno, di pensare e realizzare
una serie di azioni rivolte ai giovani per interessarli
ai temi del futuro dell’Europa.
Abbiamo presentato una proposta alla Rappresentanza
a Roma della Commissione europea che ci ha offerto il
suo supporto. Da quel momento abbiamo iniziato a diffondere
sulle frequenze di un network radiofonico nazionale,
Rete 105, una serie di messaggi dedicati all’attività
dell’Unione, cercando così di trovare un
linguaggio che non fosse né troppo tecnico né
troppo paludato per gli ascoltatori ai quali ci rivolgevamo.
Dopo gli spot l’iniziativa è proseguita
con delle interviste a personaggi famosi, commissari
europei, nomi del mondo dello spettacolo cercando di
coinvolgerli nella comunicazione dell’idea di
Europa; e, ancora, abbiamo realizzato un sito internet
che raccoglie tutti questi materiali.
Qual è l’atteggiamento dei giovani
italiani nei confronti dei temi europei? Si sentono
parte di una realtà continentale oppure la vivono
in maniera distante?
Tra i giovani la situazione è molto varia. Noi
abbiamo tastato la temperatura della confidenza che
i ragazzi hanno con argomenti dal respiro continentale,
siamo andati a cercarli nelle scuole, nelle sedi delle
associazioni, nei luoghi di aggregazione, abbiamo chiesto
loro che cosa ne sapevano dell’Unione e poi abbiamo
cercato noi stessi di spiegare e raccontare la Costituzione,
le istituzione dell’Ue, l’importanza della
pluralità delle culture. Per molti dei ragazzi
che abbiamo incontrato i temi europei sono una specie
di dimensione lontana, complicata e come tale non interessante.
Ci sono però anche persone che hanno capito
che attraverso argomenti dalla portata ampia si possono
affermare valori di tolleranza, di pace. Però
abbiamo anche incontrato ragazzi convinti e preparati
su quello di cui si discuteva, per lo più studenti
che hanno fatto esperienze all’estero. Grazie
ai programmi di scambio culturale e di studio come l’Erasmus
o il progetto Leonardo, i ragazzi hanno la
possibilità, in primo luogo, di avere esperienza
diretta di quanto l’Unione concretamente fa per
promuovere scambi tra paesi diversi, e poi, il fatto
stesso di soggiornare per un periodo di tempo all’estero,
tra studenti che provengono da parti diverse del continente,
è un’esperienza che comunque accresce un’identità
europea, fatta di culture diverse, che i ragazzi vivono
direttamente in prima persona.
Quindi la vostra iniziativa è nata con
lo scopo di avvicinare a temi e alla cultura europea
una parte specifica dell’opinione pubblica, quella
parte che in genere si sente più distante dalla
politica. Per coinvolgere i giovani voi avete puntato
molto sul linguaggio.
Sì, uno dei nostri sforzi è stato proprio
quello di trovare delle situazioni comunicative che
potessero invogliare le persone che coinvolgere a parlare,
ad essere attive, interessate ai temi che proponevamo.
Abbiamo intervistato i ragazzi, abbiamo ideato un concorso
che li ha coinvolti con una radio che avevano sempre
vissuto da ascoltatori, abbiamo fatto giudicare i loro
lavori da esperti della comunicazione, siamo andati
ai concerti e abbiamo chiesto ai cantanti che i giovani
apprezzano di più di raccontarci la loro esperienza
dell’Europa.
Il tutto seguendo l’idea che dal 1992 guida l’attività
del Centro In Europa, un’idea ispirata dalla fiducia
che riponiamo nel progetto dell’Unione, dalla
certezza che solo una dimensione sopranazionale come
l’Ue possa essere davvero efficace nel risolvere
i problemi dei cittadini. Questioni come la pace, la
lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata,
la creazione di occupazione, sono tutti temi che possono
essere affrontati più facilmente a livello europeo.
Insomma, siamo convinti che l’Unione fa la forza.
Link
Il sito di Parlaleuropa
Il sito del Centro
In Europa
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