262 - 02.10.04


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Parla la giovane Europa
Carlotta Gualco con Mauro Buonocore


Per parlare ai giovani ci vuole un linguaggio che sappia arrivare dritto alle loro orecchie. Soprattutto se si vuole parlare di argomenti che spesso appaiono distanti ai ragazzi delle scuole come le politiche e la cultura dell’Europa. E allora il Centro In Europa ha scelto un canale particolarmente seguito da studenti e studentesse come il network radiofonico di Rete 105, è andato a cercare le voci di cantanti e star dello spettacolo, volti noti e riconoscibili, ha sollecitato la fantasia dei ragazzi chiedendo loro di produrre uno spot radiofonico, poi trasmesso, che promuovesse l’idea dell’Europa tra i giovani ascoltatori. Stiamo parlando di una serie di iniziative raccolte sotto il nome di Parlaleuropa, ma le parole di Carlotta Gualco, direttore dell’associazione Centro In Europa, ci spiegano tutto dall’inizio.

Come è nata l’iniziativa?

Il 2004 è stato un anno intenso per la storia dell’Unione: è stato approvato il Trattato che istituisce la Costituzione europea, dieci nuovi membri hanno allargato i confini dell’Ue; la nostra associazione ha pensato così, già dai primi mesi dell’anno, di pensare e realizzare una serie di azioni rivolte ai giovani per interessarli ai temi del futuro dell’Europa.
Abbiamo presentato una proposta alla Rappresentanza a Roma della Commissione europea che ci ha offerto il suo supporto. Da quel momento abbiamo iniziato a diffondere sulle frequenze di un network radiofonico nazionale, Rete 105, una serie di messaggi dedicati all’attività dell’Unione, cercando così di trovare un linguaggio che non fosse né troppo tecnico né troppo paludato per gli ascoltatori ai quali ci rivolgevamo.
Dopo gli spot l’iniziativa è proseguita con delle interviste a personaggi famosi, commissari europei, nomi del mondo dello spettacolo cercando di coinvolgerli nella comunicazione dell’idea di Europa; e, ancora, abbiamo realizzato un sito internet che raccoglie tutti questi materiali.

Qual è l’atteggiamento dei giovani italiani nei confronti dei temi europei? Si sentono parte di una realtà continentale oppure la vivono in maniera distante?

Tra i giovani la situazione è molto varia. Noi abbiamo tastato la temperatura della confidenza che i ragazzi hanno con argomenti dal respiro continentale, siamo andati a cercarli nelle scuole, nelle sedi delle associazioni, nei luoghi di aggregazione, abbiamo chiesto loro che cosa ne sapevano dell’Unione e poi abbiamo cercato noi stessi di spiegare e raccontare la Costituzione, le istituzione dell’Ue, l’importanza della pluralità delle culture. Per molti dei ragazzi che abbiamo incontrato i temi europei sono una specie di dimensione lontana, complicata e come tale non interessante.

Ci sono però anche persone che hanno capito che attraverso argomenti dalla portata ampia si possono affermare valori di tolleranza, di pace. Però abbiamo anche incontrato ragazzi convinti e preparati su quello di cui si discuteva, per lo più studenti che hanno fatto esperienze all’estero. Grazie ai programmi di scambio culturale e di studio come l’Erasmus o il progetto Leonardo, i ragazzi hanno la possibilità, in primo luogo, di avere esperienza diretta di quanto l’Unione concretamente fa per promuovere scambi tra paesi diversi, e poi, il fatto stesso di soggiornare per un periodo di tempo all’estero, tra studenti che provengono da parti diverse del continente, è un’esperienza che comunque accresce un’identità europea, fatta di culture diverse, che i ragazzi vivono direttamente in prima persona.

Quindi la vostra iniziativa è nata con lo scopo di avvicinare a temi e alla cultura europea una parte specifica dell’opinione pubblica, quella parte che in genere si sente più distante dalla politica. Per coinvolgere i giovani voi avete puntato molto sul linguaggio.

Sì, uno dei nostri sforzi è stato proprio quello di trovare delle situazioni comunicative che potessero invogliare le persone che coinvolgere a parlare, ad essere attive, interessate ai temi che proponevamo. Abbiamo intervistato i ragazzi, abbiamo ideato un concorso che li ha coinvolti con una radio che avevano sempre vissuto da ascoltatori, abbiamo fatto giudicare i loro lavori da esperti della comunicazione, siamo andati ai concerti e abbiamo chiesto ai cantanti che i giovani apprezzano di più di raccontarci la loro esperienza dell’Europa.
Il tutto seguendo l’idea che dal 1992 guida l’attività del Centro In Europa, un’idea ispirata dalla fiducia che riponiamo nel progetto dell’Unione, dalla certezza che solo una dimensione sopranazionale come l’Ue possa essere davvero efficace nel risolvere i problemi dei cittadini. Questioni come la pace, la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, la creazione di occupazione, sono tutti temi che possono essere affrontati più facilmente a livello europeo. Insomma, siamo convinti che l’Unione fa la forza.

Link

Il sito di Parlaleuropa
Il sito del Centro In Europa

 

 

 

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