256 - 26.06.04


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Sveglia Europa, ora o mai pi¦
John Palmer

Il declino a spirale della partecipazione da parte degli elettori e il rifiuto di massa dei governi in carica in tutta l'Europa - le due pi¦ considerevoli caratteristiche delle elezioni del Parlamento europeo - suggeriscono un'atmosfera piuttosto cupa per il prossimo incontro del Consiglio Europeo.
Il colpo subito dagli schieramenti politici di quasi tutti i governi dei 25 stati membri, non renderù facile ai capi di governo mostrare quella flessibilitù che œ necessaria per raggiungere un accordo sulla Costituzione. La speranza œ che i leader europei capiscano che ogni insuccesso nell'accordarsi sul trattato non farù che intensificare l'agonia politica, oltre che indebolire ulteriormente la loro reputazione.

Con l'eccezione della Spagna, della Grecia, della Finlandia e del Lussemburgo, tutti gli elettori hanno rifiutato i governi in carica, sia del centro-sinistra che del centro-destra.
Pi¦ preoccupante œ il crescente astensionismo da parte dei votanti al Parlamento Europeo, passati dal 50% del 1999, ad un 45,5% di quest'anno.
Anche se la partecipazione resta comunque alta, confrontata ad esempio con i votanti alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, questo declino non pu… continuare senza che ci si preoccupi della legittimazione democratica del Parlamento europeo e senza che l'Unione Europea rischi di essere messa in dubbio.

Le elezioni appena svolte, quindi, non produrranno cambiamenti radicali all'equilibrio del potere politico interno al Parlamento Europeo.
Anche se i risultati non sono ancora del tutto certi, appare sicuro che il partito di centro-destra Partito Popolare Europeo (Ppe) manterrù la sua posizione di maggioranza, con 270 seggi su 732. Comunque, nelle prossime settimane il quadro potrebbe cambiare; un certo numero di componenti del francese UDF, guidati da FranÆois Bayrou, potrebbero decidere di abbandonare l'Ppe; allo stesso tempo la lista italiana, guidata dal Presidente della Commissione Romano Prodi, œ in trattativa con il Partito Liberale Europeo (Eldr Europei Liberal-Democratici & Riformatori) per formare un nuovo gruppo parlamentare di centro, fortemente europeista.

Intanto il British Conservative Party, che ha basato la sua campagna elettorale sull'opposizione al trattato costituzionale, ha pesantemente perso contro il United Kingdom Independence Party (Ukip), che lotta per la totale estromissione inglese dall'Europa. La leadership dei conservatori œ sotto pressione a causa dell'abbandono, da parte del rivale Ukip, dell'alleanza con il Ppe, che in generale segue una linea europeista.

Alcune di queste diserzioni potrebbero indebolire la richiesta da parte del Ppe - il pi¦ grande partito del Parlamento europeo - di proporre uno dei leader del Consiglio Europeo come nuovo Presidente della Commissione. In ogni caso i popolari europei, in quanto partito di maggioranza, stanno insistendo molto sulla necessitù di esprimere per la carica di presidente un nome del proprio gruppo. Viste le incertezze sulle dimensioni finali dei partiti del Parlamento Europeo, potrebbe essere possibile che i leader dell'Ue rinviino le loro nomine per essere in grado di giudicare meglio il quadro politico finale del Parlamento.

Il rischio, con alcuni ritardi simili a quello appena descritto, œ che i media parleranno di un'altra battuta d'arresto dei meccanismo politici dell'Unione. Pi¦ lungo sarù il tempo necessario a scegliere per la Presidenza della Commissione un candidato che abbia il supporto del Parlamento, pi¦ diventerù difficile mantenere il calendario previsto per scegliere e ratificare i 25 membri della Commissione stessa. E il tutto, secondo le scadenze previste, dovrebbe avvenire in modo tale che la nuova Commissione sia al completo e iniziare il suo lavoro nel mese di novembre.

Con 200 seggi il Partito socialista europeo (Pse) non sarù certamente in grado di mobilitare una sinistra di maggioranza centrista al Parlamento, anche tenendo conto dei crescenti numeri dei Verdi e dei gruppi regionali, oltre che del partito di sinistra socialista Gue. Tuttavia non œ affatto chiaro se il Partito Popolare Europeo sarù in grado di mobilitare una maggioranza di destra su politiche sensibili al sociale e all'ambiente, date le differenze tra alcuni dei gruppi pi¦ piccoli, inclusi i gruppi, ora pi¦ consistenti, degli euro-scettici eletti in Gran Bretagna, Polonia, Repubblica Ceca e altrove.

Inevitabilmente, molta dell'attenzione dei media œ stata focalizzata sui successi degli euro-scettici in queste nazioni. Tuttavia œ utile notare che i gruppi politici ostili all'Unione, giù da tempo ben radicati in Danimarca, hanno subito l– una sconfitta piuttosto seria e in Francia non sono riusciti a ottenere i risultati che avevano previsto. Inoltre non œ detto che il successo dell'Ukip in Gran Bretagna renderù necessariamente pi¦ difficile vincere il referendum che si terrù l'anno prossimo per approvare il nuovo trattato costituzionale. Finora i conservatori contrari al trattato hanno insistito sul fatto che, pur rifiutando il progetto di Costituzione, essi sono contrari all'abbandono dell'Unione Europea da parte della Gran Bretagna. Tuttavia, la massiccia irruzione fatta dall'Ukip tra gli elettori conservatori, potrebbe costringere il leader del partito, Michael Howard a indurire la propria posizione anti-europeista fino al punto di cercare di rinegoziare i termini della partecipazione britannica. Ma questo rischierebbe di riaprire le lotte interne con l'ala moderata e pro-Ue del partito. Questo fattore pu… ancora lavorare a favore del "s–" nel referendum del prossimo anno.
Detto questo, non c'œ dubbio che esista una certa inclinazione pubblica al disincanto, diffusa tra importanti settori dell'opinione pubblica europea - non solo rispetto all'Unione ma anche rispetto ai singoli governi.

La percentuale spaventosamente bassa dei votanti œ un ulteriore fattore di demoralizzazione. Demoralizzante certo, ma non sorprendente. Data l'attenzione immancabilmente focalizzata sulla politica interna durante la campagna elettorale, data l'incapacitù dei maggiori partiti politici a ridefinire un chiaro insieme di proposte alternative per l'Unione Europea, a proporsi al pubblico, e il loro rifiuto persino di concorrere a sostegno dei candidati da loro preferiti per la Presidenza della Commissione, non sorprende affatto che molti elettori abbiano scelto di astenersi dalle elezioni. In un certo senso, le elezioni europee soffrono di un'acuta malnutrizione politica.

Un dato interessante œ stata la partecipazione pi¦ alta registrata negli Stati Membri i cui governi avevano sostenuto il presidente americano Bush nella guerra in Iraq. Questo implica che gli elettori possono rispondere spontaneamente a questioni politiche strategiche quando esse vengono loro presentate. Forse la pi¦ grande sfida per il Parlamento Europeo - in realtù per l'intera Unione - durante i prossimi cinque anni, sarù proprio quella di trasformare i gruppi politici nazionali in partiti politici europei transnazionali, disposti a impegnarsi per guadagnare il controllo della Commissione. Solo politicizzando l'Unione Europea sarù possibile avvicinare gli elettori dando loro la possibilitù di scegliere tra differenti proposte strategiche per la direzione che l'Unione Europea dovrebbe prendere in futuro. A meno che gli elettori non vengano riavvicinati in questo modo, possiamo solo aspettarci risultati ancora pi¦ miseri per le prossime elezioni.
(traduzione di Alice Bottaro)

La versione originale di questo articolo œ pubblicata sul sito dell'European Policy Centre con il titolo
The European Parliament election - a wake-up call?

 





 

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