Il
mondo si sta occidentalizzando e questo processo si
sta ritorcendo contro l’Occidente stesso. È
il terrorismo globale che incarna questa ritorsione,
questa modernità senza civiltà. I fondamentalisti
islamici si sono appropriati degli strumenti tecnici
della modernizzazione (armi e potere) e attraverso
questi conducono una guerra spietata contro ciò
che dell’Occidente rifiutano - la civiltà.
Gli stati democratici devono affrontare la sfida della
minaccia terrorista e praticare quella sorta di interventismo
democratico che legittima anche la guerra in Iraq.
È questa la tesi che il filosofo francese André
Glucksmann sostiene nel suo nuovo libro Occidente
contro Occidente (Edizioni Lindau) e che è
stata oggetto di discussione alla presentazione del
volume presso la Sala conferenze della Biblioteca
Giovanni Spadolini dove sono intervenuti il segretario
di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti, il prefatore
del libro Franco Debenedetti e il segretario della
Margherita Francesco Rutelli.
Bertinotti critica la categoria di Occidente utilizzata
da Glucksmann come un tutto omogeneo e sottolinea
le sfumature e le differenze interne, come quella,
ad esempio, tra l’Europa di “Marx e Paolo
di Tarso e l’individualismo del cowboy
statunitense”. La contraddizione, per il segretario
di Rifondazione, va ricondotta nell’Occidente
che ha imboccato la strada della crisi di civiltà.
“Siamo di fronte non ad una occidentalizzazione,
ma ad una modernizzazione senza modernità il
cui segno evidente è la guerra”. Bertinotti
cita l’Angelus Novus, l’angelo
della storia di Walter Benjamin raffigurato nel quadro
di Paul Klee, l’angelo sospinto avanti dalla
tempesta del progresso che punta lo sguardo su un
passato di macerie non ancora ricomposto. “Il
solo soggetto che ha capito tutto questo è
il movimento che a questa modernizzazione oppone un
altro mondo possibile, che dalla tradizione europea
recupera non la guerra, ma la rivoluzione. La guerra
genera solo altra guerra”.
A
difendere l’interventismo democratico di Glucksmann
è invece Franco Debenedetti che del libro ha
scritto la prefazione. Secondo quest’ultimo,
la tesi del filosofo francese coglie appieno il problema
del nuovo secolo che “non è tanto quello
dello scontro tra civiltà, ma quello dello
scontro tra liberalismo da una parte e totalitarismo
dall’altra”. In questa prospettiva, taglia
corto Debenedetti, “non solo è giusta
la guerra al terrorismo ma anche quella contro gli
stati terroristi come l’Iraq di Saddam Hussein”.
Per Rutelli Glucksmann è un “democratico
visionario” fautore del diritto-dovere di ingerenza.
Ma, precisa il segretario della Margherita, ci sono
due strumenti per intervenire, “il soft power
e l’hard power”, uno che utilizza i mezzi
della pressione diplomatica e della legalità
e l’altro che utilizza le armi. Anche se il
primo è inefficace senza la disponibilità
del secondo, per Rutelli l’amministrazione Bush
ha sbagliato ad intraprendere “non una guerra
umanitaria, ma una guerra unilaterale che non ha raggiunto
neanche gli obiettivi che si era prefissata. Una guerra
che anzi ha prodotto solo divisioni nel fronte internazionale
antiterrorismo” costituitosi dopo l’11
settembre e che ha radicalizzato il fondamentalismo.
“Con l’attacco alle Twin Towers siamo
passati dall’epoca del terrore per la bomba
atomica a quella del terrore per la bomba umana”,
chiude l’incontro Glucksmann, secondo cui ci
troviamo di fronte a qualcosa di più che ad
una semplice guerra. “I sequestri, l’uccisione
degli ostaggi di fronte alle telecamere, la brutalizzazione
dei corpi dei quattro americani uccisi a Falluja –
prosegue il filosofo - tutti questi dettagli ci mostrano
un odio e una crudeltà praticati deliberatamente
per terrorizzare l’opinione pubblica occidentale”.
I terroristi, per il francese, stanno portando avanti
una campagna elettorale con i mezzi occidentali di
cui si sono appropriati, ma l’Europa non ha
ancora compreso la serietà del problema. “Sul
terrorismo i paesi europei si sono divisi. Nel Novecento
Europa e Stati Uniti si sono invece uniti per sconfiggere
il fascismo – termina Glucksmann che non risparmia
critiche sia ai pacifisti che agli Usa - ma anche
quello di Saddam e dei fondamentalisti è fascismo
a cui è necessario dare una risposta unitaria
senza chiudere gli occhi e sottrarsi alle proprie
responsabilità”.
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