253 - 15.05.04


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Europa e Usa insieme ad occhi aperti

Luca Sebastiani


Il mondo si sta occidentalizzando e questo processo si sta ritorcendo contro l’Occidente stesso. È il terrorismo globale che incarna questa ritorsione, questa modernità senza civiltà. I fondamentalisti islamici si sono appropriati degli strumenti tecnici della modernizzazione (armi e potere) e attraverso questi conducono una guerra spietata contro ciò che dell’Occidente rifiutano - la civiltà. Gli stati democratici devono affrontare la sfida della minaccia terrorista e praticare quella sorta di interventismo democratico che legittima anche la guerra in Iraq. È questa la tesi che il filosofo francese André Glucksmann sostiene nel suo nuovo libro Occidente contro Occidente (Edizioni Lindau) e che è stata oggetto di discussione alla presentazione del volume presso la Sala conferenze della Biblioteca Giovanni Spadolini dove sono intervenuti il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti, il prefatore del libro Franco Debenedetti e il segretario della Margherita Francesco Rutelli.

Bertinotti critica la categoria di Occidente utilizzata da Glucksmann come un tutto omogeneo e sottolinea le sfumature e le differenze interne, come quella, ad esempio, tra l’Europa di “Marx e Paolo di Tarso e l’individualismo del cowboy statunitense”. La contraddizione, per il segretario di Rifondazione, va ricondotta nell’Occidente che ha imboccato la strada della crisi di civiltà. “Siamo di fronte non ad una occidentalizzazione, ma ad una modernizzazione senza modernità il cui segno evidente è la guerra”. Bertinotti cita l’Angelus Novus, l’angelo della storia di Walter Benjamin raffigurato nel quadro di Paul Klee, l’angelo sospinto avanti dalla tempesta del progresso che punta lo sguardo su un passato di macerie non ancora ricomposto. “Il solo soggetto che ha capito tutto questo è il movimento che a questa modernizzazione oppone un altro mondo possibile, che dalla tradizione europea recupera non la guerra, ma la rivoluzione. La guerra genera solo altra guerra”.

A difendere l’interventismo democratico di Glucksmann è invece Franco Debenedetti che del libro ha scritto la prefazione. Secondo quest’ultimo, la tesi del filosofo francese coglie appieno il problema del nuovo secolo che “non è tanto quello dello scontro tra civiltà, ma quello dello scontro tra liberalismo da una parte e totalitarismo dall’altra”. In questa prospettiva, taglia corto Debenedetti, “non solo è giusta la guerra al terrorismo ma anche quella contro gli stati terroristi come l’Iraq di Saddam Hussein”.

Per Rutelli Glucksmann è un “democratico visionario” fautore del diritto-dovere di ingerenza. Ma, precisa il segretario della Margherita, ci sono due strumenti per intervenire, “il soft power e l’hard power”, uno che utilizza i mezzi della pressione diplomatica e della legalità e l’altro che utilizza le armi. Anche se il primo è inefficace senza la disponibilità del secondo, per Rutelli l’amministrazione Bush ha sbagliato ad intraprendere “non una guerra umanitaria, ma una guerra unilaterale che non ha raggiunto neanche gli obiettivi che si era prefissata. Una guerra che anzi ha prodotto solo divisioni nel fronte internazionale antiterrorismo” costituitosi dopo l’11 settembre e che ha radicalizzato il fondamentalismo.

“Con l’attacco alle Twin Towers siamo passati dall’epoca del terrore per la bomba atomica a quella del terrore per la bomba umana”, chiude l’incontro Glucksmann, secondo cui ci troviamo di fronte a qualcosa di più che ad una semplice guerra. “I sequestri, l’uccisione degli ostaggi di fronte alle telecamere, la brutalizzazione dei corpi dei quattro americani uccisi a Falluja – prosegue il filosofo - tutti questi dettagli ci mostrano un odio e una crudeltà praticati deliberatamente per terrorizzare l’opinione pubblica occidentale”. I terroristi, per il francese, stanno portando avanti una campagna elettorale con i mezzi occidentali di cui si sono appropriati, ma l’Europa non ha ancora compreso la serietà del problema. “Sul terrorismo i paesi europei si sono divisi. Nel Novecento Europa e Stati Uniti si sono invece uniti per sconfiggere il fascismo – termina Glucksmann che non risparmia critiche sia ai pacifisti che agli Usa - ma anche quello di Saddam e dei fondamentalisti è fascismo a cui è necessario dare una risposta unitaria senza chiudere gli occhi e sottrarsi alle proprie responsabilità”.







 

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