253 - 15.05.04


Cerca nel sito
Cerca WWW
Sepolcri imbiancati in casa nostra

Guido Martinotti


Abu Ghraib suona sinistro in Iraq perch³ lÒ il regime di Saddam torturava e uccideva migliaia di persone scomparse. Non sorprende che gli iracheni l'abbiano saccheggiata e svuotata, come i parigini fecero della Bastiglia, entrambi veri sepolcri dell'orrore, anche se la Bastiglia in realtö lo era a quel tempo pið simbolicamente che altro. Ma arrivano gli americani che gli danno una imbiancata, mettono i gabinetti, anche se non sembra che poi i prigionieri avessero molto agio di usarli, e ricominciano esattamente da dove si era interrotto Saddam: heri dicebamus. Ma i veri sepolcri imbiancati sono a casa nostra, in questi giorni ne abbiamo sentiti di tutti i generi, primo il signor Rumsfeld che si prende a parole la responsabilitö ma poi sta incollato alla seggiola. E che responsabilitö ²? Mi sembrano quegli sventurati assassini che per prima cosa chiedono perdono alle famiglie - ² diventata una formula di stile. La logica si sta perdendo. La prima risposta ² la ripetizione ossessiva che l'America ² una grande democrazia. Non si rendono conto i sepolcri imbiancati che: a) ² una beffa dire ai popoli del mondo "² vero nelle nostre prigioni vi fanno strappare i ciglioni dai cani. Ma se veniamo colti sul fatto, capita a volte, sbattiamo in galera qualche poveraccio. E comunque tacete perch³ noi siamo una grande democrazia; b) che la ripetizione ossessiva della formula ² un classico whistling in the dark. Pið la dici questa frase pið suona come se avesse il punto interrogativo. Adesso i guerrafondai filoamericani riprendono fiato perch³ si ² osato dubitare della opportunitö di partecipare alle feste per la liberazione di Roma. Personalmente penso che Bush dovrebbe avere la decenza di stare a casa. Il punto ² che l'America che ha liberato Roma non ² l'America di GW. Ed ² perfettamente legittimo che anche chi ha riconoscenza per quell'America e la ama, dimostri contro un presidente usurpatore eletto con un pugno di voti contestati, guarda caso, nello stato di cui ² governatore il fratellino Jeb. E il problema non ² opportunistico, ma un vero dilemma sull'identitö, come spiega bene il filosofo Derek Parfit in Reasons and Persons di cui consiglio la lettura alle tube guerrafondaie. Personalmente suggerirei di non fare manifestazioni alla cerimonia di Bush: ² troppo scontato e permette ai Berlusclones di nascondere i problemi sotto una valanga di melassa retorica. Proponiamo invece a Veltroni di organizzare a Roma una festa per l'America che ci ha liberato, con proiezioni di film dell'epoca, con discorsi seri sulla resistenza a Roma, con letture di Steinbeck, Dos Passos, Miller e anche con qualche reduce americano che non ama GW. Andiamo a festeggiare quell'America per dimostrare con i fatti e con il confronto le differenze con questa. Facciamo una extrafesta romana per la liberazione, non cadiamo nella trappola di andare a fare qualche sberleffo a Bush, dando cosÒ una mano a Berlusconi. Le immagini della liberazione di Roma erano quelle che sono state vendute al popolo americano per anticipare cosa sarebbe avvenuto a Baghdad. Purtroppo gli iracheni gi direbbero oggi che se i liberatori fossero stati i Rumsfeld forse tutto sommato ci conveniva tenerci il Duce.









 

 

 

 

Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti da fare? Scriveteci il vostro punto di vista a
redazione@caffeeuropa.it