C’
è un triangolo attraverso il quale passano
le sorti dell’Unione. Un triangolo che ha per
vertici il Parlamento europeo, il Consiglio europeo
e la Commissione, le istituzioni che per Jacques Delors
devono agire come un vero e proprio “collante
del diritto” che faccia avanzare il processo
d’integrazione tra le diverse realtà
europee.
Pioniere dell’Unione e già Presidente
della Commissione, Delors ha recentemente pubblicato
in Francia un libro di memorie che è stato
al centro di un incontro nella sala della Lupa di
Montecitorio al quale sono intervenuti lo scorso 29
marzo Mario Monti, membro della Commissione europea,
Tommaso Padoa Schioppa del Consiglio della Banca Centrale
Europea, il Presidente della Fondazione della Camera
dei deputati Giorgio Napolitano e il presidente della
Camera Pier Ferdinando casini
La concezione di Europa politica che è alla
base delle idee di Delors richiama la federazione
di Stati-nazione, sottolineando come nel mondo globalizzato
di oggi sia fondamentale il senso di appartenenza
allo Stato ma anche all’Europa: “Andare
avanti verso una maggiore competizione tra Stati-nazione
- sostiene il politico francese – vuol dire
demolire quello che abbiamo creato in 50 anni”.
È importante continuare a credere e vedere
l’Europa come un ideale e approfondire la ricerca
di un autentico spirito europeo senza mai dimenticare
l’esigenza che alla base di questa ricerca ci
sia pragmatismo politico anche nelle questioni amministrative.
La
realizzazione di un incompiuto governo economico e
la necessità di dotarsi di mezzi politici e
finanziari, soprattutto in vista della revisione della
strategia di Lisbona, sono, secondo Mario Monti, le
riflessioni che scaturiscono dalle Memorie
di Delors. Scettico nei confronti dell’ipotesi
di direttorio franco-tedesco, Monti ha sottolineato
la mancanza di quella capacità propulsiva che
Francia e Germania avevano in passato e sottolinea
l’importanza del ruolo svolto dai parlamenti
nazionali nella redazione della bozza di Costituzione
europea.
Per Tommaso Padoa Schioppa il libro di Delors, al
pari delle opere di Jean Monnet e di Spinelli, rappresenta
un “momento di completa immersione, uno di quei
libri che diventano una scuola per il resto della
propria vita”, un’opera ricca di funzione
educativa. “Ha saputo guardare oltre l’amministrazione
politica e trasformare il sistema dei trattati in
qualcosa di diverso”, ha sostenuto Padoa Schioppa
riferendosi a Delors, definendolo poi un politico
“nominato” e non eletto, un uomo “le
cui memorie possono essere e saranno il manuale di
chi vorrà capire come far progredire l’Europa
dalle condizioni in cui ci troviamo oggi”.
Vi e' piaciuto questo articolo? Avete dei commenti
da fare? Scriveteci il vostro punto di vista a
redazione@caffeeuropa.it