251 - 17.04.04


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La legge che sarö
Cristina Fassian÷s


Napoli: a Galassia Gutenberg il messaggio suonava chiaro: "basta con l'informazione monopolizzata". Alla fiera del libro al sud, ospitata alla Mostra d'Oltremare a Napoli tra il 13 e il 16 febbraio la presentazione del libro di Carlo Rognoni Inferno Tv (Marco Tropea Editore, 2003, 10 euro) si ² trasformata in un acceso dibattito sul problema della comunicazione, della libertö di stampa e della crisi di un settore della legislazione.

"Informazione e federalismo dopo la Gasparri" , ² stato il tema dell'incontro, tenutosi nella sala Bagnoli alle 10.30, e moderato da Vincenzo Siniscalchi, in cui sono stati svelati e ricostruiti i retroscena di quella che sarö la nuova legge sul sistema delle comunicazioni e delle informazioni. Presenti, oltre all'autore, Giovanna Botteri di Raitre, Francesco Barra Caracciolo, giurista dell'Universitö Luiss, Paolo Gentiloni, deputato della Margherita, Giuseppe Sangiorgi, dell'Autoritö per le Telecomunicazioni, Samuele Ciambriello, del Corecom Campania e Carlo Verna, giornalista Rai e coordinatore a Napoli, dell' Associazione Articolo 21.

Il rapporto tra politica e informazione, probabilmente non ² mai stato sufficientemente equilibrato, ma in questo momento storico sta attraversando una fase decisamente destabilizzante, per quel fine ultimo, ribadito a pið non posso, dal Presidente della Repubblica e dai partiti della sinistra italiana, che ² il pluralismo. Una questione rarissima e di grande attualitö, che ha scatenato le reazioni della Corte Costituzionale. Il disegno di legge Gasparri, che ha ripreso il suo iter parlamentare, dev'essere rivista, lo sanno tutti, perch³ viola la libertö dell'informazione e viola la legge. Come? Carlo Rognoni, giornalista e deputato Ds, spiega con forza, come e perch³ esiste oggi, nel nostro Paese, un'autoritö delle comunicazioni: "E' il mio primo libro - dice - avendo scritto centinaia di articoli, ogni volta che entravo in una libreria, venivo assalito dall'angoscia di leggere quello che c'era e non pensavo di poter aggiungere qualcos'altro a quello che esisteva giö. Se quest'estate ho sentito la spinta a mettermi dinanzi ad un computer e a scrivere di getto, ² perch³ ho vissuto per un anno e mezzo tutto il lavoro parlamentare e di retroscena, e tutte le storie che si sono sviluppate intorno alla legge Gasparri. E questo per due motivi, la mia indignazione e la speranza di poter far conoscere dall'interno, una legge cattiva. Questo mio libro non ² un saggio ma, una testimonianza d'impegno e anche uno spaccato di lavoro parlamentare".

Rognoni illustra gli aspetti della legge che pið lo hanno scandalizzato, in virtð della difesa di una caratteristica fondamentale della democrazia, che ² la divisione dei poteri; "e l'informazione ² un quarto potere, autonomo - afferma l'autore - o dovrebbe esserlo, in grado di poter svolgere un ruolo di equilibrio rispetto agli altri poteri".
E chiarisce i punti di base, stabiliti nel 1997, in risposta a una sentenza della Corte Costituzionale del 1994, che segnalava al Parlamento, una situazione anomala. Quindi la legge attuale dice che, nessun imprenditore pu÷ avere pið del 20% delle reti televisive nazionali e del 30% del mercato pubblicitario; che una rete per essere nazionale deve avere una copertura dell'80% sul territorio italiano; che nessuno pu÷ avere pið di due reti, ci÷ al fine di dare spazio ad altri imprenditori, evitando cosÒ un sistema monopolistico o duopolistico.

Ecco, la Gasparri ² stata creata per svincolare queste decisioni e programmare un sistema che permetta di monopolizzare l'informazione; "Basti pensare - commenta Rognoni - che Mediaset possiede il 35% del mercato pubblicitario, che ha tre reti e che questa legge la farö crescere del 50%, mettendo in campo il Sic (sistema integrato delle comunicazioni), un paniere nel quale si fa entrare di tutto, dalla pubblicitö dei giornali, della televisione, della cartellonistica, dei libri: tutto".
Insomma, questa legge che nasce sullo stimolo del Capo dello Stato per creare pið pluralismo, di fatto lo impedisce, piega e strumentalizza lo sviluppo tecnologico del domani, all'interesse di oggi.

E se l'on. Paolo Gentiloni della Margherita ha gettato ironia sulla discussione della Gasparri in Parlamento, definendola "il brivido della Camera", certamente le parole pið intense, dopo quelle di Rognoni, sono arrivate da chi nell'informazione ci lavora: Giovanna Botteri, definita da Siniscalchi "un'icona della pace costretta a parlare di guerra". E l'assalto di cui ha discusso la Botteri ², senza mezzi termini, "quello sferrato da Berlusconi, che attacca continuamente il tg3, come un marchio d'infamia".

La domanda che la giornalista pone e si pone ² quanto si sappia in Italia della legge Gasparri e quanto di ci÷ che accade nel nostro Paese, arrivi alla stragrande maggioranza delle persone. La risposta, inquietante, sta nell'assoluta disinformazione. Che cos'² la legge Gasparri? "Un attentato alla nostra libertö - sostiene la Botteri - ed ² drammatico ci÷ che sta accadendo. Nessuno pið di Mediaset ha capito che il consenso si prende con il controllo dei media. Come reagire a ci÷, quando il terreno ² sempre pið limitato?".

E' opinione comune, nel dibattito, che ² sempre pið difficile far emergere quello che realmente accade in Parlamento e nel nostro Paese, che sta vivendo un momento di forte crisi economica; la Botteri fa paragoni con l'Argentina e Paesi quasi sottosviluppati.
"Eppure - conclude la giornalista - arrivano i dati dell'Istat: l'inflazione ² dell'uno per cento. Non ² vero niente, chiunque va a fare la spesa sa che questo non ² vero".
Scrosci di applausi e indignazione diffusa. Un secco "no" alla Gasparri. Si sa, gli attentati all'indipendenza, non piacciono a nessuno.


 


 

 

 

 

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