250 - 03.04.04


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Storie di ineguaglianza
Emanuela Evangelisti


Respect - The formation of character in an age of inequality ² l'ultimo lavoro di Richard Sennett, noto studioso di dinamiche sociali, soprattutto americane, pið che sociologo accademicamente inteso. Sennet sviluppa le questioni, giö delineate nel suo precedente e famoso lavoro L'uomo flessibile (Milano, Feltrinelli, 1999, titolo originale The Corrosion of Character), del senso di precarietö e di disuguagliabnza che il capitalismo contemporaneo, e la sua flessibilitö hanno portato alle nostre biografie, alle nostre vite, tanto nei rapporti di lavoro, quanto nell'esperienze private. Ma se allora il sociologo ingelese aveva scelto la via del racconto di esempi diversi e distinti, delle biografie esemplari, ora l'autore sceglie una strada diversa, che inizialmente guarda alle esperienze personali nella societö, poi piega verso teorie sociologiche e psicologiche che sappiano aiutarci a descrivere e a illustrare la condizione dell'occidente contemporaneo, infine si rivolge alle iniziative politiche pið o meno condivise.

L'idea ² quella di definire il concetto di "rispetto", approfondendo le sfumature implicite in quelle sue presunte manifestazioni che in realtö nascondono casi ambigui di non rispetto (dis-respect). Per esempio, nel capitolo intitolato "The Shame of Dependence", Sennett volge il suo attento sguardo a come la condizione di "dipendenza" (dallo stato), cui alcune persone sono costrette, sia spesso considerata motivo di umiliazione dagli stessi rappresentanti dello stato, da superarsi solo attraverso mezzi messi a disposizione al fine di garantire a ognuno la possibilitö di realizzare la propria autosufficienza. Situazioni di questo tipo, come quella che l'autore racconta di aver vissuto in prima persona, in compagnia della madre single, durante l'infanzia trascorsa nelle case popolari di Cabrini Green a Chicago, appartengono paradossalmente ai programmi politici del cosiddetto welfare state.

Scrive Sennett: "Nel dominio pubblico, comunque, la dipendenza appare motivo di vergogna. Questo ² vero in particolare per i moderni promotori di riforme dello stato sociale. Recentemente a una conferenza del partito Laburista il primo ministro britannico ha dichiarato che il nuovo stato sociale deve incoraggiare il lavoro e non la dipendenza. [ƒ] Cabrini era il tipico luogo che i moderni patrocinatori dello stato sociale considererebbero incarnazione di tutti i mali della dipendenza". Eppure indipendenza non vuol dire autonomia, che ² anzi una proprietö del carattere basata sulla percezione e il riconoscimento degli altri, piuttosto che sulla loro negazione. Facendo riferimento a teorie psicanalitiche come il "complesso d'inferioritö" di Alfred Adler, secondo cui le esperienze di competizione tipiche dell'economia di mercato (e non la dipendenza) alimentano facilmente sentimenti di vergogna e quindi di perdita di autostima tra i lavoratori adulti, Sennett ritiene che l'idea dei riformatori sociali di costringere le persone a lavorare al fine di non sentirsi umiliate, non funziona. Scrive infatti: "Se Adler ha ragione, il solo fatto che questi nuovi lavoratori vengano senz'altro a ricoprire l'ultimo gradino della scala occupazionale, alimenterö un senso d'inferioritö in cui [ƒ] l'invidia scaturita dal confronto prenderö il posto del bisogno reale, e comincerö la vera vergogna".

Se la prima parte del libro ² vicina al genere dell'autobiografia, con ricordi di Cabrini Green e del passato di Sennett come violoncellista, carriera che dovette interrompere a causa di un'operazione alla mano sinistra finita male, successivamente la trattazione diventa pið densa di concetti e riferimenti socio-politici. D'altra parte l'autore stesso riconosce, nella conclusione, l'ambivalenza di esperienza concreta e teoria sociale del suo lavoro, il quale lascia uno scarto (gap) per quanto riguarda eventuali piani e prospettive politiche poich³, scrive, "trattare le persone con rispetto non pu÷ avvenire semplicemente comandando che ci÷ dovrebbe accadere". Ad ogni modo Sennett ² convinto che le iniziative di welfare non debbano essere abbandonate in favore di una concentrazione sulle potenzialitö e spiega come, secondo lui, in una societö ineguale, si possano fortificare le capacitö dei singoli attraverso, per esempio, un'applicazione di tipo artigianale (in altre parole valorizzare le differenze), al fine di favorire un'autostima che sia equilibrata alla disponibilitö verso gli altri, affinch³ il rispetto reciproco (mutual respect) possa creare dei canali di comunicazione attraverso le distanze create dall'ineguaglianza (inequality).

 

 

 

 

 

 

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