Il
30 ed il 31 gennaio si è tenuto a Firenze il
convegno “L’Europa nel mondo che cambia.
Le nostre risposte alle sfide della globalizzazione”.
Organizzato dai Ds e dalla Sinistra giovanile, l’incontro
ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Presidente
dell’Internazionale Socialista Antonio Guterres
e dei vicepresidenti del Pse Giuliano Amato e Poul
Nyrup Rasmussen. Presenti anche Piero Fassino e Massimo
D’Alema, il Presidente della Commissione Affari
Costituzionali del Parlamento Europeo Giorgio Napolitano
e numerosi esponenti del mondo universitario, come
Khaled Fouad Allam, Renzo Guolo e Mario Telò.
Nei dibattiti della due-giorni fiorentina hanno trovato
spazio i temi della global governance, della
riforma delle Nazioni Unite e del Fondo Monetario
Internazionale, dei diritti umani e del rapporto dell’Europa
con gli Stati Uniti e con il mondo islamico. E’
stato un convegno in cui si sono confrontati la sinistra
riformista e quella più radicale, rappresentata
da esponenti della società civile e dei sindacati.
Al centro è stato posto il ruolo dell’Europa
nella globalizzazione e nel nuovo ordine mondiale.
Giorgio Napolitano ha parlato di un “momento
critico dell’Unione europea, che potrebbe sfociare
in una crisi senza precedenti”, e ha presagito
un “orizzonte oscuro”, nel caso in cui
si arrivasse alle elezioni europee di giugno senza
una Costituzione. E’ stata da molti richiamata
la necessità di un forte impegno per la Difesa
e di maggiori risorse economiche per l’Europa,
e lo stesso Napolitano ha auspicato lo sviluppo, pur
all’interno di un quadro istituzionale unico,
di cooperazioni rafforzate, come quelle che hanno
condotto all’euro, “formidabile strumento
della stabilizzazione economica”.
Non
sono mancati riferimenti all’attualità,
con Massimo D’Alema che ha auspicato che, attraverso
“un impegno preciso dell’Onu”, si
possa “accelerare il passaggio del potere nelle
mani degli iracheni”. Un segnale importante
è stata anche la presenza al convegno di un
firmatario palestinese e di uno israeliano degli Accordi
di Ginevra (al posto del rappresentante palestinese,
trattenuto alla frontiera, è alla fine intervenuto
l’ambasciatore Nemer Hammad). Il tema chiave
del convegno è stata però la globalizzazione,
che per Antonio Guterres ha prodotto effetti positivi
come la crescita della produttività, ma anche
effetti negativi, come l’aumento del diffrenziale
di ricchezza. “La politica è l’unica
a non essersi ancora globalizzata”, ha aggiunto
il Presidente dell’Internazionale Socialista,
secondo cui il mondo ha bisogno di un “nuovo
multilateralismo”.
Quanto al ruolo dell’Europa nella globalizzazione,
è stato presentato il “Rapporto Rasmussen”.
Frutto di un lavoro dell’ex Primo Ministro danese
Poul Nyrup Rasmussen e di un’analisi condotta
con l’ausilio di studiosi e rappresentanti della
società civile europei, il documento del Pse
parte dalla constatazione dell’assenza di “un
nuovo ordine globale” nel mondo uscito dalla
guerra fredda. Per Rasmussen l’Europa deve assumersi
la responsabilità di un ruolo globale attivo.
L’Europa deve farsi “potenza civile”,
come ha detto Mario Telò nell’intervento
che qui pubblichiamo. “Un maggiore impegno nella
lotta alla povertà e al degrado ambientale
è alla nostra portata”, ha scritto nell’introduzione
al “Rapporto” lo stesso Rasmussen, secondo
il quale “il contributo dell’Unione europea
a un nuovo ordine mondiale pacifico e multilaterale
sarà assolutamente fondamentale”, e che
però quest’assunzione di responsabilità
sarà possibile solo quando la Costituzione
avrà dotato l’Ue delle giuste strutture
politiche e istituzionali.
Questi obiettivi “europeisti”, secondo
l’ex premier danese, possono essere raggiunti
solo dal Pse, partito di cui è vicepresidente.
Bisognerà però anche che il Pse stringa
“alleanze progressiste”, che vadano “oltre
i confini della socialdemocrazia, fino a comprendere
le organizzazioni progressiste della società
civile, le Ong, i sindacati e le realtà imprenditoriali
favorevoli alla costruzione di un mondo sostenibile
fatto di democrazia, pace, sicurezza e giustizia sociale”.
In questo quadro rientra anche una riforma delle Nazioni
Unite che si ponga come “obiettivo primario
quello di rafforzare l’approccio multilaterale
globale in termini di maggiore efficienza e legittimità
democratica”. Una volontà riformista
segna il “Rapporto Rasmussen”, che non
a caso si apre con questa citazione di Willy Brandt:
“Non si deve smettere di sperare che i problemi
causati dagli esseri umani possano anche essere risolti
dagli esseri umani”.
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