247- 21.02.04


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Un’Europa a sinistra

Daniele Castellani Perelli


Il 30 ed il 31 gennaio si è tenuto a Firenze il convegno “L’Europa nel mondo che cambia. Le nostre risposte alle sfide della globalizzazione”. Organizzato dai Ds e dalla Sinistra giovanile, l’incontro ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Presidente dell’Internazionale Socialista Antonio Guterres e dei vicepresidenti del Pse Giuliano Amato e Poul Nyrup Rasmussen. Presenti anche Piero Fassino e Massimo D’Alema, il Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo Giorgio Napolitano e numerosi esponenti del mondo universitario, come Khaled Fouad Allam, Renzo Guolo e Mario Telò.

Nei dibattiti della due-giorni fiorentina hanno trovato spazio i temi della global governance, della riforma delle Nazioni Unite e del Fondo Monetario Internazionale, dei diritti umani e del rapporto dell’Europa con gli Stati Uniti e con il mondo islamico. E’ stato un convegno in cui si sono confrontati la sinistra riformista e quella più radicale, rappresentata da esponenti della società civile e dei sindacati. Al centro è stato posto il ruolo dell’Europa nella globalizzazione e nel nuovo ordine mondiale. Giorgio Napolitano ha parlato di un “momento critico dell’Unione europea, che potrebbe sfociare in una crisi senza precedenti”, e ha presagito un “orizzonte oscuro”, nel caso in cui si arrivasse alle elezioni europee di giugno senza una Costituzione. E’ stata da molti richiamata la necessità di un forte impegno per la Difesa e di maggiori risorse economiche per l’Europa, e lo stesso Napolitano ha auspicato lo sviluppo, pur all’interno di un quadro istituzionale unico, di cooperazioni rafforzate, come quelle che hanno condotto all’euro, “formidabile strumento della stabilizzazione economica”.

Non sono mancati riferimenti all’attualità, con Massimo D’Alema che ha auspicato che, attraverso “un impegno preciso dell’Onu”, si possa “accelerare il passaggio del potere nelle mani degli iracheni”. Un segnale importante è stata anche la presenza al convegno di un firmatario palestinese e di uno israeliano degli Accordi di Ginevra (al posto del rappresentante palestinese, trattenuto alla frontiera, è alla fine intervenuto l’ambasciatore Nemer Hammad). Il tema chiave del convegno è stata però la globalizzazione, che per Antonio Guterres ha prodotto effetti positivi come la crescita della produttività, ma anche effetti negativi, come l’aumento del diffrenziale di ricchezza. “La politica è l’unica a non essersi ancora globalizzata”, ha aggiunto il Presidente dell’Internazionale Socialista, secondo cui il mondo ha bisogno di un “nuovo multilateralismo”.

Quanto al ruolo dell’Europa nella globalizzazione, è stato presentato il “Rapporto Rasmussen”. Frutto di un lavoro dell’ex Primo Ministro danese Poul Nyrup Rasmussen e di un’analisi condotta con l’ausilio di studiosi e rappresentanti della società civile europei, il documento del Pse parte dalla constatazione dell’assenza di “un nuovo ordine globale” nel mondo uscito dalla guerra fredda. Per Rasmussen l’Europa deve assumersi la responsabilità di un ruolo globale attivo. L’Europa deve farsi “potenza civile”, come ha detto Mario Telò nell’intervento che qui pubblichiamo. “Un maggiore impegno nella lotta alla povertà e al degrado ambientale è alla nostra portata”, ha scritto nell’introduzione al “Rapporto” lo stesso Rasmussen, secondo il quale “il contributo dell’Unione europea a un nuovo ordine mondiale pacifico e multilaterale sarà assolutamente fondamentale”, e che però quest’assunzione di responsabilità sarà possibile solo quando la Costituzione avrà dotato l’Ue delle giuste strutture politiche e istituzionali.

Questi obiettivi “europeisti”, secondo l’ex premier danese, possono essere raggiunti solo dal Pse, partito di cui è vicepresidente. Bisognerà però anche che il Pse stringa “alleanze progressiste”, che vadano “oltre i confini della socialdemocrazia, fino a comprendere le organizzazioni progressiste della società civile, le Ong, i sindacati e le realtà imprenditoriali favorevoli alla costruzione di un mondo sostenibile fatto di democrazia, pace, sicurezza e giustizia sociale”. In questo quadro rientra anche una riforma delle Nazioni Unite che si ponga come “obiettivo primario quello di rafforzare l’approccio multilaterale globale in termini di maggiore efficienza e legittimità democratica”. Una volontà riformista segna il “Rapporto Rasmussen”, che non a caso si apre con questa citazione di Willy Brandt: “Non si deve smettere di sperare che i problemi causati dagli esseri umani possano anche essere risolti dagli esseri umani”.

 

 

 


 

 

 

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