231 - 09/05/03


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La memoria di un paese normale

Daniele Castellani Perelli

Berlino. Al museo della Storia della Germania, qui a Berlino, c'³ un vecchio manifesto risalente ai tempi della Guerra Fredda. E' una cartina che raffigura le due Germanie unite, rivestite della bandiera tedesca e coronate dalla scritta (Noi siamo un popolo).

Che la Germania sia un popolo lo si ² visto anche in occasione del cinquantenario dell'insurrezione del 17 giugno 1953. L'episodio, come si sa, appartiene tutto alla storia della Ddr e a quegli uomini, operai dell'Est che, stanchi di attendere un rinnovamento a lungo annunciato dal presidente Ulbricht, scesero in piazza per reclamare condizioni di lavoro pið dignitose e libere elezioni. Il pomeriggio del 17 giugno i panzer, i carri armati sovietici, soffocarono la rivolta provocando morti e feriti, sebbene poi i russi finissero per permettere, con i vertici della Sed, il partito unico della Ddr, l'approvazione di alcune delle riforme richieste dagli insorti. Fu un giorno insieme luminoso e drammatico, decisivo ma inutile, che la penna amara di Brecht sintetizz( cosÒ: (Il popolo ha perso la fiducia del governo. Il governo deve perci( eleggersi un nuovo popolo).

Nonostante dunque il fatto appartenga alla storia della Germania dell'Est, oggi l'intera nazione l'ha fatto proprio, stringendosi intorno a quelle vittime con rispetto ed orgoglio. I giornali hanno dedicato loro edizioni speciali e titoli in prima pagina, mentre la televisione ² stata praticamente monopolizzata dall'evento, tanto che alla fine, ² stato detto, anche i pið giovani avranno finalmente compreso che (17 giugno) non ² solo il nome della strada della Love Parade del luglio berlinese. I politici hanno applaudito silenziosi e concordi il discorso alla Camera del Presidente della Repubblica Johannes Rau, il quale, dopo aver ascoltato le note di Ludwig van Beethoven risuonare nel futuristico Reischstag, ha parlato di (uno dei giorni pið orgogliosi della storia tedesca).

(La coraggiosa, spontanea rivolta, condotta da uomini di ogni strato popolare, ha continuato il presidente, ² una delle grandi pietre miliari della storia della Libertö tedesca ed europea. La dedizione per la Libertö, la Democrazia e l'Unitö dev'essere per noi esempio perenne). (Rabbia, necessitö e amarezza aprirono un varco. La Sed non voleva e non poteva credere che operai e contadini si sollevassero contro la supposta Potenza operaia e contadina), ha ricordato Rau, che poi, accompagnato dal Cancelliere Schroeder, dal Presidente del Bundestag Thierse e dal Presidente cristiano-democratico del Bundesrat Boehmer, ha deposto un mazzo di fiori presso il monumento commemorativo delle vittime del 17 giugno.

La Germania ha ribadito cosÒ di essere non solo un popolo da est ad ovest, ma anche da destra a sinistra. L'intero arco parlamentare si ² trovato concorde nel commemorare il 17 giugno, e a nessuno ² saltato in mente di polemizzare o di strumentalizzare volgarmente l'evento. Nessuno da destra ha gridato: (Gið le mani da Berlino Est, neanche lÒ i comunisti hanno le carte in regola). Nessuno da sinistra ha invocato una (solidarietö d'obbligo) con il regime comunista. Di pið, qui la voce dei politici non si ² nemmeno sentita. Si ² sentita quella degli storici, quella dei testimoni, delle vittime, persino degli uomini della Stasi, ma ai media non ² interessato chiedere commenti maliziosi e polemici al politico di turno. Sarö merito dei media? Dei politici? Dell'opinione pubblica?

La Germania ha una storia molto diversa dalla nostra, e a spiegarlo basta ricordare che qui la Grosse Koalition, Spd e Cdu insieme, ha governato a lungo il paese, e tuttora governa in alcune regioni; che la (svolta) riformista la sinistra l'ha compiuta non nel 1991, ma, a Bad Godesberg, nel 1959; che entrambe le parti hanno dato al paese cancellieri del calibro di Adenauer, Brandt, Schmidt e Kohl; che la politica estera, ad esempio, ² praticamente da sempre la stessa, con minime sfumature; che nessuna forza postbellica ha mai avuto tentazioni (nostalgiche); che nell'immagine della storica visita del Presidente americano Kennedy a Berlino Ovest nel 1963, compare, come sindaco della cittö, proprio lo stesso Willy Brandt, che sta alla Spd come Berlinguer stava al Pci.

Le parole di Rau suonano coma la voce di un paese che, nonostante dai tempi della Ddr siano passati solo quindici anni, ha giö introiettato un giudizio storico definitivo e comune su quell'esperienza, la cui serena condanna non si applica affatto ai poveri e ignari sudditi della Ddr, che la Germania tratta oggi non come tedeschi di (serie B), ma come fratelli, come dimostra il recente successo nazionale del film Goodbye Lenin! .

Qui in Germania Cdu e Spd si accingono a votare insieme le riforme sociali, e intanto in silenzio commemorano i morti del 17 giugno, che sono morti che dormono un sonno tranquillo. Non si creda, da ciò, che la Germania sia il paese delle meraviglie. La Germania ² molto di pið, ² un paese normale.

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