Berlino. Al museo della Storia della Germania, qui
a Berlino, c'³ un vecchio manifesto risalente ai tempi
della Guerra Fredda. E' una cartina che raffigura
le due Germanie unite, rivestite della bandiera tedesca
e coronate dalla scritta (Noi siamo un popolo).
Che la Germania sia un popolo lo si ² visto
anche in occasione del cinquantenario dell'insurrezione
del 17 giugno 1953. L'episodio, come si sa, appartiene
tutto alla storia della Ddr e a quegli uomini, operai
dell'Est che, stanchi di attendere un rinnovamento
a lungo annunciato dal presidente Ulbricht, scesero
in piazza per reclamare condizioni di lavoro pið dignitose
e libere elezioni. Il pomeriggio del 17 giugno i panzer,
i carri armati sovietici, soffocarono la rivolta provocando
morti e feriti, sebbene poi i russi finissero per
permettere, con i vertici della Sed, il partito unico
della Ddr, l'approvazione di alcune delle riforme
richieste dagli insorti. Fu un giorno insieme luminoso
e drammatico, decisivo ma inutile, che la penna amara
di Brecht sintetizz( cosÒ: (Il popolo ha perso la
fiducia del governo. Il governo deve perci( eleggersi
un nuovo popolo).
Nonostante dunque il fatto appartenga alla storia
della Germania dell'Est, oggi l'intera nazione l'ha
fatto proprio, stringendosi intorno a quelle vittime
con rispetto ed orgoglio. I giornali hanno dedicato
loro edizioni speciali e titoli in prima pagina, mentre
la televisione ² stata praticamente monopolizzata
dall'evento, tanto che alla fine, ² stato detto, anche
i pið giovani avranno finalmente compreso che (17
giugno) non ² solo il nome della strada della Love
Parade del luglio berlinese. I politici hanno
applaudito silenziosi e concordi il discorso alla
Camera del Presidente della Repubblica Johannes Rau,
il quale, dopo aver ascoltato le note di Ludwig van
Beethoven risuonare nel futuristico Reischstag, ha
parlato di (uno dei giorni pið orgogliosi della storia
tedesca).
(La coraggiosa, spontanea rivolta, condotta da uomini
di ogni strato popolare, ha continuato il presidente, ² una delle grandi pietre miliari della storia della
Libertö tedesca ed europea. La dedizione per la Libertö,
la Democrazia e l'Unitö dev'essere per noi esempio
perenne). (Rabbia, necessitö e amarezza aprirono un
varco. La Sed non voleva e non poteva credere che
operai e contadini si sollevassero contro la supposta
Potenza operaia e contadina), ha ricordato Rau, che
poi, accompagnato dal Cancelliere Schroeder, dal Presidente
del Bundestag Thierse e dal Presidente cristiano-democratico
del Bundesrat Boehmer, ha deposto un mazzo di fiori
presso il monumento commemorativo delle vittime del
17 giugno.
La Germania ha ribadito cosÒ di essere non solo un
popolo da est ad ovest, ma anche da destra a sinistra.
L'intero arco parlamentare si ² trovato concorde nel
commemorare il 17 giugno, e a nessuno ² saltato in
mente di polemizzare o di strumentalizzare volgarmente
l'evento. Nessuno da destra ha gridato: (Gið le mani
da Berlino Est, neanche lÒ i comunisti hanno le carte
in regola). Nessuno da sinistra ha invocato una (solidarietö
d'obbligo) con il regime comunista. Di pið, qui la
voce dei politici non si ² nemmeno sentita. Si ² sentita
quella degli storici, quella dei testimoni, delle
vittime, persino degli uomini della Stasi, ma ai media
non ² interessato chiedere commenti maliziosi e polemici
al politico di turno. Sarö merito dei media? Dei politici?
Dell'opinione pubblica?
La Germania ha una storia molto diversa dalla nostra,
e a spiegarlo basta ricordare che qui la Grosse
Koalition, Spd e Cdu insieme, ha governato a lungo
il paese, e tuttora governa in alcune regioni; che
la (svolta) riformista la sinistra l'ha compiuta non
nel 1991, ma, a Bad Godesberg, nel 1959; che entrambe
le parti hanno dato al paese cancellieri del calibro
di Adenauer, Brandt, Schmidt e Kohl; che la politica
estera, ad esempio, ² praticamente da sempre la stessa,
con minime sfumature; che nessuna forza postbellica
ha mai avuto tentazioni (nostalgiche); che nell'immagine
della storica visita del Presidente americano Kennedy
a Berlino Ovest nel 1963, compare, come sindaco della
cittö, proprio lo stesso Willy Brandt, che sta alla
Spd come Berlinguer stava al Pci.
Le parole di Rau suonano coma la voce di un paese
che, nonostante dai tempi della Ddr siano passati
solo quindici anni, ha giö introiettato un giudizio
storico definitivo e comune su quell'esperienza, la
cui serena condanna non si applica affatto ai poveri
e ignari sudditi della Ddr, che la Germania tratta
oggi non come tedeschi di (serie B), ma come fratelli,
come dimostra il recente successo nazionale del film
Goodbye
Lenin! .
Qui in Germania Cdu e Spd si accingono a votare insieme
le riforme sociali, e intanto in silenzio commemorano
i morti del 17 giugno, che sono morti che dormono
un sonno tranquillo. Non si creda, da ciò,
che la Germania sia il paese delle meraviglie. La
Germania ² molto di pið, ² un paese normale.
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