DA: Andrea Zanardo
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: martedì 14 settembre
2004 15.57
Oggetto: Il
pluralismo? Non si può imporre con la forza
Domanda: E' giusto uccidere un bimbo israeliano di
8 anni perché da grande
farà il soldato?
Risposta: In sé è un atto moralmente
condannabile. Ma è contestualmente
comprensibile, perché la comunità internazionale
ha consegnato i palestinesi
agli oppressori.
(Sul numero di Panorama adesso in edicola, a p. 49)
L'intervistato è Tariq
Ramadan.
Il Corriere della Sera di oggi, 13-09-04, pubblica
una lettera di smentita
di Tariq Ramadan. Smentendo, Ramadan in realtà
conferma: per lui le stragi
anti-israeliane sono "spiegate", non "giustificate",
dall'occupazione
israeliana.
DA: Antonello Sciacchitano
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: lunedì 13 settembre
2004 18.18
Oggetto: Il
pluralismo? Non si può imporre con la forza
L'intervista a Ramadan (CafféEuropa 261, 18.09.04)
è molto
interessante, le sue idee sono largamente condivisibili
e mostrano
l'esistenza di una "buona volontà"
islamica con cui si può collaborare.
Ma vorrei aggiungere una punta di scetticismo, il
classico granellino
di sale.
Non bisogna lasciarsi ammaliare dai progressi spirituali
prodotti dalle
religioni. Le cattedrali romaniche e gotiche sono
capolavori di
architettura, ma quanto ci sono costate in termini
di sangue, di
persecuzioni, di guerre, di intolleranze e altre illiberalità?
Non
bisogna ingannarsi sul fatto che, per quanto siano
importante fattore
di civiltà, le religioni - qualunque religione,
ma soprattutto le
religioni monoteistiche - sono forme di paranoia collettiva.
Della
paranoia condividono i due tratti patognomonici: la
certezza
incontrovertibile, contrabbandata come fede, e l'incapacità
di pensare
al plurale. Dietro il paravento del divino c'è
l'altro persecutore, che
va combattuto con ogni mezzo. Ripeto: il persecutore,
non i
persecutori. Per il credo paranoico di Bush c'è
un solo male: Bin
Laden; per la fede paranoica di Bin Laden c'è
un solo cattivo: Bush.
Paradossalmente hanno ragione entrambi. Ma è
una ragione sterile, che
non produce civiltà, tanto meno convivenza
pacifica.
Per il "lavoro della civiltà" - la
"Kulturarbeit", come la chiamava
Freud - è forse meglio riferirsi a modelli
diversi da quelli religiosi,
a modelli tutto sommato meno paranoici, a modelli
contrattualisti, per
esempio. Personalmente trovo l'insegnamento di John
Rawls non solo
molto ragionevole, ma particolarmente pertinente nella
situazione
mondiale attuale. In soldoni: contrattiamo le regole
di giustizia
condivisibile, ponendoci in situazioni di reciproca
ignoranza positiva
(ignoriamo le rispettive religioni e i vantaggi che
ognuno immagina di
trarre!), prima di stabilire cosa è utile per
me, per te, per tutti. E'
un modo per smantellare l'ultima resistenza paranoica
che, dopo la
versione religiosa, si trincera dietro il baluardo
laico
dell'utilitarismo. Lavoriamo per i diritti civili,
non per i diritti
dei più forti o dei più fanatici. Lavoriamo
con il corpo e con la
mente, anche se questa possibilità di lavoro
oggi si paga cara con
sangue innocente: in Ossezia, in Irak, in...
DA: Franco Masini
A: redazione@caffeeuropa.it
Data: lunedì 13 settembre
2004 17.57
Oggetto: Il
pluralismo? Non si può imporre con la forza
Cosa ne penso...penso che come in tutte le società
esistono persone moderate, poche, che la pensano come
lui ed esattamente il contrario, solo che in questo
momento mi pare di intravedere, ma la mia é
solo un'intuizione a livello personale, la prevalenza
del lato religioso dell'Islam che vuole emergere a
tutti i costi non badando a niente e a nessuno in
un cinico disegno di espansione che peraltro non é
nemmeno iniziato ieri (vedi le persecuzioni in Sudan).
Non a caso è stato invaso l'Iraq , infatti
Saddam era un tiepido religioso e non un Himam! Anzi
a volerla dire proprio tutta penso che l'attacco alle
torri gemelle non sia stato altro che un'esca per
far si che l'America colpisse l'Iraq prendendo così
con una sola fava ben due piccioni! E che piccioni!
Grazie, Franco Masini, Lucca.
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