Parole, frasi, descrizioni, pareri e messaggi colti tra le pagine dei quotidiani e siti internet per raccontare la veglia e i funerali alle vittime dell'attentato alla sede del contingente italiano in Iraq.
Diciannove vittime
Nel magniloquente Altare della Patria, questo strano funerale italiano ha di magniloquente il silenzio, l'economia verbale, il dolore misurato e tenuto sotto controllo di chi veglia i feretri di Massimiliano Ficuciello, Enzo Fregosi, Giovanni Cavallaro, Alfonso Trincone, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi, Massimiliano Bruno, Daniele Ghione, Giuseppe Coletta, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Horacio Majorana, Andrea Filippa, Silvio Olla, Alessandro Carrisi, Emanuele Ferraro, Pietro Petrucci, Marco Beci, Stefano Rolla.
(GiuseppeD'Avanzo, Repubblica, 18/11/03, p.2)
Le lacrime di Ciampi
E' accaduto davanti al feretro del maresciallo dei carabinieri Alfonso Trincone. E' accaduto quando il padre del maresciallo, un uomo canuto e curvo su se stesso, letteralmente piegato dal dolore, s' alzato e, allargando le braccia, ha detto. "Signor pesidente, come faccio adesso?". E' stato allora che il capo dello Stato, Carlo Azeglio Campi, non riuscito a trattenere la commozione.
(Fabrizio Roncone, Corriere della Sera, 18/11/03, pag. 2)
e l'orgoglio del Presidente
All'interno del Vittoriano, le 19 bare con i carabinieri, i soldati e i due civili uccisi nell'attentato. Li vegliavano i famigliari, che il presidente Ciampi ha voluto abbracciare commosso ad uno ad uno: "sono orgoglioso di essere italiano e di rappresentare tutti gli italiani - ha ripetuto loro -, vi ringrazio per questo. Lo Stato non vi abbandoner".
(La Stampa, 18/11/03)
Un Paese intero
Chi rivolta il lembo rosso di una bandiera perch si legga la targa con il nome; chi vi posa le foto di quando si rideva; chi dei fiori. Un tappeto rosso copre il pavimento a mosaico di inizio secolo. I mazzi di fiori coprono ormai l'intera scalinata dell'Altare della Patria.
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Alle 7 e mezzo, i feretri sono gi disposti. Un quarto d'ora dopo, arriva il comandante generale dei carabinieri: vuole restare solo. Poi i famigliari: ciascuno sottobraccio a un ufficiale. Dalle 9, le autorit. Tutte. Di ogni colore politico; tutti i partiti. Davvero un Paese intero. ()
Quando una famiglia se ne va per qualche istante, dei soldati occupano le sedie vuote: le bare non devono restare mai sole.
(Fabio Isman, Il Messaggero 18/11/03, pagg 1-2)
Una voce in uniforme
"Sto qui per dire: basta alle guerre. Anche per una famiglia in uniforme un pezzo troppo alto da pagare. Lo dico ricordando mio padre, maresciallo di polizia, morto in un conflitto a fuoco con i tedeschi".
(Un anziano che rende omaggio alle salme davanti all'Altare della Patria.)
Valentina: un biglietto di pace
"Sarebbe bello che ognuno abbracciasse suo fratello, che ci sentissimo tutti uguali senza divisioni razziali. Non deve esistere il bello il brutto il buono o il farabutto, siamo tutti comuni mortali allora basta guerre per rubare solo terre".
(Valentina, 12 anni, ha scritto queste parole su un bigliettino che ha lasciato sulle scale del Vittoriano).
La politica davanti al dolore.
Impallidiscono inutili i gradi del potere, dentro questa enorme sala scura scandita di bare. Nella processione di fronte agli orfani, che importanza pu avere. Spariscono presidenti, vicepresidenti e segretari, coordinatori e capicorrente. Solo uomini dentro cappotti scuri, ciascuno l'uomo che . Ciampi abbraccia un padre e piange. Berlusconi raddrizza il bavero di un ragazzino e lo fa ridere parlando della Juve.D'Alema immobile davanti a ogni bara, a lungo. La Russa che si china a toccarle. Rutelli a cui tutte le vedove vogliono raccontare una storia, e i fratelli dei morti gli spiegano lui com'era, e cosa diceva. Casini che tiene a lungo le mani degli altri nelle sue. Pera che le stringe a distanza. Veltroni con la fascia tricolore, una parola per ciascuno, Cossutta rigido, condoglianze per tutti. Fassino lunghissimo, senza parole. Di Pietro che entra dietro le bare e abbraccia le madri. Bossi spettinato, fuopri posto. Fini compreso nella parte, ossequiato dai generali. Bondi che prega, Cicchitto che osserva. Follini a testa bassa, De Michelis indietro. Letta impeccabile, Gasparri nervoso. Storace commosso di rabbia, "questi ragazzini, accidenti".
(Concita De Gregorio, Repubblica, 18/11/03, pp.1-4)
Il funerale
Ore 11,54 - Inizia l'omelia del card. Ruini: "Celebriamo le esequie con intatta fiducia in Dio e con intima gratitudine per questi nostri fratelli, il cui sacrificio di esempio e di monito per tutti noi" () "Non fuggiremo davanti ai terroristi, anzi li fronteggeremo con tutto il coraggio, l'energia e la determinazione di cui siamo capaci. Ma non li odieremo, anzi ci sforzeremo di far capire che tutto l'impegno dell'Italia orientato a salvaguardare e a promuovere una convivenza umana in cui ci siano spazio e dignit per ogni popolo, cultura e religione".
(Corriere della sera.it)
Il Silenzio dei cinquecento
ORE 11.28 - Contemporaneamente a quelle eseguite da un carabiniere nella basilica di San Paolo, le note del Silenzio risuonano nelle oltre 500 caserme di tutto il Paese. Il Silenzio stato eseguito anche per i settemila militari dell'Esercito attualmente impegnati in sette missioni internazionali all'estero.
(Corriere della sera.it)
Il Vietnam italiano
Quando muore qualcuno che ci caro, il primo pensiero che affiora dal dolore sono le cose non fatte insieme, i discorsi che non ci siamo scambiati, il tempo che non abbiamo dedicato a loro e che non abbiamo pi. I fiori, le lacrime, le offerte, le preghiere, sono tanto spesso soltanto il tributo tardivo che paghiamo a noi stessi e al nostro rimorso e in questa immensa, sincera manifestazione popolare di affetto per gli uomini (possiamo evitare almeno di chiamarli "ragazzi"?) uccisi in Iraq si vede benissimo, sotto le montagne di fiori deposte sui gradini del Vittoriano, il senso di rimorso che invece trasuda dalla commozione ufficiale.
Chi ha visto le maratone di pianti che le televisioni italiane, capaci di divenire intollerabili quando esplode il cordoglio, hanno riversato e soprattutto spremuto dagli occhi dei parenti, non pu fare a meno di confrontarle con la severit, quasi la freddezza puritana, con la quale l'America della politica e dei media accoglie, ormai da otto mesi, le notizie dei propri, quotidiani sacrifici in Iraq. Sembra quasi che dall'Italia delle televisioni, l'unica Italia "reale" ormai, emerga non la paura, ma una inconfessabile voglia inconscia di un piccolo Ground Zero o di un piccolo Vietnam, il desiderio di avere anche noi, la piccola Italia, qualcosa che ci accomuni, almeno in una tragedia, alla irraggiungibile America. Soltanto con questi scherzi dell'inconscio si pu spiegare la scelta che la direzione del TG1 ha fatto per accompagnare, alla fine delle sue edizioni principali della scorsa settimana, la sequenza delle foto dei caduti a Nassirya (altro, lugubre classico del Vietnam televisivo americano). In tutto l'immenso repertorio funebre disponibile, qualcuno ha scelto proprio l'"Adagio per Archi" del compositore americano Samuel Barber, lo straziante pezzo che Oliver Stone scelse per il suo "Platoon", il film pi feroce sul massacro inutile in Indocina.
(Vittorio Zucconi, Repubblica.it, 18/11/03)
Solenne omaggio dell'Europarlamento
L'Europarlamento ha reso un omaggio solenne questa mattina a Strasburgo agli italiani caduti a Nassirya, in memoria dei quali ha osservato un minuto di silenzio. Il presidente Pat Cox ha espresso a nome dell' assemblea ''profonda indignazione e una condanna totale'' dell' attentato e ha reso omaggio ''al coraggio e alla dedizione dei carabinieri e dei soldati italiani che hanno lasciato la loro vita in Iraq'' dove erano ''in missione per garantire la pace e alleviare le sofferenze''.
(Ansa.it, 18/11/03)
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