Caffe' Europa

IL TEMPO DELL'AMORE

Il campo

 

Il momento dei sopralluoghi e' un’altra fase della creazione del film che amo molto. E’ il momento in cui le immagini della fantasia cominciano a confrontarsi con le immagini reali. A volte si scontrano a volte si incontrano, e quando succede e' sempre emozionante.

Per carattere mi piace viaggiare, e farlo per lavoro, per il mio tipo di lavoro, non solo e' un privilegio, ma e' una maniera molto interessante di farlo. Sono facilitato nel contatto con le persone del luogo, con alcuni di loro vivo a stretto contatto ventiquattro ore al giorno, e, con la scusa del cinema, mi e' permesso di addentrarmi in ogni luogo. Posso seguire ogni stimolo, curiosita', intuizione. Io dico che procedo non per tentativi ma "per tentazioni". Davvero quando "maciniamo" migliaia di chilometri per le strade o le piste, a volte sterrate, a volte inondate del Sudafrica e della Namibia (e piu' tardi del Marocco) spesso il percorso deciso sulle carte si modifica durante il cammino. Per seguire l’imbocco di un sentiero che mi sembra promettere qualcosa, o le indicazioni molto vaghe di qualcuno incontrato per caso sulla strada...

Devo dire che e' proprio vero che tutti i posti piu' interessanti si trovano perdendosi. E forse non solo durante i sopralluoghi. Ma anche questo e' un altro discorso.

 

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Paola Bizzarri, la scenografa:

"Da un punto di vista scenografico il film e' per nostra scelta eccessivo, libero.

Ad esempio la parte del Marocco non e' una ricostruzione vera e propria.

E' la reinvenzione di un mondo con dei riferimenti precisi storici, ma

rivisitato liberamente. L'accampamento costruito sopra la collina sarebbe improponibile in ogni sorta di guerra. La posizione scelta funge da metafora della voglia degli inglesi di dominare la natura.

La ripresa dalla mongolfiera mostra il villaggio a forma di pentagono disegnato con le pietre come una proiezione ortogonale, che prende la forma della collina. E' un progetto umano assolutamente maniacale, sintetizza il tentativo dell’uomo di organizzare, controllare la natura allo stesso modo in cui nella storia d'amore di Martha si cerca di controllare il sentimento (il fratello di lei che blocca le lettere dell'amato). E alla fine come la natura si riprende il suo spazio (vediamo il campo distrutto) anche il sentimento vince sulle convenzioni".

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Le riprese avvengono in condizioni difficilissime. Purtroppo tutte le sere imperversa un vento molto forte che ci costringe ogni notte a smontare l'accampamento per poi rimontarlo la mattina successiva. Per l'operazione vengono impiegati venti manovali.

Il piano di lavoro salta completamente quando arriva, probabilmente gia' danneggiata, la mongolfiera dalla Germania che dopo mezza giornata si affloscia e non si rialza piu'. (Verra' quindi utilizzata una mongolfiera piu' moderna, poi ritoccata al computer, ndr)

Verso la terza settimana i soldi sono quasi terminati e lesinati al massimo: tolte le auto per gli spostamenti della troupe, staccate le linee telefoniche dell’ufficio, la scenografa con sole seicentomila lire viene spedita ad Essauira, dove non esiste la ferrovia per preparare la scena dell’arrivo della carrozza alla stazioncina del treno.

Trova una vecchia cisterna, dei pezzi meccanici e con l'aiuto di un fabbro riesce a fabbricare la locomotiva. Poi accendiamo un fumone...

Piu' di una volta la polizia deve intervenire a proteggere l’ufficio della produzione minacciato dalle comparse per i ritardi dei pagamenti... Anche la troupe naturalmente non e' stata mai pagata. Finiamo il film con venti milioni che Loredana, la nostra cuoca italiana, presta personalmente all’organizzatore.

Ogni giorno i vari problemi sono stati risolti con la tenacia, l’elasticita' e anche un po' di fortuna. Quando a fine gennaio 2000 ho presentato il film a Londra, tutta la troupe inglese, che era presente in sala era assolutamente incredula di come fossimo riusciti a realizzare le immagini del film...

 

 

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