Caffe' Europa

IL TEMPO DELL'AMORE

Lo storyboard

 

 

Il lavoro con gli attori

Vorrei avere la possibilita' di lavorare un po’ con Juliet (l'attrice che interpreta Martha, ndr) prima delle riprese, ma per suoi impegni di lavoro ci raggiunge sul set marocchino solo a due giorni dal primo ciak.

Quando comincio a parlarle dello stato d’animo del personaggio lei ha quasi sempre un'opinione diversa dalla mia e non esita a manifestarla con insistenza. E, cosa piu' grave, mi trovo ad affrontare una persona totalmente diffidente. Juliet e' un’attrice soprattutto di teatro, e quindi abituata a costruire e a controllare per intero il percorso del suo personaggio. Ma per il cinema questo e' molto pericoloso perche', a differenza che nel teatro, qui e' solo il regista che conosce quello che sara' il risultato finale e quindi qual e' il grado di apporto dell’attore in ogni singola scena. L’attore nel cinema deve accettare le regole del gioco che il regista propone e rispondere con verita', con una partecipazione emotiva, fisica, mai ideologica perche' allora l’attore perde di spontaneita'.

Cerco di spiegarle il senso profondo del film, e intanto capisco che devo essere veramente grato alle attrici che recitano questo film, a ognuna delle quali richiedo di interpretare una parte limitata della stessa donna da consegnare poi nelle mani della loro collega.

Durante i primi due giorni di lavorazione la recitazione di Juliet e' si' ineccepibile ma si poggia esclusivamente sulla tecnica. Sono disperato.

Allora, il terzo giorno decido di rischiare e anticipo una delle scene piu' difficili per lei.

In questa scena Martha deve lavare Allen, un ragazzo che ha perso un braccio in guerra.

Sul set lavoro brevemente con Allen, aiutandolo a non recitare, non deve fare assolutamente niente, basta essere quello che e' nella vita vera.

Poi proviamo insieme la scena, un lungo monologo di Martha.

Juliet e' come sempre tecnicamente perfetta e quindi non abbastanza sincera. Cerco di darle nuove indicazioni, giriamo qualche ciak ma lei non varia impostazione.

Non sono contento, le dico di cambiare pure le battute, di rischiare di piu', di mettersi in gioco, di cercare un rapporto reale con la situazione: di lei con quel ragazzo tra le braccia. Niente da fare.

Allora prendo in disparte Juliet. Le dico che Allen con la sua verita' la sta surclassando, che il mio sguardo cade sempre sul ragazzo, segno che la sua presenza, pur senza battute, e' mille volte piu' forte e che lei sara' quasi ridicola sullo schermo. La esorto a lasciarsi andare, a smetterla di recitare da sola, a sentire il calore dell'altro, a dare piu' di quanto non ha mai fatto. Io sono vicino a lei per proteggerla. Lei mi guarda con un espressione che non so decifrare, non capisco se in quel momento mi odia o mi ama.

Le lascio due minuti e poi ripartiamo. La scena vive davanti ai miei occhi come me l’ero sempre immaginata. Mi commuove e mi sento cosi' grato a lei che ci abbracciamo con forza.

Da quel giorno tutto e' cambiato. Ci sentiamo sempre vicini e ci capiamo al volo.

L'ultimo giorno, dopo l’ultimo ciak Juliet scoppia in lacrime davanti a tutta la troupe e mi abbraccia.

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