Caffe' Europa

IL TEMPO DELL'AMORE

La sceneggiatura

 

Il film nasce da una domanda interiore. Come nei miei altri due film, non ho mai una mia teoria di partenza, qualcosa da spiegare.

Il viaggio inizia cosi'. Da una emozione, una sensazione, qualche immagine. Non so dove mi portera'. L’importante e' la fedelta' a questo primo nucleo, che sara' poi l’anima del film. L’unica regola del gioco e' non tradire questo sentimento, mai. Basta farlo una volta (come per esempio accettare l’imposizione di un attore che non senti giusto) e avrai perso per sempre.

Mi sento come un artigiano. Lavoro come in una bottega con assiduita', senza colpi di genialita', passo dopo passo conduco questo viaggio, la costruzione del film, che mi puo' portare a capire qualcosa di piu' anche per la mia vita, e cerco di comunicare questo agli spettatori, anche se a volte posso condividere solo dei dubbi o delle supposizioni.

 

La sceneggiatura

Racconto a Sascia Adabachian, lo sceneggiatore russo che lavora con me, questa nuova idea, di provare a realizzare una grande storia d’amore, che viaggi nel tempo e nello spazio, composta da frammenti di storie diverse. Anche a lui il progetto piace molto e cominciamo subito a lavorare.

Dico "lavorare" ma non e' proprio la parola adatta. Con Sascia abbiamo inventato e gia' sperimentato al tempo dei "coccodrilli" un metodo tutto nostro per scrivere. Non dobbiamo mai avere la sensazione che stiamo "lavorando". Nel senso che non ci mettiamo mai intorno ad un tavolo dalle 9 alle 18. Ogni giorno e' un’avventura. Partiamo con la mia Vespa e a secondo del clima e delle nostre voglie andiamo in un parco, dentro il Colosseo, in un vecchio bar, se piove ci infiliamo in un grande albergo o in casa di qualche amico. Per strada c’e' sempre qualcosa di interessante e di buffo da vedere. A volte parliamo freneticamente, a volte camminiamo in silenzio per ore, ma sempre, a poco a poco, arriviamo, come fosse per caso, a parlare del film. Per noi e' importante che sia un piacere, che non ci sia mai il senso dell’obbligo.

Certi giorni la sceneggiatura fa balzi da gigante, altre volte potrebbe sembrare che non abbiamo concluso niente, ma non ci sentiamo frustrati. Nel corso della giornata c’e' sempre un dettaglio visto per strada o una mezza battuta tra due passanti incrociati per strada che in qualche modo hanno a che fare con il film, che diventeranno parte del nostro "lavoro". Non voglio fare la retorica dell’artista stravagante, non credo che questo sia il modo migliore in assoluto per scrivere una sceneggiatura, so solo che questo e' il modo migliore per me. Mi piace cosi' e ho la fortuna di poter fare come mi piace. A un certo punto della giornata apro il computer portatile e inizio a scrivere. Poi rileggo a Sascia e correggiamo insieme.

 

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