Davanti al Fuenti in
demolizione e tra le case abusive della Valle dei Templi; nelle campagne trasformate dalla
meccanizzazione e nelle periferie metropolitane; nelle città darte contornate da
villette e capannoni e nei nuovi paesaggi dei centri commerciali e delle autostrade,
lItalia che vediamo si presenta come un paese in conflitto aperto tra immagini di
bello e di brutto. Un patrimonio accumulato in secoli di storia è stato negli ultimi
decenni aggredito e oggi viene riscoperto come un valore e una risorsa, "il segno
della qualità della vita", come dice Vittorio Foa nel corso dellintensa
testimonianza registrata per il programma.
Con "PAESAGGI RUBATI", arriva in televisione il problema
della tutela del paesaggio, un argomento finora sottovalutato ma ormai aperto non solo a
livello culturale ma anche politico, su cui si svolgera a ottobre una conferenza
nazionale, promossa dal governo.
Le devastazioni, le grandi e piccole offese allimmagine
dellItalia sono documentate dallinchiesta di Nino Criscenti che presenta oltre
alle storie più clamorose e già consegnate alla cronaca come il Villaggio Coppola
o le "saracinesche" del lungomare di Bari - molti casi inediti, rivelando quanto
il volto del paese sia stato deturpato o semplicemente graffiato, con abusi edilizi,
speculazioni selvagge, insediamenti produttivi che non si sono mai curati
dellimpatto paesistico, e cementificazione diffusa perfino nei luoghi deputati della
bellezza. E uninvasione che comincia negli anni 50 e prosegue nel tempo,
nellindifferenza generale, malgrado limpegno di associazioni e intellettuali.
Lapparente normalita del fenomeno e testimoniata anche dal fatto che
nella lingua italiana è da tempo ufficialmente entrato il vocabolo
"rapallizzazione".
In "PAESAGGI RUBATI" non cè pero solo una caccia
ai mostri. Questi ci saranno e in abbondanza nelle cinque ore di trasmissione. Ma le
telecamere sono state puntate anche sul moderno che non ha pagato il pedaggio alla
bruttezza. Linchiesta mette in evidenza che per avere posti di lavoro, villaggi
vacanza e case dabitazione non e necessario deturpare il paesaggio. E
apparirà naturalmente tutta la bellezza che sopravvive, tutto quello che si è conservato
integralmente dellimmagine storica dellItalia.
Linchiesta è il risultato di un lungo lavoro di ricerca sul
campo. Tutte le regioni italiane sono state visitate, tra settembre e febbraio, per
raccogliere le storie più significative. A fine gennaio, presso la Triennale di Milano,
si e svolta una giornata di studi che ha rappresentato loccasione per
confrontarsi con esponenti della cultura ed esperti del settore.
Le riprese sono iniziate a marzo e si sono concluse a meta
giugno. Non solo lauto, la motocicletta e lelicottero sono stati utilizzati
per le riprese ma anche funivie e sci, treni e cremagliere, barche e pattini, e perfino un
furgoncino a tre ruote.
Le località visitate sono un centinaio: campagne e città, laghi,
coste e montagne. Per mostrare esempi del brutto che non conosce limiti si è arrivati a
3500 metri di altitudine, sulle montagne trentine.
Tante voci della società civile intervengono a raccontare storie di
scempi realizzati o annunciati, di trasformazioni ma anche di "resistenza dei
luoghi".
Allinchiesta hanno collaborato le principali associazioni
impegnate nella difesa del paesaggio -F.A.I, Italia Nostra, Legambiente, Touring Club
Italiano, WWF - rappresentate nella trasmissione dai loro presidenti.
Per la prima volta si vedranno esempi di restauro del paesaggio, già
in corso o in preparazione. Partecipano al programma i maggiori esperti e studiosi della
materia e alcuni tra i più illustri esponenti della cultura italiana. Il Ministro per i
Beni e le attivita culturali, Giovanna Melandri, interviene sugli obiettivi della
conferenza nazionale di ottobre e sui progetti per la tutela del paesaggio.