255 - 12.06.04


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Tra Cox e Verhofstadt
Daniele Castellani Perelli

Le candidature di Cox e Verhofstadt

Si avvicina il momento della scelta del successore di Romano Prodi a Presidente della Commissione europea. Jos Zapatero sponsorizza il socialista portoghese Antonio Vitorino, attuale commissario agli Affari interni, mentre Jacques Chirac preferirebbe il premier belga Guy Verhofstadt, liberale a capo di una coalizione di centrosinistra. I giochi sono per ancora aperti, e la Frankfurter Allgemeine Zeitung sembra tirare la volata al Presidente del Parlamento europeo Pat Cox. Il quotidiano tedesco, che ai tre "papabili" aggiunge il commissario britannico Chris Patten, ha intervistato Cox, che ricevendo a Aachen l'ambito "Premio Carlo Magno" (Karlspreis) ha definito l'Europa "la causa politica della mia vita". Cox ha risposto ad alcune domande sulla Costituzione, a proposito della quale ha detto che "non arriva per caso, ma perch i tempi sono maturi", e che "la ratifica di un Parlamento ha dei vantaggi", perch implicher il mandato dei cittadini, "che non va sottovalutato". A proposito della possibile candidatura a Presidente della Commissione, Cox ha dichiarato che "a certi incarichi non ci si candida". Di Verhofstadt si occupa invece Le Monde, che cita sondaggi decisamente sfavorevoli al partito del premier fiammingo, VLD (liberali democratici fiamminghi), che potrebbe retrocedere a quarto partito belga. Verhofstadt, sempre secondo il quotidiano parigino, dovrebbe trovare l'opposizione della Gran Bretagna, che non apprezza molto le sue posizioni federaliste.

Radici cristiane, polemica polacco-francese

Sembra aver ceduto sul tema del voto ponderato, ma la Polonia ora, in tema di Costituzione, torna alla carica sull'eredit cristiana. Ne rende conto Le Monde, che cita Boguslaw Majewski, portavoce del ministro degli esteri polacco, il quale ha dato notizia di una lettera inviata dal governo polacco e italiano alla presidenza irlandese. La richiesta di inserire le radici cristiane nel preambolo della Costituzione trova d'accordo anche Lituania, Malta, Portogallo, Repubblica ceca e Slovacchia. Il 25 maggio, per, il ministro degli Esteri francese Michel Barnier entrato "a gamba tesa", per cos dire, dichiarando che l'Europa non un "club giudaico-cristiano". Il successore di De Villepin ha dichiarato : "Anche se la parola laicit non ha lo stesso significato in tutti i paesi dell'Unione, rimane che la costruzione europea una costruzione laica, rispettosa delle tradizioni e delle religioni di ogni popolo. Questa Unione non un club giudaico-cristiano. Abbiamo dei valori comuni, ma sarebbe un errore far virare il progetto europeo dal suo obiettivo d'apertura, cos come stato presso i suoi fondatori".

 





 

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