Le candidature di Cox e Verhofstadt
Si avvicina il momento della scelta del successore
di Romano Prodi a Presidente della Commissione europea.
Jos Zapatero sponsorizza il socialista portoghese
Antonio Vitorino, attuale commissario agli Affari
interni, mentre Jacques Chirac preferirebbe il premier
belga Guy Verhofstadt, liberale a capo di una coalizione
di centrosinistra. I giochi sono per ancora aperti,
e la Frankfurter
Allgemeine Zeitung sembra tirare la volata al
Presidente del Parlamento europeo Pat Cox. Il quotidiano
tedesco, che ai tre "papabili" aggiunge il commissario
britannico Chris Patten, ha intervistato Cox, che
ricevendo a Aachen l'ambito "Premio Carlo Magno" (Karlspreis)
ha definito l'Europa "la causa politica della mia
vita". Cox ha risposto ad alcune domande sulla Costituzione,
a proposito della quale ha detto che "non arriva per
caso, ma perch i tempi sono maturi", e che "la ratifica
di un Parlamento ha dei vantaggi", perch implicher
il mandato dei cittadini, "che non va sottovalutato".
A proposito della possibile candidatura a Presidente
della Commissione, Cox ha dichiarato che "a certi
incarichi non ci si candida". Di Verhofstadt si occupa
invece Le
Monde, che cita sondaggi decisamente sfavorevoli
al partito del premier fiammingo, VLD (liberali democratici
fiamminghi), che potrebbe retrocedere a quarto partito
belga. Verhofstadt, sempre secondo il quotidiano parigino,
dovrebbe trovare l'opposizione della Gran Bretagna,
che non apprezza molto le sue posizioni federaliste.
Radici cristiane, polemica polacco-francese
Sembra aver ceduto sul tema del voto ponderato, ma
la Polonia ora, in tema di Costituzione, torna alla
carica sull'eredit cristiana. Ne rende conto Le
Monde, che cita Boguslaw Majewski, portavoce del
ministro degli esteri polacco, il quale ha dato notizia
di una lettera inviata dal governo polacco e italiano
alla presidenza irlandese. La richiesta di inserire
le radici cristiane nel preambolo della Costituzione
trova d'accordo anche Lituania, Malta, Portogallo,
Repubblica ceca e Slovacchia. Il 25 maggio, per,
il ministro degli Esteri francese Michel
Barnier entrato "a gamba tesa", per cos dire,
dichiarando che l'Europa non un "club giudaico-cristiano".
Il successore di De Villepin ha dichiarato : "Anche
se la parola laicit non ha lo stesso significato
in tutti i paesi dell'Unione, rimane che la costruzione
europea una costruzione laica, rispettosa delle
tradizioni e delle religioni di ogni popolo. Questa
Unione non un club giudaico-cristiano. Abbiamo dei
valori comuni, ma sarebbe un errore far virare il
progetto europeo dal suo obiettivo d'apertura, cos
come stato presso i suoi fondatori".
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