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11/9, il caso tedesco
a cura di Daniele Castellani Perelli

Terrorismo, Germania troppo morbida?

Il marocchino Mounir el-Motassadeq, l’unico uomo condannato in connessione con gli attacchi terroristici dell’11 settembre, dopo due anni e quattro mesi in cella, è stato rilasciato dalla corte tedesca di Amburgo. La notizia ha destato un certo scalpore negli Usa, dove è stata letta come l’ennesima prova di leggerezza europea nei confronti del terrorismo. Il presunto terrorista era stato condannato a quindici anni di prigione, ma la corte d’appello ha annullato la condanna sostenendo che Motassadeq non avrebbe ricevuto un processo giusto, a causa del rifiuto statunitense di permettere la testimonianza di un sospetto terrorista catturato in America. Nei mesi precedenti l’11 settembre, Motassadeq, secondo gli inquirenti, avrebbe aiutato a trasferire denaro sui conti dei futuri dirottatori. L’imputato si è difeso affermando di aver solo voluto aiutare dei compagni musulmani, senza essere a conoscenza del loro piano terroristico. Intanto a Motassadeq è stato ritirato il passaporto, e dovrà recarsi due volte la settimana presso la polizia amburghese.

Gli ha dedicato un articolo il New York Times , che ha spiegato come, anche se Motassadeq affronterö un nuovo processo in giugno, "il suo rilascio sottolinea le difficoltö incontrate dai procuratori tedeschi nel perseguire i sospetti complici del gruppo di Al Qaeda, con base in Amburgo, che progett÷ e guid÷ il dirottamento degli aerei dell'11 settembre e gli attacchi al World Trade Center e al Pentagono". Il Nyt ha ricordato che quest'anno un altro sospetto della cellula amburghese (quella cui apparteneva Mohammed Atta, il leader del gruppo dell'11 settembre), Abdelghani Mzoudi, era stato assolto quando gli Stati Uniti non avevano permesso la testimonianza di Ramzi bin al-Shibh, sospetto anello del gruppo, sotto custodia americana, che avrebbe scagionato, in una lettera, Mzoudi.

Balcani, la Croazia ci crede

In una recente visita a Parigi, il Presidente croato Stipe Mesic ha fatto un bilancio del cammino del proprio paese verso l'Unione. Si ² detto fiducioso, come racconta Le Monde , che la Commissione si dichiari favorevole alla candidatura all'ingresso nell'Ue, e che le negoziazioni s'aprano alla fine del 2004. "Abbiamo condotto a termine l'armonizzazione della nostra legislazione con la legislazione comunitaria - ha dichiarato Mesic - abbiamo approvato una legge sulla protezione delle minoranze, accelerato il ritorno dei rifugiati e la restituzione delle proprietö". Mesic ha inoltre verificato il sostegno di Jacques Chirac, il quale, nonostante un recente richiamo del Parlamento europeo, ha apprezzato "gli sforzi della Croazia nel rispondere alle richieste del Tribunale penale internazionale dell'Aja". Mesic si ² detto felice del fatto che l'alternanza al governo di Zagabria, avvenuta in gennaio, non abbia rimesso in causa "l'essenziale": la conversione del paese alle norme europee e allo Stato di diritto. La Croazia intende anche rinnovare i legami con i paesi vicini. Malgrado le deludenti evoluzioni di paesi come la Serbia, Mesic ha dichiarato di non voler "abbandonare gli sforzi di cooperazione".

La nuova Spagna di Zapatero

"Ci÷ che ² buono per l'Europa lo ² anche per la Spagna", lo ha detto, nel discorso d'insediamento, il nuovo primo ministro spagnolo Jos³ Zapatero. La Sueddeutsche Zeitung segnala come Zapatero abbia confermato di voler ritirare entro giugno le truppe dall'Iraq, nel caso in cui non si verificasse l'attesa svolta, cio² un vero coinvolgimento delle Nazioni Unite. "La situazione in Iraq peggiora giorno dopo giorno" ha detto Zapatero rivolgendosi al Parlamento, assicurando tuttavia una "lotta senza pietö" contro il terrorismo, una lotta "con ogni mezzo" che si muova sul solco giö tracciato dal suo predecessore Jos³ Maria Aznar. Le Monde ha sottolineato la fermezza del premier a riguardo, ma anche il suo nuovo approccio, che intende cercare "un'ampia cooperazione internazionale" e che vuole "tuttavia rispettare le regole e i valori della nostra democrazia e non restringere il nostro sistema di libertö". Insomma un chiaro rifiuto della via americana, una chiara sconfessione della politica di Aznar.

Sulla Costituzione europea, Zapatero ha detto che la Spagna si batterö perch³ venga approvata entro la fine di giugno, ancora sotto presidenza irlandese. Zapatero ha detto che la Costituzione ² "il pið stabile elemento d'unione" dell'Europa a 25, e ha proposto che venga firmata a Madrid, in memoria delle 191 vittime dell'11 marzo. Intanto Le Monde segnala che la Polonia, l'altra recalcitrante, sarebbe ora pronta a trovare l'accordo sulla Costituzione. Al termine di un incontro con il suo omologo inglese Jack Straw, il ministro degli Esteri polacco Cimoszewicz ha dichiarato che "la Polonia ² aperta al compromesso, specialmente sui punti in cui la nostra posizione ² stata differente da quella dei nostri partner".


 



 

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